We miss you, buddy. di Sery400 (/viewuser.php?uid=525171)
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Note: buonasera! Tutti distrutti per il season finale? Io,
personalmente, sono a pezzi. Già mi manca tvd, Damon, il
Delena, gli spoiler. Tutto. E pensare che dovremo aspettare fino ad
ottobre ç_ç
Nell'attesa ho scritto questa ff, che inizialmente doveva essere
ironica, ma poi la mancanza di Damon si è fatta sentire
così intensamente che non ho potuto dargli altro finale.
Parlando del finale, non ne sono convinta. L'ho scritta di fretta tra
ieri e oggi e mi sembrava che un finale del genere fosse il
più adatto, ma... non lo so, ditemi voi!
Il gioco che faranno, "non ho mai" è stato un po' modificato
e stravolto, vista la situazione, ma non soffermatevi troppo sul
dettaglio.
Spero non sia venuta una totale delusione.
Enjoy! <3
«E così, tu sei l’amico buono di
Damon» disse Enzo, sedendosi sul divano di casa Salvatore,
accanto ad Alaric.
«E tu sei il vampiro omicida, amico di Damon»
risposte Alaric.
«Esattamente.» Il ghigno sul volto del vampiro si
estese.
«Vi ho visti, dall’altro lato. Da lì si
vede tutto» commentò l’altro.
«Geloso?» chiese Enzo con la solita arroganza e
vantamento, alzando le sopracciglia e guardando Alaric con aria di
sfida, con la convinzione che non avrebbe mai vinto.
«Nah, infondo ti ha lasciato morire anni fa, ha ucciso
l’amore della tua vita e poi ti ha lasciato morire di nuovo.
Perché dovrei essere geloso, quando io non ho fatto altro
che stargli vicino sempre e comunque?» chiese con
ovvietà.
«Dimentichi la parte in cui nonostante tutto mi ha sempre
perdonato e ha fatto di tutto per farmi tornare» rispose
l’altro con un occhiolino.
«Già, cosa non fa fare la solitudine!»
esclamò allora Alaric, prendendosi gioco di Enzo. Voleva
davvero competere con la loro amicizia?
Intanto, dal luogo oscuro in cui il loro comune amico era stato
risucchiato via, Damon si godeva la scena. Il tutto aveva un non sapeva
che di esilarante. Era bellissimo realizzare quanto gli unici due amici
a cui aveva mai voluto bene lo ricambiassero con tanto amore e persino
litigassero per lui.
«Ci manca solo che si prendano per i capelli e inizino ad
urlarsi contro» commentò dall’alto
Damon, immaginandosi la scena e facendo comparire il suo sorriso storto
sul suo volto.
«Cosa vedi di tanto divertente?» una voce alle sue
spalle lo fece voltare. Bonnie era lì e lo squadrava.
«Enzo ed Alaric che competono per me.»
«Wow, dovrebbe essere spassoso. Il vampiro omicida contro
l’umano buono diventato vampiro assassino e poi tornato
buono.»
«Potrebbero farci una sit-com» commentò
Damon, seriamente divertito e continuando a godersi la scena.
«Mmm… vediamo» disse Alaric tra
sé e sé alzandosi dal divano. «Se non
l’ha spostato, dovrebbe essere qui.»
Aprì uno sportello di un mobile e tirò fuori una
bottiglia di whiskey, sorridendo esultante.
«Cosa?» chiese Enzo fingendosi disinteressato.
«Il bourbon per i momenti memorabili» rispose
stappandolo e versandosi un bicchiere. «Vuoi?»
offrì.
«Che festeggiamo? A quanto ricordo il nostro amico
è ancora morto.» I suoi occhi furono attraversati
da un lampo di tristezza e nostalgia.
«Brindiamo in suo onore, non vorrebbe vederci depressi. Lo
conosco abbastanza bene da saperlo.»
«E io lo conosco abbastanza bene che rosicherebbe tantissimo
sapendo che siamo qui a bere mentre lui è laggiù
da solo, morto. Senza i suoi amici e senza la donna che ama.»
Beh, in realtà avevano ragione entrambi, pensò
Damon. Era una tortura stare lì a vedere le persone a cui
teneva godersi la loro vita, senza poter gioire anche lui. Ma sarebbe
stato ancora più devastante vederle tristi e depresse. In
fondo, lui era morto felice, sapendo che la donna che amava lo
ricambiava con tutta se stessa. Era morto con un sorrisetto sulle
labbra, pensando a lei. Con il cuore felice. Ora, questa
felicità, la meritavano i suoi amici.
«Vabbè, se non vuoi bere, bevo io»
esclamò Alaric, scolandosi il suo bicchiere di whiskey. Enzo
allora si alzò e si versò da bere anche lui. In
fondo gli mancava il suo amico ed affrontare una conversazione del
genere da sobrio era impensabile.
«Facciamo un gioco. “Non ho
mai…”, attinente a cose riguardanti
Damon» propose Enzo. Alaric lo squadrò, pensando
che lo stesse prendendo in giro, ma osservando la sua espressione
seria, acconsentì.
Prepararono parecchi shottini e si misero uno di fronte
all’altro, seduti sul pavimento del salone Salvatore, con
essi tra di loro.
Sono matti.
Fu il primo pensiero di Damon, quando vide quella scena. Sembrava
davvero una sit-com. Era sia divertito che ansioso in quel momento,
chissà cosa avrebbero tirato fuori!
«Inizio io» disse Enzo. «Non sono mai
morto per mano di Damon.»
«Vedo che hai studiato, prima di proporre questo
gioco» disse Alaric tra il divertito e l’acido, poi
bevve.
«Beh, tu ci hai osservato tutto il tempo, non sarebbe stata
alla pari.»
«Non ho mai spento i sentimenti a causa sua.»
«Tecnicamente io li avevo spenti per l’amore della
mia vita.»
«Beh,
tecnicamente, hai detto, testuali parole: “Non
voglio odiarti, perché se ti odiassi, non mi rimarrebbe
niente. C’è un’altra opzione.”
Quindi, l’hai fatto per non odiarlo, quindi per lui.
Bevi.» Alaric sorrise soddisfatto, mentre Enzo gettava la
testa all’indietro buttando giù il liquido ambrato.
«Stavo per dire “l’amore della mia vita
non è morta a causa di Damon”, ma… bhe,
l’ha fatto» disse Enzo. Bevvero entrambi, poi si
lasciarono andare entrambi ad una risata, dettata per lo più
dall’alcool presente nel loro organismo.
«Io stavo per dire “non ho mai provato ad
ucciderlo”.»
«Beh, era un bastardo. Penso che non ci sia nessuno che non
abbia mai provato ad ucciderlo.»
Damon sorrise amareggiato, pensando che avevano ragione, che ha provato
anche lui ad uccidere se stesso, quando i demoni dentro di lui erano
diventati troppi. Si ricordò di quanto stava effettivamente
per morire e nonostante Elena era lì per lui, lui non voleva
essere salvato, perché meritava
di morire.
Ora era morto, eppure non riusciva a pensare ad altro, se non stare
insieme ai suoi due migliori amici.
«Già.»
«Però era comunque il migliore amico di entrambi.
Com’è possibile?» chiese Enzo.
«Probabilmente perché il suo livello di
coglionaggine era paragonabile alla quantità
d’amore presente nel suo cuore.»
«Probabilmente. Non credo di aver mai visto qualcuno capace
di amare con la stessa intensità con cui ha amato lui. Ha
amato Elena, ha amato il fratello, ha amato me. Forse è per
questo.»
Alaric pensò che il nemmeno troppo Bourbon che avevano
bevuto gli aveva fuso il cervello o che la fine del mondo era vicina,
se stava elogiando Damon,
insieme ad Enzo. «Credo che manchi ad entrambi,
non è così?» chiese.
«È la seconda volta che provo questa sensazione e
non credo esista cosa peggiore. L’assenza di Damon si sente
tanto quanto la sua presenza» dichiarò Enzo, il
suo sorriso malefico svanito da un po’.
Una lacrima rigò il viso di Damon, mentre quelle parole si
facevano strada nel suo cuore.
«Sei riuscito a farti amare tanto quanto farti
odiare» sussurrò Bonnie accanto a lui.
«Vorrei essere lì con loro. Per loro»
disse, lasciandosi andare alle silenziose lacrime che si versarono
fuori dalla profondità de suoi occhi. Era tanto che non
piangeva così. Per Elena non l’aveva fatto. Lei lo
aveva reso felice, all’ora della sua morte. Le sue lacrime
erano state la sua gioia e la sua distruzione insieme, ma era felice di
tutto quello che aveva trascorso con lei. Era felice di averle detto
addio sapendo che lei lo amava come nessuno avrebbe mai potuto fare.
A loro non aveva detto addio. Non aveva mai visto Enzo, dopo la sua
morte ed Alaric è riuscito a malapena a salutarlo. Tutti e
due i suoi amici si aspettavano di rivederlo, che senso aveva dirsi
addio? Eppure eccolo lì, a rimpiangere di non esser riuscito
a sistemare le cose con entrambi. Aveva lasciato Enzo on le emozioni
spente, in cerca di vendetta e senza nemmeno avergli chiesto scusa.
Mentre desiderava così tanto passare di nuovo del tempo con
Alaric, che l’idea di allontanarsi da lui di nuovo non gli
aveva nemmeno attraversato la mente.
E così piangeva, dando sfogo a tutte le sue emozioni,
pensando che non avrebbe mai potuto incontrare persone migliori di
quelle che avevano vissuto con lui negli ultimi cinque anni della sua
vita.
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