"Benvenuto nella mia umile dimora, Moroboshi", disse Shutaro al suo ex compagno
di classe mentre appoggiava sul tavolo un vassoio con sopra una teiera ed un
paio di tazze di porcellana pregiatissima. "Gradisci una tazza di tè
verde?".
"Piantala con questa commedia, Mendo!", lo rimproverò Ataru. "Per quale
motivo mi hai sguinzagliato contro i tuoi mastini?!".
"Scusami, Ataru", tentò di giustificarsi il giovane Mendo mentre osservava il
volto stravolto ed imperlato di sudore del suo coetaneo. "Dal mio monitor di
sorveglianza ti avevo scambiato per un ladro e dal momento che i miei
cuccioletti si annoiavano, ho pensato di far sgranchire loro le zampe e di
aprire le gabbie. Sai com'è, con tutti i malintenzionati che ci sono in
giro...".
"E questa ti sembra una scusa valida?!", urlò Ataru furioso per il
trattamento ricevuto. "Per poco i tuoi cani non mi riducevano ad un
colabrodo!".
"Sei sempre il solito codardo, Moroboshi", lo punzecchiò Shutaro mentre
sorseggiava il suo tè. "Da anni mi chiedo come quella soave creatura che
corrisponde al nome di Lamù si sia innamorata di un tipo come te...".
"Questi non sono affari che ti riguardano!", rispose il giovane Moroboshi con
uno sguardo gelido.
"Non hai tutti i torti", disse Shutaro per nulla impressionato dalla reazione
di Ataru. "In ogni caso, perché sei qui?".
"Ho bisogno del tuo aiuto", disse all'improvviso Ataru mentre si inginocchiò
davanti al giovane Mendo. "Mi serve un lavoro".
"Mi hai forse preso per un'agenzia di collocamento?!", disse Shutaro
indignato.
"No, ho solo bisogno di soldi e tu sei l'unico che possa aiutarmi", concluse
Ataru.
"Questa è bella!", disse Shutaro mentre si alzava dalla sedia. "Come mai il
ragazzo più pigro e sfaccendato del Giappone mi chiede un lavoro retribuito? C'è
forse un motivo particolare?".
"Questo non te lo posso dire!", replicò Ataru imbarazzato.
"Capisco", disse il giovane Mendo. "Comunque, credo proprio di poterti
aiutare".
"Dici davvero?!", domandò il giovane Moroboshi stupefatto.
"Sì. Tra una settimana, ossia il 4 di Agosto, dovrò partire con mio padre per un importante viaggio d'affari in Cina e dal momento che il mio
assistente personale si è ammalato... tu prenderai il suo posto!".
"Cosa dovrei fare, esattamente?", chiese Ataru impressionato all'improvvisa
generosità di Mendo.
"Dovrai semplicemente eseguire alla lettera tutte le mie istruzioni e alla
fine del lavoro sarai ricompensato come meriti", concluse Shutaro.
A quel punto, il ragazzo più ricco del Giappone versò il tè nella tazza e la
porse ad Ataru. "Affare fatto, allora?".
"Prima vorrei parlarne con i miei genitori", rispose il giovane
Moroboshi.
"Va bene", disse Shutaro. "Ma attendo una risposta entro quattro giorni".
Ataru acconsentì e alla fine i due ragazzi brindarono all'accordo
raggiunto.