Hai cambiato il mio mondo

di Himeno
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Hai cambiato il mio mondo
 


A volte il destino faceva davvero degli strani scherzi. Io, Shade, sono nato in una famiglia di pomposi nobili. Io che detesto vestirmi con quegli odiosi merletti, io che detesto partecipare a noiosissime feste da ballo.
Odio tutto della mia vita. Sono rimasto solo. I miei genitori sono morti durante una tempesta in mare e così sono andato a vivere nella residenza di mio zio Roman, il fratello di mio padre, nonché il governatore di un isola dei Caraibi. Una persona orrenda che non sa nemmeno cosa sia la pietà. Mio padre non era così. Era un uomo giusto anche se severo. Metteva l’onore prima di ogni cosa, anche al di sopra della famiglia. Non che non volesse bene a me e a mia madre ma passava più tempo nello studio oppure viaggiava molto per controllare i suoi possedimenti all’estero piuttosto che stare con noi. Era stato un bell’uomo con capelli biondi e occhi viola. Non avevo preso quasi niente da lui. Avevo gli occhi e i capelli color cobalto proprio come mia madre. Prima di sposarsi, lei era stata tra le donne più corteggiate dell’Alta Società. E anche dopo il suo matrimonio con mio padre, molti uomini si giravano ancora per ammirare la sua bellezza. Io l’adoravo. Mi era sempre stata accanto e da piccolo mi leggeva ogni sera una storia, nonostante fosse compito della tata. La mia preferita era quella che parlava di un marinaio che aveva vissuto molte avventure e che poi si innamora di una sirena. Bè… in realtà quest’ultima parte non mi piaceva tanto. Non mi sono mai interessate le storie d’amore. Insomma le definivo cose da femmine. Io volevo l’avventura. Solcare i mari e vivere esperienze indimenticabili.
Ma purtroppo… non era il mio destino. All’età di 6 anni rimasi orfano e mio zio mi designò come suo erede. Da allora la mia vita diventò un inferno. Voleva che diventassi malvagio e senza cuore. Mi diede un istruzione molto dura e con il passare degli anni mi arresi a ciò che aveva in serbo per me il futuro come governatore.
-Vedrai Shade. Diventerai un governatore temuto e rispettato da tutti- disse mio zio Roman.
Rispettato? Lui non sapeva nemmeno cosa voleva dire il rispetto per gli altri. No, io non voglio essere ciò che lui vuole.
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Poi ad una festa incontrai Reid. Un ragazzo della mia età con occhi e capelli castani. Piuttosto carino ma non poteva certo eguagliare me. Lui era orfano di padre, morto in guerra, e sua madre non si curava del figlio. Le importavano solo di se stessa. Avevamo molto in comune io e lui. Ci sentivamo entrambi soli e amavamo il mare. Già, nonostante i miei fossero morti a causa sua, non l’ho mai odiato. Il mare era tutta la mia vita.
Con il mio nuovo amico, la mia vita era decisamente migliorata. Alcune volte riuscivamo ad uscire di nascosto e a incontrarci in spiaggia. Giocavamo per ora senza preoccuparci di niente. Erano momenti felici quelli. Lontano da mio zio e da sua madre. Ma… tutto ha una fine.
-Ehy Shade- disse titubante Reid mentre giocavamo con la sabbia. Io mi girai a guardarlo. Aveva un espressione amareggiata.
-Dimmi Reid-
-Ecco io… devo andare via per un bel po’. Mia madre mi ha iscritto in una scuola in Inghilterra-
Come ho già detto, tutto ha una fine. Appena lui se ne andrà, io rimarrò di nuovo solo in quel mondo oscuro.
-Capisco- riuscii a dire solo questo.
Reid mi conosceva. Non sono mai stato un tipo molto espansivo. Piuttosto ero di poche parole e molto introverso. Ci avevo messo un bel po’ per aprirmi almeno un po’ con lui. Il muro che mi ero costruito intorno era crollato un po’ per far passare il mio unico vero amico. E questo muro si richiuderà per non far passare più nessuno.
-Ma ti prometto che tornerò. Quando saremo adulti entreremo nella Marina. Ricordi? Ne avevamo parlato- disse porgendomi la mano per stringerla.
-Già. Una volta adulti nessuno ci dirà cosa dobbiamo fare. Né mio zio né tua madre. Fuggiremo per arruolarci nella Marina- dissi stringendogli la mano, suggellando così la nostra promessa.
Compiuti 21 anni saremo liberi. Non diventerò mai governatore, preferirei morire. La mia vita non è su quest’isola.
-Per adesso addio, amico mio- disse Reid abbracciandomi.
-Addio, Reid-
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La cosa positiva del mio inferno è che il tempo passava più in fretta di quanto mi aspettassi. Erano già passati 2 anni da quando Reid se n’è andato. Avevo da poco compiuto 10 anni.
Oggi c’era un'altra stupida festa e come al solito cercai di uscire in terrazza per prendere un po’ d’aria approfittando del momento che mio zio era distratto dalle chiacchiere o da uno spettacolo. Ma stranamente non sentii la solita confusione delle feste. Erano tutti attenti a guardare entrare un gruppo di artisti tra cui c’era una bambina. Una bella bambina dai capelli rossi. Ora che ci penso, lo zio me ne aveva parlato. Doveva essere la famosa “Voce di Sirena” di cui si parla molto. Anche se piccola ha già una voce meravigliosa e molti la richiedevano per sentire i suoi canti. E non potevo che dargli ragione quando la sentii cantare. Chiusi gli occhi e mi incantai ad ascoltarla. Era veramente magnifica. Il mio cuore prese a battere più veloce nel guardarla. Doveva essere più piccola di me e aveva gli occhi cremisi, della stessa tonalità dei capelli. Non li avevo mai visti di quel colore e devo dire che erano davvero dei begli occhi.
A farmi tornare alla realtà fu il tossire della ragazzina. Mio zio sta esagerando. Così le sta facendo del male. Ha cantato talmente tanto per soddisfare questi maledetti nobili viziati da farle sforzare troppo le corde vocali. C’era solo una cosa che potevo fare per lei.
Andai dritta verso di lei e mi parai in sua difesa verso lo zio Roman.
-Per favore, zio. Lasciatela riposare. Canterà per noi dopo aver ripreso le forze, va bene?-
Si sentii un brusio generale tra la gente invitata ma a me non importava niente. Mantenni lo sguardo fisso sull’uomo che mi ha rovinato la vita. Lui contraccambiò lo sguardo facendo una smorfia contrariato.
-D’accordo nipote. Mi hai convinto. E vi chiedo scusa a voi, signori, per aver insistito ancora. Solo che la voce della bambina è davvero straordinaria e incantevole come dicono. Ne sono rimasto ammaliato-
-Vi capisco, signor governatore. Ma ora se non le dispiace vorrei far riposare i miei compagni- gli disse il capo del circo.
-Andate pure. Le stanze sono già pronte per voi-
-Grazie. A dopo allora- e si congedarono al cospetto della corte.
A quel punto, la ragazza, Fine, si girò verso di me e mi osservò provocandomi un brivido lungo la spina dorsale. Per fortuna è sana e salva.
Appena la compagnia di artisti uscirono e gli invitati erano ripartiti con le danze, io e mio zio rimanemmo lì a sfidarci ancora con lo sguardo.
-Ringrazia di essere mio nipote, Shade. Se no a quest’ora eri già sulla forca. Quante volte ti ho detto che nessuno mi deve contraddire?-
-Perdonatemi zio. E solo che non volevo che quella ragazza perdesse la sua stupenda voce-
-Non volevo di certo questo. Ma l’hai sentita? È una voce che ti cattura nel profondo dell’anima-
-Me ne sono accorto. Tuttavia dovete stare tranquillo. Dopo la sentirete ancora cantare melodie. Tanto non scappa. Ce l’avremo per altri tre giorni-
-Già. Ma ricordati, Shade. Tu sei destinato a succedermi a ruolo di governatore. Perciò impara a essere più autoritario e non devi provare pietà per nessuno. Sei troppo buono e dal cuore tenero ma cambierai. Eccome se cambierai. Diventerai il governatore più rispettato e temuto di tutti-
Quante volte avevo sentito queste parole. Forse anche troppe.
-Lo so, zio. Conosco già il mio destino. Adesso, però, vi lascio. Mi sento un po’ stanco-
-Vai pure-
-Ci vediamo dopo- e così me ne andai anch’io lontano da quel branco di stupidi nobili.
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Quella sera non riuscii a dormire perciò andai verso le stalle per preparare il mio cavallo. Avevo bisogno di andare alla spiaggia. Tuttavia cambiai idea quando vidi una testolina rossa spuntare dalle rose del giardino. Sorrisi e mi avvicinai di soppiatto a lei.
-Ti piacciono le rose?-
-Eh? Ah! Siete voi, signorino. Mi avete spaventata-
-Scusami se ti ho disturbato. Non sapevo fossi così concentrata a guardare i fiori-
-Mi fermo spesso a guardarli. Sono gli unici momenti che mi sento bene con me stessa. A parte quando canto. Entro in un mondo tutto mio-
E’ quasi lo stesso per me quando sono vicino al mare solo che non ho il mio mondo. In questi anni ho passato più tempo a cercare di sopravvivere in questa casa infernale che a fare altro. Non avevo proprio il tempo per inventarmi un mio mondo immaginario.
-Capisco. Un po’ ti invidio. Hai un tuo posto speciale-
-Voi, signorino, non ce lo avete?-
-No purtroppo- dissi rattristandomi.
-Allora farete parte anche voi del mio rifugio- annunciò sorridendomi.
-Ma ne sei sicura? Posso davvero?- chiesi incredulo.
Nessuno mi aveva mai detto queste cose. Nessuno ha mai voluto togliermi dalla mia gabbia dorata di solitudine. A parte Reid. Ma essendo dei bambini, non possiamo fare molto.
-Certo. Comunque qual è il vostro nome?-
-Mi chiamo Shade-
-Avete un bel nome. Il mio lo hanno scelto guardando appunto una rosa rossa e voi?-
Anche lei aveva un nome bellissimo che le calzava a pennello.
-A me hanno raccontato che hanno deciso di chiamarmi così dopo aver visto l’eclissi di dieci anni fa-
Già. Mia madre me l’aveva raccontato con orgoglio, come fosse una cosa di cui vantarsi con tutti. Non mi dispiaceva il mio nome ma non mi sembrava un granché.
-Wow! È davvero bello!-
-Quindi è per la scelta del tuo nome che ti piacciono tanto le rose-
-Sì.  Mia madre e mio padre, prima di morire, mi mettevano sempre delle rose nella mia culla. È da allora che le adoro-
-Sei orfana?-
-Da diversi anni ormai. Ma non mi sento sola. Ho tutta la compagnia che mi aiuta a vivere e che mi vuole bene-
La invidio. Nonostante sia orfana come me, lei aveva delle persone meravigliose su cui contare e che le davano affetto. Tutto il contrario che a me. Io mi sono ritrovato con il diavolo in persona.
-Anch’io non ho più i genitori. Sono stato affidato allo zio quando avevo 6 anni-
-Allora anche voi siete orfano come me-
-Proprio così-
-Mi dispiace- disse con sguardo triste.
-Non ti preoccupare. La vita continua e loro vegliano su di me anche in paradiso-
Ci credevo sul serio. Non ero un tipo molto religioso ma credevo in Dio e nel paradiso e inferno. E sicuramente i miei erano tra gli angeli e mi stavano guardando.
-Avete ragione-
-Dai! Smettila di darmi del voi. Mi fa sentire un vecchio. Dopotutto ho solo due anni in più di te. Dammi del tu da bravi amici, d’accordo?- gli dissi con un sorriso.
Era raro che sorridessi. Nella corte non avevo mai motivi per sorridere e gioire. Le uniche volte in cui ho sorriso sinceramente erano con i miei genitori e con Reid. Ma da due anni ormai non avevo né l’uno né l’altro.
-D’accordo, Shade-
-Bene. Parlando d’altro, la tua voce è davvero meravigliosa. Anche se scommetto che te lo hanno già detto in tanti. Solo che è stupefacente. Non pensavo esistesse una voce come quella  delle sirene tra gli esseri umani-
-Non so nemmeno io il perché di questo dono. Ci sono nata e basta. Secondo me è in memoria di mia madre. Anche lei aveva una bella voce e conobbe mio padre cantando proprio in riva al mare come una sirena. Mio padre era un marinaio, sai? E adoro il mare-
Davvero? E’ piacevole sapere che amiamo entrambi il mare.
-Perciò hai il mare nel sangue. Anch’io lo adoro. Il mio sogno sarebbe quello di solcare i mari di tutto il mondo in cerca di avventure ma purtroppo mio zio non me lo permetterà mai-
Ma al diavolo il volere di mio zio. Io fuggirò da questo posto non appena sarò adulto.
-Mai rinunciare ai sogni.  Me lo dicevano sempre. Se ci credi fermamente puoi riuscire in qualsiasi cosa-
-Grazie per le tue parole. E il tuo sogno quale sarebbe?-
-Ecco… io non ne ho uno in particolare ancora- disse imbarazzata.
-Nessuno? Strano. Di solito le femmine sognano subito di diventare delle buone mogli e delle brave madri-
E di femmine ne ho conosciute. Tutte frivole. Sembrano delle oche.
-Forse quando sarò adulta ma il mio sogno in assoluto adesso non lo so qual è-
-Vedremo. Comunque tu per me sarai sempre la mia principessa cantante. Ti chiamerò così, d’ora in poi. Va bene?-
-Sì. Però io non sono una principessa-
Quant’era bello vederla arrossire.
-Per me lo sei. Non serve una coroncina e un titolo per essere principesse. C’è anche la nobiltà d’animo-
-Che significa?-
-Lo capirai tra qualche anno, Fine. Lo capirai- dissi mettendole una rosa tra i suoi soffici capelli rossi.
-Se lo dici tu- rispose arrossita.
Sorrisi e restai a guardare la persona che cambiò il mio mondo.
Il mio primo grande amore.
 
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Et voilà! Eccomi ritornata con una storia prequel della Conchiglia della memoria. Questa raccolta sarà composta da 4 one-shot che approfondiranno i personaggi di Shade, Fine, Reid e Cecilia, e racconterà dei loro primi incontri. Shade è andato e il prossimo sarà Reid. Ho voluto fare prima i maschietti e poi le femminucce, lasciando perdere la cavalleria :P Mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto e più avanti ancora vedrò di scrivere anche la storia di Marina, la figlia di Fine e Shade. Un po’ alla volta farò tutto.
Bacioni e alla prossima! :*




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