Chiamandolo amore
Chiamandolo amore
«Non avevo soldi. Arrivai lì
casualmente, camminando lungo i binari. La capanna era un
accostamento di materiali pacchiani, eppure profumava di poesia.
L'eremita mi guardò: i suoi occhi erano antichi, la pelle bruciata
dal sole, le mani...»
… callose, e c'ho goduto un sacco
quando mi toccava mentre mi scopava.
Questa storia del cazzo l'ha raccontata
mille volte, sempre più patetico. Ogni volta che sentiva la poesia
della vita sfuggirgli, quasi
sempre per causa mia.
Ora,
mezzo calvo, con quell'orrida pancia da cinquantenne, anche chi non
la conosce lo compiange, il fallito orgoglioso delle trasgressioni
giovanili.
Sorrido:
lo schiaccerò ancora. Deprederò il suo corpo repellente e lo
umilierò chiamandolo amore.
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