Prologo
Il ragazzo rimane fermo, sbigottito da ciò che gli circonda ed intanto qualcuno sbatte contro la sua spalla. Gli occhi color terra del ragazzo guardano l'individuo che gli è sbattuto contro, che non sembra avere un'aria molto felice a giudicare dall'espressione arrabbiata.
-Idiota! Levati dalla strada!- dice l'uomo...palesemente in italiano, facendo sgranare ancora di più gli occhi al ragazzo.
Dovrebbe tutto essere normale...se non fossero a Shanghai, nel bel mezzo del mercato, in cui tutti sembravano parlare l'italiano.
Arriva dietro di lui una ragazza dai capelli rossi, bassa e pallida, con gli occhi dello stesso colore del ragazzo. Allunga la mano e l'appoggia sulla spalla del bruno con un sorriso compiaciuto. Lui si gira e la guarda con un sorriso che gli parte da un'orecchio all'altro.
-Com'è possibile?! Io li capisco! E loro...- il ragazzo si guarda attorno e va verso una bancarella che vende gioielli di legno -...Senta, quanto costa quel braccialetto?- finisce indicando un piccolo braccialetto con una scimmietta intagliata. La commessa cinese guarda il braccialetto e lo prende.
-Costa 4 yuan*- dice la donna porgendogli il braccialetto.
-Accetta Euro?- domanda il moro sorridendo e la donna annuisce con un dolce sorriso. Il ragazzo compra il braccialetto e si gira verso la ragazza.
-E loro riescono a capirmi- dice con gli occhi che gli brillano mentre allaccia il gioiello di legno al polso della ragazza, facendola arrossire.
-M-ma non dovevi- borbotta tutta rossa.
-Questo e altro per te- risponde e la bacia. La ragazza si accoccola a lui e sorride, tutto questo è perfetto.
-Morgana?- chiama il ragazzo, facendo alzare lo sguardo della ragazza dai capelli rossi.
-Si, Daniele?- risponde la ragazza guardandolo negli occhi.
-E'...quella macchina vero? E' quella a farmi capire il cinese?- chiede Daniele un po' serio.
Morgana annuisce.
Insieme, girano la testa nella stessa direzione, posando lo sguardo sulla "macchina" citata.
Una cabina blu della polizia londinese degli anni '60.
[...]
-Non penso mi abituerò a questa cosa- dice Daniele guardandosi attorno all'interno della cabina...più grande all'interno che all'esterno.
La rossa ride, facendo perdere un battito al bruno.
-Pensa, io le prime volte che ci entravo avevo sempre mal di testa- dice ridendo.
Il bruno guarda stupito la sua ragazza destreggiarsi tra i comandi di quella strana macchina. Lei sembra così a suo agio in quella marea di bottoni, che brillano e si illuminano mentre vengono premute da lei...e poi...è dannatamente bella. I capelli rossi della ragazza sembrano più vivi e il suo sorriso potrebbe anche essere più luminoso di una stella.
Già...Daniele l'ama un sacco quella ragazza focosa e scatenata.
Però, in lui c'è quella sensazione...quasi un presentimento.
Quel tipo di presentimento.
-Come hai detto che si chiama?- chiede Daniele cercando di distrarsi e a scacciare quei pensieri improbabili dalla testa.
-Lei mi ha detto di chiamarsi TARDIS, ma ha anche aggiunto che si chiama Sexy- dice la rossa ridendo un po' e facendo ridere anche il bruno.
-Sexy?- le dice il bruno continuando a ridere.
-Beh dai. Effettivamente è molto sexy- ammette la ragazza, afferrando una leva. Il ragazzo, capendo cosa sta per succedere, si aggrappa immediatamente al parapetto vicino a lui. La prima volta che aveva visto quella leva è stata durante la partenza; l'esperienza che ha avuto, dopo che ha visto la sua ragazza abbassarla, non è stata una delle migliori, anche perché il bruno è stato catapultato dall'altra parte della sala controllo facendo un frontale col pavimento di vetro.
No, sicuramente non è un'esperienza che Daniele vuole rifare.
La rossa, appena vede la sua metà aggrapparsi alla ringhiera come un polpo, si mette a ridere.
-Si parte!- esclama abbassando la leva.
La nave spaziale comincia a scuotere coloro che stanno all'interno di essa, facendoli vacillare e divertire, quasi come se fosse un parco giochi, con quel rumore di sottofondo unico ed inconfondibile che accompagna la coppia il un normale ritorno a casa.