UNA TAZZINA SBECCATA
- PANSY
PARKINSON!
Sconcertata, Pansy
alzò gli occhi dal giornale che stava leggendo per posarli
su suo marito.
La giornata era
plumbea e probabilmente di lì a poco avrebbe piovuto, ma a
Pansy piaceva, con quel tempo, prendere il suo tè verde
mentre leggeva La
Gazzetta del Profeta in veranda.
- Di grazia, Draco,
cosa è successo?
L’uomo
pareva piuttosto alterato: era ancora vestito a metà,
nonostante fossero le nove passate, con la cravatta slacciata e la
cinta dei jeans penzoloni, i capelli spettinati.
Era strano che alzasse
la voce a quel modo. Anzi, a dir la verità, era strano che
le rivolgesse proprio la parola.
Erano sposati da
quattro anni, e all’inizio sembrava che andasse tutto bene,
ma da un paio d’anni le cose avevano iniziato ad incrinarsi.
Draco non era quasi mai in casa, a causa del suo lavoro che spesso lo
costringeva a lunghe trasferte, e Pansy aveva iniziato a sentirsi
trascurata. Il tutto era aggravato dal fatto che, per quanto la donna
lo desiderasse, non riusciva a rimanere incinta. La
quotidianità, ormai, era diventata un ignorarsi reciproco.
- Che cosa
è successo? Hai il coraggio di chiedermi cosa è
successo??? – sbraitò Draco, sbattendo forte i
palmi delle mani sul tavolinetto di legno e facendo così
tremare la tazzina di porcellana, dalla quale si rovesciò un
po’ di tè.
- Draco, datti una
calmata e comportati civilmente, per cortesia! – rispose
glaciale Pansy, iniziando ad infastidirsi.
- Cosa credevi di fare
ieri sera, eh? Con Theodore Nott, poi?
La sera precedente,
Pansy aveva partecipato ad una festa del Ministero assieme a Draco, il
quale però era tornato a casa presto con la scusa di un
forte mal di testa. La donna aveva deciso di provare a divertirsi un
po’, dunque aveva forse bevuto un paio di bicchieri di troppo.
Theodore Nott, che le
faceva il filo dai tempi di Hogwarts, ne aveva approfittato e ci aveva
provato spudoratamente con lei, ma Pansy era sicura di non aver fatto
nulla che non fosse concedergli qualche ballo, anche se poi aveva
accettato di farsi riaccompagnare a casa da lui, essendo decisamente
troppo brilla per poter contare sulla sua Materializzazione.
- Di cosa mi stai
accusando, eh, Draco? – Pansy alzò il tono di
voce, lanciando il giornale in terra.
- Sei tornata a casa
con Nott! E mi è stato riferito che ci hai anche ballato!
- E allora? Cosa
dovevo fare, passare la serata in un angolo da sola? O peggio, tornare
a casa con te? Volevo provare a divertirmi un po’!
- Non con Nott, per
Salazar!
- È un mio
amico!
- Non è
vero! Ti sbava dietro da sempre, è un polipo! Allunga le
mani dappertutto! Ho sentito certi racconti che…
- Vogliamo parlare di
chi sbava, Draco, davvero? Di chi allunga le mani? Dobbiamo forse
nominare quell’oca di Asteria, che non perde occasione per
sbatterti le ciglia?
- Non tirare in mezzo
Asteria!
- Ah, no? Non le
è mai andato giù il tuo rifiuto di sposarla, e
non perde occasione di fare la gatta morta con te! E la cosa peggiore
è che tu le dai spago!
- Non è
vero! Io e Asteria siamo soltanto amici!
- Siete stati insieme,
Draco, accidenti a Merlino! E poi anche io e Theo siamo amici, e visto
che tu mi hai smollata lì da sola, è stato
così carino da offrirsi di riaccompagnarmi a casa! Di chi
è la colpa allora, eh? Se tu fossi rimasto e mi avessi
chiesto di ballare almeno una volta, forse non l’avrei fatto
con lui!
- Non devi ballare con
altri uomini, dannazione! – sbottò Draco, battendo
stavolta i pugni sul tavolo, facendo pericolosamente avvicinare la
tazzina al bordo.
Pansy si
fermò un momento prima di ribattere, colta da un pensiero
improvviso.
- Draco…-
sussurrò – sei geloso?
Per un secondo, le
sembrò che un po’ di rossore colorasse le gote
dell’uomo.
- Non sono geloso!
– urlò Draco, con un po’ troppa enfasi,
prendendosela nuovamente con il tavolino.
Questa volta, la
tazzina cadde in terra e si frantumò, rovesciando anche il
liquido che conteneva.
Il rumore della
ceramica infranta sembrò far rinsavire Draco, che si
passò una mano tra i capelli.
- Io… scusa
per la tazzina…
Pansy rimase in
silenzio, lo sguardo fisso sui rivoli di tè che macchiavano
il cotto del patio.
- Devo andare al
lavoro, ora – continuò Draco, - ma quando torno
dobbiamo finire questo discorso.
Senza aggiungere
altro, l’uomo se ne andò Smaterializzandosi.
Come a rallentatore,
Pansy si alzò e fece Evanescere il tè caduto,
raccolse tutti i frammenti della tazzina, portandoli dentro casa.
Poggiati sul tavolo della cucina, con un Reparo li rimise insieme,
notando che un pezzetto del bordo mancava: doveva esserle sfuggito.
Con un sorriso appena
accennato, ridusse la tazzina alle dimensioni di un ciondolo e la
appese, per il manico, alla catenina che portava al collo, accanto al
serpente d’argento con gli occhi di smeraldo che le aveva
regalato Draco per il loro primo anniversario.
Probabilmente era
un’ingenua, una sognatrice, ma per lei quella tazzina
sbeccata stava a significare che forse, dopotutto, c’era
ancora una speranza per il suo matrimonio.
Vavvina's
corner
E niente, ecco... una stupidata, uno stralcio di quella
che potrebbe essere un'ipotetica situazione matrimoniale tra Draco e
Pansy. La scelta della tazzina sbeccata non è casuale, il
mio omaggio vuole essere per la mia amata Rumbelle, i fan di OUAT
capiranno!
Giusto per fare gli auguri di buon compleanno a May con una ship che so
che ama... mi dispiace solo che non sia uscito nulla di meglio!
Però sto finalmente ricominciando a scrivere qualcosa,
quindi mi ritengo felice lo stesso!
Alla prossima,
Vavvina ^^
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