A little Christmas story

di Anakina
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A little Christmas story

 

Era la sera della Vigilia, e come al solito si respirava una frizzante ma al tempo stesso calda atmosfera tipica dei giorni che precedono il Natale.

Anche quella famiglia che viveva nella casa sulla collina non era da meno.

Dopo aver festeggiato coi parenti la festa imminente, si stavano preparando tutti quanti per andare a dormire; la mamma rimboccò le coperte a suo figlio, gli augurò la buonanotte e spense la luce.

Il bambino rimase così al buio, aspettando di prendere sonno. Ma come puoi pretendere che un bambino si addormenti proprio la notte della Vigilia, dopo che sa benissimo che il mattino dopo troverà montagne di doni sotto l’albero, soldi e vestiti dei nonni, ma soprattutto… i regali del misterioso Babbo Natale?

Ecco, Babbo Natale. Se c’era qualcuno che quel bambino proprio non riusciva a capire era lui. Chi era? Perché non si faceva mai vedere? E poi, perché veniva sempre e solo una volta l’anno? Avrebbe apprezzato molto se si fosse fatto vivo anche quando compiva gli anni…

Rigirandosi nel letto cominciò a fare mente locale di come si era comportato quell’anno: complessivamente era stato abbastanza bravo, per cui poteva anche escludere l’ipotesi di trovare carbone l’indomani mattina. Sospirò e si girò su un fianco.

Ma non gli bastava. Decise che quell’anno avrebbe atteso in piedi tutta la notte fino a che non lo avesse visto scendere giù dal camino. Era più forte di lui… doveva assolutamente chiarire quel mistero!

Quando si accorse che tutti si erano addormentati, sgattaiolò in soggiorno, dove si trovava il grande albero con le luci ormai spente; si diresse verso il divano e si sedette in silenzio, al buio, aspettando.

 

Il vecchio orologio a pendolo aveva già ticchettato e suonato diverse volte, diventando, forse per la magica suggestione che da sempre crea la notte, una strana e un po’ inquietante colonna sonora. Il bambino era ancora lì, paziente, anche se ormai aveva fredo e il sonno stava cominciando a farsi sentire. Pensò che forse Babbo Natale era timido e si vergognava a farsi vedere se anche lui era lì, così si convinse finalmente a tornare a letto. Si alzò diretto verso la sua cameretta, ma all’improvviso il suo sguardo si posò sulla grande finestra che dava sul balcone. E vide una cosa che non poté più dimenticare.

Era una luce bianca, grandissima. Non aveva visto mai nulla del genere… era perfetta, pura e bellissima, che sfrecciava nel cielo lasciando scie d’oro e d’argento al suo seguito. E, cosa ancor più insolita, veniva verso di lui, con la delicatezza di una fata, e più si avvicinava più il bambino restava estasiato da quella luce splendente.

A quel punto non aveva più dubbi: era di certo la slitta di Babbo Natale! Finalmente, dopo aver aspettato così a lungo, la sua fatica era stata ricompensata!!

Rimase così colpito da quella visione che come ipnotizzato aprì la finestra per uscire fuori e vederla meglio, mentre lei inesorabile continuava ad avvicinarsi, più bella e spettacolare che mai… Tese le mani al cielo, sorridendo e aspettando con gioia il suo regalo. Che bello, pensò, lo avrebbe ricevuto prima di tutti i bambini del mondo!!

 

Erano circa le quattro di notte del 25 dicembre, quando quell’asteroide di cinquanta metri di diametro colpì la casa sulla collina. Del bambino e della sua famiglia era rimasta ben poca cosa.

 

                                                                         Buon Natale.





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