Wind.

di delilahs
(/viewuser.php?uid=252968)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.






La noncuranza di un soffio di vento é fatale.
Arriva come niente, si interrompe e poi soffia più veloce di prima. Danza, nel sole come nella luna, danza e gorgheggia.
Ti accarezza e ti sferza, come un coltello che tenta di tagliare il metallo.
Si sente lo stridore aspro, il suono amaro e il freddo pungente e se ti lasci trasportare non ne esci più.
Muove i fuscelli, sradica i tronchi memori di alberi secolari, eppure é indifferentemente inutile.
Ti sbeffeggia, ti lascia senza fiato e ironicamente te ne da di nuovo senza poterlo sentire.
Passa noncurante del tempo e dello spazio, trascina con sé chi a lui si vuole opporre.
Il vento é uguale in America, in Cina o in Danimarca. È alto e possente, anche se senza peso e luminescente.
È soffio di storia e di sapore, ispira tante poesie quante cronache nere. 
Quando cessa di soffiare regala una tranquillità insperata, degna di quelli che sanno di essere scampati ad una tempesta solo perché quest’ultima non aveva interesse a farsi più intensa.
È una calma tesa, ma anche amara, ansiosa per il prossimo fruscio che verrà. E perchè no, anche un po’ speranzosa.







 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2604609