Además el cuerpo y el alma

di Soledad
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Adémas el cuerpo y el alma
 
Sono ElisinaSmile ^___^
Con un nuovo account, il vecchio nickname mi aveva veramente stufata e poi non è che mi rispecchiasse tanto...
per lo meno, non adesso... ^_____^
Ho deciso di ripubblicare TUTTO, dalla prima all'ultima fanfict scritta,
incopiuta o no, iniziando dalla mia sezione preferita, quella su Tokyo Mew Mew.
E inizio con la mia primissima fanfict,
Tomorrow is an other day
incompiuta, mai terminata e messa da parte, ora la faccio ritornare completamente diversa,
con il mio nuovo stile di scrittura che è cambiato tantissimo,
ma sopratutto con una storia decisamente diversa.
Spero di non deludervi!
A presto!
Un beso.
Soledad
 
primer capitulo 
 
La verità... la verità sulla nostra esistenza.
No, non c'è una verità. Esistiamo e basta. Pensiamo, viviamo, amiamo, soffriamo... e basta.
Siamo, molto semplicemente. 
 
No, non lo condivideva. Doveva esserci un perchè di tutto quello che accadeva, un perchè a tutto quello che era successo, un senso per cui tutto doveva andare a rotoli, un senso alla sua sofferenza. Suo padre sbagliava, il senso c'era, c'era ma è troppo difficile, così tanto che nemmeno lui può capirlo, così tanto che non può fermare quello che stava succedendo.
Credeva fosse migliorata e invece... invece era sempre peggio. Sembrava stesse bene, sembrava guarita, invece ogni tanto aveva una ricaduta che la buttava giù e la teneva ferma per settimane finchè non riusciva finalmente a rialzarsi...
Doveva esserci un senso... non si può soffrire e basta. Perchè deve accadere. C'è un perchè, come c'è una soluzione per aiutarla.
Era l'unica persona che le era rimasta e non voleva perder per nulla al mondo, non lo meritava.
Avrebbe vissuto, senso o meno.
Per questo aveva deciso di farla andare là da loro, a Tokyo, per farla estare vicino a lui, per assicurarsi che davvero si stava prendendo cura di se stessa, perchè di questo ne aveva i dubbi.
Ormai da... quanto? Quattro anni? Ormai da quattro anni fra la depressione e la caduta fisica sembrava quasi volesse annullarsi da sola, come se non aspettasse altro che terminare quell'inutile esistenza. Perciò doveva tenerla d'occhio, per evitare che facesse sciocchezze.
Il suo aereo dovrebbe atterrare fra dieci minuti, l'avrebbe portata al Cafè e finalmente ci avrebbe parlato di persona, dato che sempre quattro erano gli anni che non la vedeva.
Delle sei eroine del progetto Mew, nessuna sapeva dell'esistenza di lei, tranne lui e Keiichiro. Lei è sempre stata quell'ombra su di lui, la sua eterna preoccupazione, il suo piccolo gioiello da proteggere. L'unica che le era rimasta.
Non ne aveva mai parlato, non li andava mai di parlarne e, quando Keiichiro tirava fuori il discorso per caso, o rispondeva a monosillabi oppure sviava subito la conversazione ad un'altro argomento che poteva rappresentare una preoccupazione tangibile.
E non ne avrebbe mai parlato. Sapeva che le altre l'avrebbero vista, era inevitabile, ma mai si sarebbe messo a parlare di lei, di loro, di tutto quello che era successo e di quello che accadrà.
Lei era il suo piccolo segreto. La sua ossessione da sempre a cui aveva anche trovato un rimedio, ma... il rimedio aveva rifiutato lui. O almeno, il rimedio aveva un'altro da curare con la sua estrema dolcezza...
Aveva sempre considerato lei come un veleno, ogni volta capace di prenderlo e di ucciderlo un po' di più, per una miriade di motivi che non avrebbe mai amesso, nemmeno di fronte a lei. Forse soltando uno dei tanti avrebbe potuto dire: era colpa sua.
Con il progetto mew, con l'antidoto, quasi si era alleviato il senso di colpa, ma ora, ora che il rimedio è di altrui, ora che lei torna, avrebbe ricominciato come quattro anni fa, a sentire un peso sul cuore di cui però in parte non poteva fare a meno. Perchè di lei amava tutto quanto, ogni suo particolare ed ogni suo comportamento. Ma era colpa sua se ora tutto era andato a rotoli.
L'aereo è atterrato, fra poco sarebbe arrivata.
La vede camminare verso di lui, è cambiata tantissimo, quasi non la riconosceva, però quegli occhi color grigio non tradiva mai, quegli occhi inimitabili e unici nel suo genere, quasi trasparenti come se volessero mostrare un'anima che ora sta morendo lentamente.
La abbraccia, la guarda, sì, è cambiata.
"Bentornata" le sussurra Ryou prendendole le mani.




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