And the Oscar goes
to...
Capitolo 1. Le
candidature
Non
mi era mai importato molto dei premi. Insomma, era
ovvio che mi facesse piacere essere candidata e vincere anche, ma di
certo contavano di più il sostegno della mia famiglia, dei miei
amici e dei miei fans. Da anni ormai ricevevo telefonate spacca-timpani
della mia agente che mi comunicava le buone o le cattive notizie. Aveva la
particolare abilità di chiamarmi alle ore più disparate
del giorno e della notte. Quella volta non fece eccezione,
naturalmente. Era domenica e stavo dormendo profondamente; mi ero
auto imposta che quello sarebbe stato il mio giorno sacro, durante il
quale avrei potuto fare o non fare quello che volevo. Incluso dormire
fino a tardi. Peccato che il mio brillante piano fu rovinato dalla
suoneria del cellulare che avevo sul comodino. Mi ci volle un po' per
accendere il cervello, o quanto meno riuscire a collegarlo al corpo.
Allungai una mano e risposi, socchiudendo gli occhi per via della
luce che filtrava dalle finestre.
“Pronto?”
dissi con voce impastata.
“CE
L'HAI FATTA!!! E SONO CINQUE!”
“Che?”.
Riconobbi subito la voce agitatissima di Judie, la mia agente, ma non
riuscii a registrare il significato delle parole, visto che ero
ancora intontita dal sonno. “Santo Dio, sono le otto di
mattina!”.
“Lo
so scusami, però sono riuscita a sapere le candidature! Per
gli Oscar! Sei stata nominata anche quest'anno, ti rendi conto?”.
Okay, non era agitatissima, ma completamente fuori di testa.
“Wow,
sì.”
“Jennifer
riesci a dire una parola che sia formata da più di una
sillaba? Non sei contenta?!”
“Certo
che lo sono, ma lo sarei ancora di più se mi avessi chiamato
tra qualche ora. È chiedere tanto?”. Per quanto mi
sforzassi, non riuscivo a parlare con una voce normale. Da quando ero
diventata così pigra? Cioè, da quando ero diventata più
pigra di quanto non lo fossi già.
“Lo
so che è domenica, che vuoi startene rinchiusa in casa isolata
dal mondo e tutto il resto. Però era troppo importante! E poi
ho una notizia bomba per te.”
“Un'altra?”
chiesi con un lamento.
“Mi
sono informata anche sulle altre categorie, e indovina chi è
stato candidato per la miglior regia?”
“Judie,
non sono fisicamente in grado di rispondere agli indovinelli.”
“Reggiti
forte. Josh Hutcherson!”
“CHI?!”.
Di scatto mi alzai a sedere sul letto, la nebbia che avevo nel
cervello era scomparsa. Ero più che sveglia.
“Sapevo
che avresti reagito così. Ha sorpreso un po' tutti in realtà,
anche perché non è stato candidato per nessun altro
premio in quella categoria. Solo ai Golden Globe per il miglior
attore protagonista. Però a Cannes e Venezia ha vinto, quindi
le basi ci sono.”
“Sul
serio? E perché non ne sapevo niente?”
“Non
ti sei mai informata su queste cose e io non ti ho detto mai nulla
per questo motivo. E poi alla cerimonia non c'era neanche. Ma dato
che vi vedrete fra poco più di un mese, ho pensato di
avvisarti.”
“Ah
certo. Hai fatto bene.”
“Tutto
a posto? Ti sento strana.” A volte quella donna riusciva a
somigliare a mia madre in una maniera incredibile. Anche lei capiva il mio stato d'animo basandosi sulla mia voce. Cercai di
dissimulare il tutto con uno sbadiglio.
“Sì
sì. È tutto okay, ho sonno però. Torno a
dormire, va bene?”
“D'accordo.
Congratulazioni Jen!”
“Grazie
Judie, ciao.”
Chiusi
la telefonata e poggiai il cellulare sul comodino, per poi sdraiarmi
di nuovo. Mi passai entrambe le mani sul viso e poi tra i capelli,
per tirarli indietro. Fissai il soffitto della mia camera, persa nei
miei pensieri. Ero contenta per la mia candidatura. L'ultima risaliva
a due anni fa, sempre come miglior attrice protagonista, ma non avevo
vinto. Tra un mese sarei tornata su quel tappeto rosso, ma questa
volta ci sarebbe stato anche lui.
Josh. Al solo pensarci, il cuore
cominciò a battere più velocemente. Non lo vedevo dalla
promozione di Mockingjay parte 2,
nel 2015. Erano già passati tre anni. Accidenti. Ci eravamo
ripromessi di mantenerci in contatto, non potevamo permettere che
un'amicizia bella e profonda come la nostra finisse nel
dimenticatoio, ma le possibilità di incontrarci diminuirono
sempre di più, e la stessa sorte toccò alle telefonate
e ai messaggi. Avevamo troppi impegni. E di certo i giornalisti e
quei dannati paparazzi non aiutarono. Risultato? Sms per gli auguri
di Natale, Pasqua e compleanno. Basta. All'inizio quella freddezza
involontaria mi fece stare molto male, ed ero sicura che anche per
lui fosse stato stato difficile, ma col tempo ci feci l'abitudine.
Speravo sempre di incontrarlo a qualche evento, ma si faceva vedere
raramente, solo per promuovere un paio di film. In effetti dopo
quelle pellicole, non sentii più parlare di nuovi progetti che
includessero anche lui, il che era strano. Amava troppo il suo lavoro
per abbandonarlo così presto. A quanto pare invece, si era
dedicato allo studio della regia, riuscendo a ricevere addirittura la
nomination agli Oscar. Ne aveva fatta di strada il mio Hutch.
Sbuffai, scansai le coperte e scesi dal letto. Era inutile rimanere
lì, tanto non avrei più chiuso occhio. Mi avvolsi in
una vestaglia e mi diressi in cucina, dove mi preparai un caffè.
Mentre lo sorseggiavo, tornai con la mente agli eventi ai quali
avevamo partecipato insieme, e a quanto delirio avevamo causato tra
gli appassionati della saga di The Hunger Games.
Di certo quella volta sarebbe stato diverso. Si trattava degli
Accademy Awards, non della promozione di quei film ma,
guardando fuori dalla finestra, mi accorsi di sorridere leggermente
all'idea. Come ci chiamavano i fans? Ah, sì. I Joshifer
sarebbero tornati insieme.
Ciao
a tutti!!!
Sono
tornata con una nuova ff Joshifer, questa volta con i nostri veri
beniamini. L'ispirazione per questa storia mi è venuta giorni
fa, quando io e due amiche sognavamo di vedere Josh candidato agli
Oscar. Anche perché se lo meriterebbe! Ho pensato al nostro
Hutch in versione regista perché ce lo vedo, sarebbe davvero
bravo. Come sempre del resto! Spero che questo primo capitolo vi sia
piaciuto e che continuerete a seguire la storia =)
Alla
prossima,
Sara
|