Frost Sentinels, l'inizio.

di Juliet_Sileh
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WARNINGS: La fan-fiction è ambientata dopo gli avvenimenti di THOR-THE DARK WORLD, CAPTAIN AMERICA- THE WINTER SOLDIER e X-MEN-DAYS OF FUTURE PAST. Se volete evitare spoilerZ guardateli e poi leggete :D

Gli Osservatori non sono quelli Englehart e Milgrom: sono simili, ma per giustificare lo spostamento temporale ho dovuto modificarli un po'.

Enjoy!

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CAPITOLO 1- NEW YORK

Da alcuni giorni, una pioggia fitta cadeva senza sosta su New York.

Il cielo pesante e plumbeo sembrava una fosca rimembranza degli avvenimenti di poche settimane prima. La caduta delle basi S.H.I.E.L.D controllate dalla rinata Hydra aveva mutilato gran parte della città. Rovine e macerie costellavano il panorama.

La vita stava ricominciando a scorrere pian piano, in una normalità pretenziosa e surreale.

Steve Rogers guardava fuori dalla finestra del suo appartamento, situato in una via secondaria vicino Park Slope. Le gocce battevano violentemente sul vetro.

In strada, i passanti sfrecciavano veloci con i loro ombrelli.

Le stanze della casa profumavano di nuovo: si era trasferito lì assieme a Samuel Wilson, detto Falcon, pochi giorni prima.

Erano in stand-by operativo, visto che le acque erano ancora troppo agitate e avevano comunque bisogno di riprendere fiato.

Steve si chiedeva dove fosse Natasha, la Vedova Nera, ma soprattutto che fine avesse fatto Bucky Barnes, il suo caro amico che aveva dovuto combattere quasi fino alla morte. Era sicuro che fosse vivo, ma dove avrebbe potuto rifugiarsi?

“Io esco!”

La voce di Samuel lo scosse dal flusso dei suoi pensieri.

“Ah si... Si... Dove vai?” Chiese mentre si sedeva su una delle sedie della cucina.

“A fare spesa, a meno che voi superuomini non vi nutriate d'aria!”

La battuta strappò un lieve sorriso al Capitano.

“Va bene. Ma fa attenzione, non è ancora il caso di abbassare la guardia.”

“Non preoccuparti.” Gli diede una pacca sulla spalla, uscì sul pianerottolo e si chiuse la porta alle spalle.

Un lampo invase la stanza, echeggiando con un rombo lontano.

Il telefono iniziò a squillare.

Nessuno aveva il numero di quell'appartamento. Steve esitò, ma si decise a rispondere.

“Pronto?”

“Ragazzone? Sono Natasha. E' urgente. Raggiungimi alla vecchia fabbrica giù al West End.”

“Cosa?! Natasha? Aspetta...”

Ma lei aveva già riagganciato.

 





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