Il rumore della solitudine

di Giustin
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Il rumore della solitudine

In un mondo di rumori la solitudine spezza il caos,
infrange le barriere, dissolve i colori.
Viene riempita da un’unica melodia:
Note grigie e vacue di pioggia che cadono.
Cadono come pietre in uno stagno,
Ma se queste smuovono limpide acque, 
Le prime toccano un’ anima già offuscata, 
Perduta, vuota.

Sei circondato, al centro inerte. 

Lacrime di nera cenere, 
Dove non si possono riflettere raggi di speranza,
Rigano quel volto che una volta ti apparteneva.
Nascosto, è il cuore della solitudine.
Una stele di cristallo.
Basterebbe così poco per romperla:
Un colpo di vento, un soffio, un respiro di vita.
Ma quella pioggia non ti permette di scappare, di ascoltare,
Di vivere.
Da lontano frammenti di una luna corrotta 
rischiarono per poco quella tua invisibile prigione, 
ma esse non sono altro che fioche lucciole in fondo a un pozzo.

Sbarrato dalla paura, un vuoto di angoscia. 

Come si può vivere ? 
Come si può reagire?
Come puoi fuggire se il primo ostacolo è uno specchio? 
Ghiaccio che imprigiona Fuoco.
Cielo che imprigiona Terra.
Un paradosso, una realtà.

Ma il mondo con le sue incertezze ti dona una possibilità.
Un raggio di vera luce tra le gocce.
Correre, ballare, giocare sotto quell’incessante  pioggia.
Credere, sognare, sperare, un arcobaleno di colori filtra dal cuore.
Pioggia non più nemica e opprimente.

Se non puoi scappare perché non apprezzare dove ti trovi ?
Se non riesci a parlare perché non far cantare il cuore ?
Sorrisi sotto una pioggia amica 
cullati da una melodia, superate le  paure.
Difficile accettare.
Difficile sentirsi accettato.

Provare ad avvicinarsi a quella pioggia, accorciare le distanze passo passo.
Abbandonarsi al richiamo di vita.

Adesso,
Luce, colori inondano un Io più vivo.




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