I need a hug.

di Chocola88
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Il sole penetrò dalle finestre, risvegliandomi da quel sonno in cui ero crollata ieri notte, poco dopo le 10.
Quando deciderò a chiudere le persiane prima di andare a dormire?
Mi stavo per alzare quando urtai qualcosa, o meglio, qualcuno… diamine. ZAYN!
Era lì, praticamente abbracciato al mio cuscino, che russava beatamente con la bocca spalancata. Amore, chiudi che entrano le mosche.
Lo scostai ‘delicatamente’ (che nella mia lingua equivale quasi a buttarlo giù dal letto), e mi sbrigai a prendere un paio di vestiti e uscire dalla stanza. Mi vestii nel tratto di strada tra la camera e la cucina, presi una merendina e scappai fuori.
Strano a dirlo, ma avevo una specie di appuntamento con Styles. Eh già, dovevamo parlare della festa di stasera, quella in cui avrei dovuto… insomma… far finta di essere la sua ragazza, ecco. Ma poi, chi me l’ha fatto fare.
Appena arrivata al parco vicino, cercai una panchina e aspettai. Maschi, sempre in ritardo! E poi dicono di noi femmine.
Dopo dieci minuti buoni vidi una comparire una chioma castana, indossava una canotta bianca (quasi trasparente, ovviamente per lasciar intravedere i suoi bellissimi muscoli e tatuaggi), un paio di jeans che gli arrivavano al ginocchio e le Vans. Camminava con passo sicuro.
«Mi raccomando, fai con calma eh.», dissi.
«Hey, ma come siamo permalose… ho ritardato solo di dieci minuti, tesoro.», rispose spavaldo come al solito, regalandomi uno di quei sorrisi perfetti. Questa sera i miei ormoni sarebbero impazziti, ne ero sicura.
«Oh ehm, okay. Non chiamarmi tesoro.», ribattei. Va bene, ero un po’ impacciata, lo ammetto.
«Dovrai abituartici, almeno per questa sera.», alluse alla meeeravigliosa serata che ci aspettava.
«Allora, dimmi un po’. Come si chiamano questi amici? Cosa devo fare? E soprattutto, perché!?»
«Piano, dolcezza. Sono i miei zii: Julie e Drew. Devi semplicemente fingere di essere la mia ragazza, loro credono che io sia un tipo con la testa apposto blabla, ma dal momento che hanno sentito voci sul fatto che sbatto una ragazza al giorno, devo farli ricredere. Perché? Oh andiamo, il perché lo sai.», decretò.
«Zayn sa già tutto, comunque. Ma penso proprio che ti farò questo favore, così sarai in debito con me.», sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori.
«Grazie A, sei un’amica!», concluse Harry abbracciandomi.
Che ruffiano! E questo soprannome, A, da dove scappa fuori?
«Non ti abituare a tutto questo affetto, se lo faccio è solo per interesse personale! Ora vado, ciao ciao Harry.», feci per andarmene, quando il riccio mi fermò. «Sei un po’ sbadata, sai?», rise.
«Cos’ho fatto ora?»
«Che volevi fare questa sera, senza sapere nemmeno dove andare e a che ora?», mi fissò con una certa ilarità nello sguardo.
«Ti avrei chiamato!», mi affrettai a dire, cercando di rimediare.
«Alle 21.00 ti passo a prendere, si va al White’s. Ciao dolcezza!» e detto ciò lasciò la presa sul mio polso, ma non prima di avermi attirato a sé con il suo modo da Don Giovanni e avermi lasciato un bacio sulla guancia. Tornai a casa un po’ scossa, complimentandomi durante il cammino. Sono riuscita ad essere idiota anche con Harry Styles.
Appena aperta la porta trovai uno splendido Zayn in mutande mentre faceva colazione.
«Ma che schifo, copriti maniaco!», urlai mettendomi le mani sopra gli occhi per non vedere. Anche se un po’ mi dispiac- no aspetta, che sto dicendo?!
«Oi, chi è arrivata! Dai piccola, non ci credo proprio che ti faccio così schifo in mutande. Non mi vergogno mica, guarda pure.», continuò indisturbato a mangiare latte e cereali. In mutande.
«Non sei tu il problema! Mi vergogno io!», no aspetta. Aspetta, aspetta. Che ho detto?
Prima che potesse rispondere, per evitare di dire altre cavolate e mettermi in situazioni tipo… questa, scappai in camera.
Accesi il computer e pensai di chattare con Liam, sempre se era online. Non feci nemmeno in tempo ad aprire Facebook che la porta si spalancò, e seguì un mio urlo per lo spavento. Sapevo che era Zayn, quindi prima di girarmi mi accertai di una cosa.
«Ti sei vestito almeno?», sospirai esasperata.
Di tutta risposta si buttò sul letto, proprio accanto a me, facendomi sussultare. I nostri gomiti si toccavano.
«Guarda pure se non credi.», propose.
Era allettante l’idea di fargli una radiografia con gli occhi, ma penso che per oggi mi ero ridicolizzata abbastanza.
«Ehm, sì sì ti credo, tranquillo...», risposi un po’ imbarazzata. In questo momento, per quanto scottava la mia faccia, penso che ci si sarebbe potuto cuocere un uovo sodo senza problemi.
«Cosa stavi facendo?» indagò, ma nella sua voce non c’era né malizia né quella sua solita strafottenza.
«Niente, pensavo di vedere un film.», inventai lì su due piedi.
«Bene.», sorrise. Bene cosa?
«Beh, ora che sai che sto bene, non sto combinando danni ecc ecc..»
«Posso rimanere?», posò il suo sguardo dal pc a me in un secondo. Il problema è che non era uno sguardo di quelli soliti, questo era proprio intenso…
«Oh, c-certo.», balbettai imbarazzata. «Però prima andiamo a farci un panino, ti va? Insomma, così possiamo mangiarlo mentre guardiamo il film.», proposi guardandomi le mani. Sono davvero interessanti, non le avevo mai osservate sotto questo punto di vista… sto delirando.
«Ci sto, bella idea Ambra.», ammiccò.
Mi avesse chiamato così un attimo prima, lo avrei ucciso. Ma adesso sto bene con lui, quasi fossimo amici da una vita.
Che duri questa cosa?

Non mi uccidete. Cioè, dovreste, ma non fatelo.

Non vi rendete conto quanto sono stata impegnata, sono terribilmente dispiaciuta.
Avevo perso la voglia, lo ammetto, ma finalmente oggi dopo... quanti mesi? 3, 4? Sono riuscita a scrivere.
Non sono sicura che questo sia un bel capitolo, ma nel prossimo spero di rifarmi.

GRAZIE A TUTTE QUELLE CHE NON HANNO TOLTO LA FF DALLE PREFERITE E CHE CONTINUERANNO A SEGUIRMI.


Un bacio, Federica <3




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