CAPITOLO 1_ LA FINE E’ IL MIO INIZIO
Note pratiche alla FF: Ho già spiegato nelle note
al capitolo dove inizia questa fan fiction. Vorrei solo aggiungere che
non posterò in date prestabilite, potrei postare 20 capitoli
in un giorno e poi non farmi risentire per un mese. Farò del
mio meglio per mantenere un ritmo piuttosto costante ma le Vacanze e
poi gli impegni liceali temo mi freneranno parecchio. Scusate quindi i
miei già preannunciati ritardi e portate pazienza. Spero che
la storia vi piaccia e vi prego di lasciare un sacco di commenti,
insultatemi se volete J ma lasciatemeli! Grazie!
Note al capitolo: Diamo a Cesare ciò che è di
Cesare. O, per meglio dire, diamo a Terziani ciò che
è di Terziani. Ovvero il titolo, che è appunto il
titolo di un suo libro che, per così dire, preso in prestito
perché si calza a pennello con il primo capitolo di questa
storia, che inizia là dove finisce il settimo libro (Prologo
escluso) , quindi subito dopo la fine della guerra. Oltre a Terziani
c’è da dire che, tutti i personaggi usati nella
seguente FF sono creature di J.K.Rowling. Buona lettura
La Sala Comune era deserta e Hogwarts non era mai stata così
silenziosa. I corridoi di solito animati dalle urla di Pix
erano vuoti e immobili. Alcune armature erano state distrutte
e i loro resti si mischiavano alla polvere, ai calcinacci e al sangue
che impastava i pavimenti.
-Sembra di essere in un film dell’orrore- sussurrò
Hermione, impaurita. Quando Harry si voltò per guardarla
vide che Ron l’aveva presa per mano, le sorrise e lei
ricambiò il sorriso. –Credo che Ginny ti stia
aspettando, Harry-
-E mai far aspettare una Weasley!- aggiunse Ron, sorridendo
Come poteva sorridere dopo tutto quello che era successo? Aveva appena
perso un fratello! E stava sorridendo per lui. Era
un’ulteriore prova d’amicizia ed Harry lo
guardò con affetto.
-Non voglio entrare in Sala Grande per un po’-
borbottò insicuro –e comunque, non voglio
strapparla alla sua famiglia-
Era vero. Aveva visto Ginny abbracciata alla madre e in quel momento le
era sembrata così fragile che aveva avuto paura. Da quando
Harry la conosceva non l’aveva mai vista fragile. Anche
quando era bambina e non riusciva a dire una parola in sua presenza,
quando arrossiva e urlava appena lo vedeva, Ginny aveva sempre
mascherato qualsiasi fragilità. Non aveva mai pianto davanti
a lui, e non l’aveva vista piangere neppure ora, dopo la
morte di suo fratello e di Tonks, a cui era molto affezionata, e di
Lupin e di Colin. Di fronte a tutta quella brutalità lei non
si era lasciata scappare neppure una lacrima, di fronte a lui.
Durante la Guerra, l’aveva vista inginocchiata accanto ad una
bambina impaurita e l’aveva sentita dire che andava tutto
bene, l’aveva sentita trovare la forza di mentire
spudoratamente per il bene di quella bambina. E aveva provato
un’ammirazione così grande per lei che aveva
scoperto di amarla ancora di più.
Era a lei che aveva pensato per tutto il tempo che lui, Ron e
Hermione avevano passato lontano dalla Tana. Era il puntino con scritto
il suo nome che tanto aveva osservato sulla Mappa del Malandrino. Ed
erano i suoi capelli e i suoi occhi e il suo sorriso che aveva visto
così nitidi nella sua testa un secondo prima che un getto di
luce verde lo colpisse in pieno. Come sua madre, era morto per lei.
Certo aveva pensato anche a Ron e a Hermione e a Neville e agli altri,
ma era stata lei il suo ultimo pensiero.
Erano tutte cose che Ginny aveva il diritto di sapere.
Perché lei lo aveva aspettato, lo aveva amato da lontano per
sei anni, era sempre stata pronta ad aiutarlo e le era accanto nei
momenti difficili. E in quei momenti lui aveva pensato solo a Ron e a
Hermione, e l’aveva lasciata lì, sola, ad
aspettare. Ma lei non si era data per vinta ed aveva aspettato, fino a
quando finalmente si era accorto di lei. Si sentiva così
stupido adesso. Come aveva fatto a non accorgersi prima di quanto era
bella? E come aveva fatto a non capire quanto era straordinaria, e
forte, e quanto lo amasse davvero?
Doveva parlare con lei. Lei aveva il diritto di sapere anche le poche
cose che né Ron né Hermione sapevano. E lui
voleva che le sapesse. Aveva bisogno che le sapesse.
-Devo parlare con Ginny- disse risoluto. Con tanta forza e sicurezza
che si spaventò da solo.
Ron e Hermione gli sorrisero incoraggianti.
Quella non era la fine. Quello era il suo inizio, l’inizio
della sua nuova vita con Ginny, Ron, Hermione e i Weasley.
La fine è il mio iniziò, pensò. Poi,
sorrise anche lui.
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