Chapter I
La sveglia
del cellulare
squillò,diffondendo nell’aria una martellante
musica rock. “Porca misera Sel!
Spegni quell’affare,mi sta trapanando i timpani!”
la voce assonnata di Beth
tuonò da sotto le coperte. La rossa spense in fretta la
musica,sorridendo sotto
i baffi. “Conviene che ti alzi; se non fosse per me e per la
mia musica spacca
timpani tu arriveresti a lezione con un’ora di
ritardo!” scese dal
letto,rischiando di inciampare nelle sue stesse pantofole. Borbottando
maledizioni contro la sua roba si diresse in bagno a vestirsi;
quell’anno aveva
dovuto far cambiare la propria divisa,poiché era parecchio
cresciuta,purtroppo
non in altezza,e quella che aveva ordinato le stava a malapena.
Indossò la
gonna a scacchi,camicetta e maglioncino,tutto sui toni del verde; si
guardò
allo specchio e arricciò il naso. “Sembro un
maledettissimo elfo,come ogni
anno!” pensò tra sé. Non
si prese neanche la briga di legarsi i capelli,non avrebbe
risolto nulla. Quando uscì dal bagno notò che la
sua migliore amica stava
ancora deambulando per la stanza,come se si fosse appena ripresa da una
sbronza; non appena la notò le si dipinse in volto un
sorriso dolce.
“Bentornato piccolo elfo! Per
quante tu ne possa dire,sai che rimango del parere che tu sia
bellissima!”
“Ti prego Beth,non cominciare! Se
fosse per me tingerei i capelli seduta stante; mi ferma il solo fatto
che
andrei incontro all’ira funesta tua,di Hyperion e di mia
madre!” nel dire
queste cose la rossa stava sistemando la sua borsa, riempiendola di
libri,quaderni,fogli e foglietti. “Scendo a fare colazione,ti
aspetto giù!” le
scoccò un bacio sulla guancia e uscì di corsa.
Salutò alcune ragazze che
incrociò all’uscita del dormitorio e si diresse
verso la Sala da Pranzo.
Seduti al loro solito posto trovò
Hyperion e Justin,quest’ultimo intento a riempirsi lo stomaco
di cibo.
“Buongiorno Sel! Dove hai lasciato quella perdigiorno di
Elizabeth?”
Hyperion
si era alzato e le aveva lasciato un bacio sulla fronte,come faceva
ogni
mattina da cinque anni. Mentre Selene prendeva posto,regalando un
sorriso ad
entrambi i suoi amici,ripensò a quei primi giorni di scuola
in cui incontrò i
suoi due migliori amici.
Era
piccola,sola e impaurita: si chiedeva perché i genitori
avessero deciso di
mandarla in un collegio come quello,lontana da casa per mesi. Non
poteva
frequentare una scuola pubblica come tutti,tornando a casa il
pomeriggio e
ricominciando tutto il giorno dopo? La sera prima era riuscita a non
farsi
notare e a starsene per tutta la cena rintanata in un angolino,ma
quella
mattina sarebbe stato diverso: le lezioni sarebbero
iniziate,così come le
interrogazioni e gli inevitabili scontri-incontri con i suoi compagni.
Non era
mai stata tanto socievole,si limitava sempre a qualche chiacchiera
durante
l’intervallo o tra una lezione e l’altra,ma non si
può dire che lei avesse mai
avuto una migliore amica,nonostante i suoi 15 anni. Aveva indossato
orgogliosa
la sua divisa,senza pensare a quanto i ragazzi in
quell’età sanno essere
cattivi e dispettosi. Dovette fare i conti con la realtà
durante l’ora di
Geografia,quando una ragazzina del primo anno,probabilmente sperando di
fare
colpo,le fece notare sgarbatamente la sua somiglianza con un elfo. Da
quella
battuta ne scaturirono altre una dietro l’altra,per
un’intera settimana. Solo
due ragazzi avevano preso le sue difese,in un Sabato pomeriggio,quando
ormai al
limite della sopportazione la povera rossa era crollata in una crisi di
pianto
nel bel mezzo del giardino. “E’ meglio che tutti
voi vi leviate di torno,se non
volete che vi prenda a calci io.”A parlare era stato uno dei
due,quello moro.
L’altro,quello castano,le aveva allungato un fazzoletto
bianco candido,con le
iniziali J.F, e le sorrideva. “Ti va di andare nelle cucine a
chiedere un thè?”
le chiese il moro. La piccola annuì impercettibilmente,con
gli occhi spalancati
e rossi per il pianto. “Io sono Hyperion e lui è
Justin”indicò il ragazzo
castano alla sua sinistra.
“Io..”tirò
su con il naso “Io sono Selene”
“Bene
Selene” iniziò il castano,Justin. “Non
penso che tu debba farti prendere in
giro così,perché non reagisci la prossima
volta?”
La
ragazza si asciugò le ultime lacrime che le rigavano il
viso,e alzò il
mento,cercando di riprendere contegno perduto. Aveva ragione,era sempre
stata
in grado di badare a se stessa e voleva dimostrare ai suoi genitori che
nonostante l’avessero mandata via da casa,lei sapeva vivere
anche senza di
loro. “Hai ragione,”disse “La prossima
volta lo farò”
E lo aveva
fatto,procurando una
frattura al setto nasale ad un tizio del primo anno, e sorbendosi una
settimana
di punizione. Da quella volta nessuno osava più prendersi
gioco di lei,tranne
quello stesso ragazzo al quale aveva rotto il naso, e in compenso
lei,Justin e
Hyperion erano diventati inseparabili.
***
Aveva
varcato la soglia della
sala con uno sguardo annoiato e sprezzante,maledicendo ogni secondo la
sua
naturale bellezza e il suo fascino,che attiravano orde di ragazzine
urlanti.
Prese posto e si versò del caffè nero; i suoi
occhi non si soffermavano mai più
di due secondi su qualcuno ma una risata cristallina attirò
la sua attenzione.
Tre figure si erano alzate dal tavolo e stavano procedendo verso la
porta,probabilmente verso la prima ora di lezione: in mezzo a due
ragazzi si
ergeva,nonostante l’altezza ridotta,la figura di una ragazza
sui 18 o 19 anni
che camminava a passo svelto,con sguardo fiero. E come succede nei
cartoni animati,nella
mente di Eltanin si accese una lampadina: era lei! La tizia dai capelli
rossi
che lo fissava la sera prima,era la stessa che anni fa gli aveva rotto
il naso!
Era la Brown,dannazione! Non aveva mai fatto caso né ai suoi
occhi né tanto
meno al suo viso,e senza quella divisa che la faceva sembrare un elfo
non l’aveva
proprio riconosciuta. Pensandoci in
effetti,alla sua destra e sinistra si trovavano le sue due guardie del
corpo:
Parker e Flynn gli davano davvero sui nervi,erano cinque anni che li
sopportava
a malapena. D’altra parte la Brown gli aveva rifilato una
bella operazione al
naso e lui gliel’aveva fatta pagare,tormentandola per tre
anni. Gli ultimi due
anni di Gray erano stati un completo disastro,sul fronte privato,e da
quel
momento niente lo aveva più
interessato,all’infuori di Parker e Flynn,e di
conseguenza si era quasi dimenticato chi lei fosse.
Ma in quei tre anni non aveva
affatto dato tregua alla rossa, allora perché diavolo ieri
lo stava fissando in
quel modo?
Un moto di irritazione gli salì
dallo stomaco e gli occhi si ridussero a due fessure,mentre i tre
varcavano la
soglia e sparivano dietro l’angolo; quell’insulso
elfo lo aveva tenuto sveglio
per tutta la notte e di certo lui non era uno che si preoccupava di
cosa
pensassero gli altri. “Ehy Bello Addormentato,chi stai
fissando?” Un ragazzo dai
capelli neri e gli occhi verdi si era seduto dall’altro lato
del tavolo,e
sventolava la mano per richiamare l’attenzione
dell’amico.
“Cole.” Lo salutò il biondo
“Parker e Flynn sono di nuovo in circolazione” Gli
occhi verdi del moro
ruotarono verso l’altro,per poi tornare a posarsi su quelli
grigi dell’amico di
fronte a lui. “Non alzare gli occhi al cielo con me Hyde!
Sono già parecchio
irritato di prima mattina: quel piccolo elfo della Brown non mi ha
fatto
chiudere occhio. Proprio ieri sera doveva mettersi a
fissarmi!” Eltanin mandò
giù un altro po’ di caffè,mentre
l’amico moro lo fissava a sua volta,incredulo.
“Momento
momento momento! Perché ti interessa
tanto se la Brown ti fissava,addirittura da perdere il sonno? Non ti
è mai
importato di nulla Gray,che ti succede?”
“Mi succede che non sopporto
quando qualcuno mi fissa,come stai facendo tu ora Cole! E visto che
questa mattina
sono parecchio scontroso,andrò a sfogarmi sulle due guardie
del corpo della
rossa,con permesso.” Il biondo si alzò dal
tavolo,lisciandosi i pantaloni verdi
della divisa e si diresse a passo svelto verso
l’uscita,lasciando l’amico in un
misto tra l’incredulo e il divertito. “Ah
Gray,chissà se l’impertinenza della
rossa non ti faccia dimenticare questi due anni.”
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