Cosa siamo noi?
Axel se ne stava tutto solo sull’alto campanile di Crepuscopoli,
seduto sul solido cornicione color dell’ocra, i piedi a penzoloni nel vuoto.
Quello era il suo luogo preferito, alto e solido si ergeva al di sopra
delle cose che si trovavano in terra, dominandole. Eppure non sembrava far
parte di quell’ammasso di edifici che i suoi abitanti chiamavano città, come un eremita che guarda da lontano quello che un
tempo era il suo popolo, illudendosi di non farne più parte; un po’ come lui, Axel, un Nessuno non diverso dagli altri della sua specie,
ma che ostinatamente voleva convincersi di non essere tale.
Cos’era lui? Cos’erano i Nessuno davvero?
Una dolce folata di vento gli scompigliò i rossi capelli, provocando un
delicato fruscio che andò a fondersi con quello del suo morbido soprabito nero,
e quello di qualcun altro.
disse una voce che lui conosceva bene.
accorto…>
disse Axel continuando a guardare fisso innanzi a sé e
accorgendosi solo in quel momento che il sole stava tramontando. Un piccolo
sorriso malinconico gli si dipinse in volto. Cominciò a parlare senza voltarsi.
Sentì il lieve rumore delle vesti che si piegavano mentre l’amico si sedeva
accanto a lui. contano…mi sento
quasi in pace guardando questa calda luce…>
Axel girò il capo, vedendo Roxas che gli porgeva
un ghiacciolo al sale marino. amico…in
effetti si c’è qualcosa che mi turba…o meglio non c’è
niente che mi turba, il che è peggio…>
credimi… il problema è… cosa siamo noi, Roxas? Cos’è
un Nessuno in realtà?> Axel diede una leccata al
ghiacciolo blu, e tornò a guardare l’orizzonte, senza alcuna espressione sul
volto.
<Io…io credo che siamo quello che ci hanno
sempre detto…essere incompleti, senza cuore, ed è per
questo che lottiamo per averne uno.>
sentimenti…non proviamo sentimenti…capisci?
Non sentiamo nulla, agiamo come automi seguendo solo gli istinti del corpo, l’unica
cosa che ci rimane. Siamo solo l’ombra di ciò che eravamo un tempo. Dunque mi
chiedo, combattiamo per avere un cuore, è vero, ma è una nostra scelta? Non
siamo forse schiavi del nostro istinto di sopravvivenza? E se fosse solo il
nostro corpo a volere un cuore? Senza di esso scompariremmo e saremmo
condannati all’oblio eppure ciò non mi fa né caldo né freddo. Sento solo un
disperato bisogno di un cuore… solo questo perché
forse è il mio corpo che lo desidera per essere completo…>
si interruppe, aveva pronunciato il discorso tutto d’un fiato, voleva ora
soppesare le parole che stava per dire e constatare che effetto faceva sull’amico
quanto aveva appena detto. Tuttavia Roxas restò in
silenzio, un’espressione indecifrabile aleggiava su di lui, e così Axel riprese. <…dunque…in
parole povere. Il fatto che il corpo voglia un cuore non dipende dalla nostra
volontà, quindi se non è un NOSTRO desiderio possederne uno…
allora non serviamo a…>
Roxas interruppe
bruscamente il monologo dell’amico.
Il gelato di Axel si era ormai sciolto e il
ragazzo gettò di sotto la stecca appiccicosa. Uno dei vantaggi (almeno per Axel) di essere un Nessuno era il massimo menefreghismo per
tutto e tutti. Una folata di vento passò improvvisa e inaspettata,
sottolineando il momento di silenzio, che però durò molto poco.
sorrise radioso
Axel sorrise, alzando lo sguardo al cielo. Avrebbe pianto se avesse potuto,
e invece sentì solo un qualcosa di indefinito, qualcosa di lontano ed appena
accennato, l’ombra di un sentimento, ma che per un momento lo fece stare
davvero bene.
continuò il ragazzino . Roxas inspirò una boccata d’aria notturna, poi incrociò le
braccia dietro la nuca e anche lui si mise a guardare il cielo. Allora Axel lo guardò disse.
ci fu un attimo di silenzio, poi entrambi sorrisero e proprio in quel momento il sole tramontò del
tutto, lasciando al suo posto un debole bagliore rossastro mentre cominciavano
a spuntare le prime stelle.
disse Roxas, rompendo il silenzio.
Axel che conosco!
Andiamo ora!>. Tutti e due risero, poi si misero in testa i cappucci dei
soprabiti, fondendosi col buio e scomparvero in delle macchie di oscurità, più
nere della notte stessa.