Era notte fonda in Giappone, c'era molto silenzio, non volava
una mosca. Le vie del centro erano illuminate dai lampioni che, aiutati
dalla pioggia, creavano dei giochi d'ombra. In un quartiere del centro di
circa quattro piani,abitava una ragazza: lunghi capelli
biondi, lucenti, occhi color dell'oceano...
Era sveglia, distesa sul letto con un braccio sopra la
fronte. Aveva l'aria pensierosa ma allo stesso tempo
preoccupata. Sembrava stanca...stanca del suo lavoro,della gente che le
stava intorno,della sua vita... Era vestita con un completo grigio,che
finiva a pantaloncino, ma che le lasciava scoperta gran parte del busto e della pancia, il seno era unicamente coperto da un reggiseno dello stesso colore del vestito. A terra c'erano un paio di stivali anch'essi
grigi che dovevano arrivare sino alla coscia. La ragazza si
girò alla sua sinistra, uno sguardo fuori dalla finestra e si
mise davanti allo specchio. Sotto di esso c'era un comodino con dei
cassetoni e, da uno di essi, prese una vecchia fotografia. Erano
raffigurate due bambine, abbracciate e sorridenti, di circa 5 o 6 anni: la
più piccola era una bambina mora, con i capelli lunghi sino a sopra le spalle, con occhi grandi azzurri mentre
l'altra, la più grande, molto probabilmente era la ragazza da
piccola, lei.
- Perché non riesco a ricordare?! Io e Anna non
facciamo altro che combattere a morte. Invece una volta eravamo delle
sorelle vere. Perché non riesco a ricordare?- Alzò
la voce -Perchè??- Con un movimento brusco ripose la foto
dentro il cassettone e si appoggiò al
muro. Afflitta, andò in bagno e si fece una doccia per
schiarirsi le idee. Dopo un'ora buona, uscì dal bagno con una tovaglia intorno
al corpo mentre con un'altra tovaglia si asciugva i capelli ancora
bagnati. Ad un tratto partì la segreteria:-SEGRETERIA
TELEFONICA, LA PERSONA CHIAMATA è MOMENTANEAMNTE
OCCUPATA, LASCIATE UN MESSAGGIO DOPO IL BIP- biiiip - Nina...- una voce
femminile iniziò a parlare - sono Anna -. Nina si
girò di scatto - Visto che domani non ho nessuna missone in
particolare nè cose varie e non lavorerò, mi
chiedevo se domani ci potremmo vedere lungo la strada prima di casa mia, quella con quel grande edificio abbandonato, so che la conosci molto bene. Ti devo parlare urgentemente. Vieni
puntuale alle 19 esatte, ti aspetto- Nina guardò fuori dalla
finestra. Conosceva quella via, c'era andata molte volte ma solo a scopi
di lavoro poichè faceva la seria killer e quella via era un
posto tetro e disabitato, formato da viuzze scure e strette."E se fosse
una trappola?", pensò Nina. Rirornò in bagno, si
asciugò i capelli con il phon, si mise il pigiama e si
distese nel letto, curiosa di scoprire cosa aveva di così
importante da dirle la sorella. Erano le 6,30 della mattina del 16
gennaio e l'aria fresca della mattina entrava dalla finestra. Nina era
già in piedi, vestita con una maglietta nera a dolcevita e dei
pantaloni bianchi. Si stava truccando davanti allo specchio: solo un po'
di correttore e rossetto perché lei era semplice nel
truccarsi. Prese la giacca e uscì. Dopo una lunga passeggiata
andò al cimitero dove fu sepolto suo padre e dove, tempo
fa, si era ricordata della sua rivalità con la
sorella. Presso un fiorario lì vicino, prese un mazzo di gigli e
lo posò sulla tomba per poi ritornare a casa. Tornata, la trovò tutta sottosopra: cassetti aperti, vestiti a
terra, quadri rotti... Si guardò intorno senza fiatare poi sentì
un rumore provenire dalla cucina. Prese la pistola, andò in
cucina ma non fece in tempo a bloccare quella figura perché era
già scesa dalla finestra. Vide solo che era un
uomo. Tornò nella sua stanza per mettere in ordine ma non
trovò l'album delle foto e neanche quella con la
sorella. Controllò tutti i cassettoni ma non trovò
nulla. "Perché ha preso le foto e non ha preso cose
più preziose?" Nina vrebbe preferito che avesse preso i soldi
o i gioielli ma le foto no. Quelle le servivano per ricordare e
consolarsi. "Devo trovare chi è stato e riprendermi le foto"
Alle 18,40, dopo aver messo la casa in ordine, Nina era pronta
per incontrare la sorella. Lungo la strada, pensava a cosa potesse dirle
la sorella e se era una trappola o no e cosa fare. Arrivò
nella via, buia, stretta...Nina si guardò intorno ma non vide
nessuno e, pensando che fosse una trappola, fece per andarsene
quandò una voce la fermò. Una sagoma si stava
avvicinando...
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