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When The Day Met The Night ~
14 Agosto, Ore: 4:07
Una mano fredda svegliò Alessia sfiorandole il viso e
bastò a farla sussultare, ''mmhhh''.
''Oh scusa non sapevo che ti avrei svegliata, io vado'' disse l'ombra
sopra di lei, Alessia riconobbe la sua voce ma si limitò ad
un altro ''mmhhh'' come risposta.
In quei 20 secondi successivi organizzò di svegliarsi e
iniziare la giornata con un pò di musica, ma il suo corpo
era talmente pesante che non riuscì nemmeno a sedersi nel
letto enorme dove si ritrovava.
''Okay okay non sforziamoci troppo così, di prima mattina
che se no oggi...'' non riuscì nemmeno a finire il pensiero
quando si ricordò che giorno era ''oggi! Oggi è..
Oh mio dio non posso credere che oggi sia davvero arrivato! Cazzo due
settimane... troppo poche....'' ci mise mezzo secondo a ricordare gli
eventi dei giorni precedenti, si era organizzata ogni giorno un
qualcosa per far passare le ore più voloci in attesa di
quella mattina, dalla piscina al centro commerciale, dall'entrare in un
negozio senza soldi e provare vestiti orribili allo
organizzare feste che mai farà, beh a quanto pare aveva
funzionato.
Le due settimanete erano passate finalmente e adesso gliene aspettavano
altre due dove davvero si sentiva a casa, in Sardegna, dove l'aria era
pulita, dove il pomeriggio siuscivi a non sentire le macchine sgommare
sotto casa e dove la notte era semplicemente magica. Non passava giorno
che non pensasse a quiei luoghi, a quelle spiagge e a quei monti.
Mentre iniziava già ad assaporare i luoghi dove ancora non
si trovava, Alessia mise il suo solito cd mattutino che da
solo riusciva a darle la carica di un toro.
''Mh forse, ma dico forse, è meglio se uso le cuffie... che
ore sono? mh le 4 e mezza... buono... tanto per cambiare ho dormito
tanto... babbè babbè'' disse ad alta voce e d'un
tratto sentì il frigo della cucina aprirsi e richiudersi
subito dopo.
''Doh'' suo padre si era svegliato, allora rimise radio, cuffie e
lingua apposto e si sdraiò sul letto facendo di nuovo finta
di dormire,
Quasi rise al pensiero che suo padre l'avrebbe bevuta di sicuro.
Intanto, parecchi chilometri più in là, si
svegliavano altre due ragazze un pò più grandi di
Alessia, Talia e Giada, beh non si erano mai incontrate ma il legame
tra le tre era davvero forte.
Si erano conosciute su un forum del loro gruppo preferito , i
Panic at the disco, e Alessia le aveva contattate per fare i
complimenti riguardo ad una fanfiction, ''Stupenderrima! l'ho stampata
e l'ho letta tutta nel giro di 2 ore!'' aveva detto, ed era la
verità, quel giorno iniziò a leggere un
pò annoiata ma capì subito che le scrittrici
erano davvero brave, descrizioni, discorsi e i personaggi avevano fin
dall'inizio una loro storia e quasi un anima, più leggeva e
più i personaggi erano facili da immaginare nelle situazioni
dei vari capitoli. Il primo, il secondo, il terzo, andava come un treno
ormai e nel giro di qualche giorno era diventata come una droga quel
racconto.
Beh passarono circa tre mesi e per Alessia, quelle due ragazze pazze
quasi quanto lei, erano diventate come le sue migliori amiche a
distanza.
Si chiamavano la ''Pretty Odd Family'' e non potevano esserne
più orgogliose, avevano organizzato chi era sorella di chi e
chi fosse la madre tra le tre, e ne venne fuori un albero genealogico
vertuale che comprendeva personaggi come Brendon Urie, Pete Wentz,
Madonna e Chuck Palahniuk.
Si erano davvero tre pazze e ne erano consapevoli.
Talia e Giada si alzarono molto lentamente, Talia si pentì
di aver promesso una simile cosa ad Alessia, ''Beh amore avevo pensato
che un giorno... potremmo svegliarci tutte alle quattro di mattina e
guardare l'alba, sarà come essere vicine e guardare lo
stesso bellissimo spettacolo! ok è una cazzata... hai il
permesso di crocifiggermi!'' Talia pensò che in
effetti era quello che si meritava, le quattro di mattina? siamo pazzi??
Giada era già in piedi e alzava la tapparella a dochi metri
dal letto e un filo di luce invase la camera e la riempì di
un forte colore arancione. é vero, quello spettacolo era
davvero bellissimo. ''... forse però ne vale la pena...''
Alessia buttò un cuscino a terra e ci saltò sopra
con l'agilità di un gatto, aveva alzato la
tapparella di circa mezzo metro e ora riusciva a vedere gran parte del
cielo e dei palazzi di fronte casa sua.
Era quasi una scena da film, gli uccellini cantavano, il gallo della
casa di riposo vicino al suo palazzo gridava al mondo che il sole
sorgeva... e l'alba era una delle più belle che aveva mai
visto. Il sole si intravedeva all'orizzonte e contrastava con i palazzi
che lo contornavano, da una parte quasi le dispiaceva non vedere
più la notte, ma quello spettacolo non poteva darle brutti
pensieri. Tra un sospiro e l'altro Alessia si alzò e
attaccò la presa della radio, traccia numero otto, play.
Il suono di un violino le entrò dentro e quasi
ballò per tornare al suo luogo d'osservazione, ''When the
moon fell in love with the sun ,all was golden in the sky, all was
golden when the day met the night'' sussurò a suon di musica.
Ecco cosa la faceva davero felice, niente feste con tante persone o
l'amore perfetto del suo principe azzurro, ma i momenti come quello che
la cullavano nella loro semplicità, che la favevano sentire
viva e libera pur restando chiusa in una stanza ad ammirare qualcosa
che non può avere. Da un anno e mezzo vedeva tutto un
pò diverso, forse l'età che avanza o forse quel
gruppo musicale che con stranissimi testi si avvicinano molto alla sua
idea del mondo... ''che cosa sciocca'' pensò, se qualcuno
fosse entrato in quella stanza in quel preciso momento sarebbe di
sicuro scoppiato a ridere. Naaaa ma che le importava! Lei era
lì e stava benissimo col mondo e con se stessa, non le
impostava niente degli altri....
Il telefono squillò. ''Nuoooo proprio adesso? ma chi
è che chiama a quest'ora??'' ormai erano le sei e in
telefono continuava persistente a riempire la casa con un fastidioso
rumore metallicco.
''Pronto?'' finalmente rispose e la suoneria del telefono
cessò ''Amore! we buon giorno! cazzo avevi proprio ragione!
l'alba è stupenda!'' un sorriso enorme si fece spazio sul
viso di Alessia ''Ma amore! io ho sempre ragione, no dai scherzo
comunque l'alba mi sembra stupenda ovunque la vedo... certo quella di
domani sarà molto più... vera...'' e
pronunciò l'ultima parola quasi sbavando all'idea che il
giorno dopo si sarebbe svegliata nel luogo che chiamava ''casa''.
''... sono sicura che ti divertirai un mondo, e fai taaaaante tante
foto! così poi avrò anch'io un pezzo di Sardegna
nell'armadio!'' il sorriso della ragazza divenne quasi nostalgico,
''puoi contarci... ''.
''Sai Ale? credo proprio che la prossima scampagnata io e tua madre la
faremo lì in Sardegna... ti daremo fastidio?'' Alessia si
accorse che stava ridendo solo dalla sua immagine riflessa nello
specchio poco distante da lei. ''Ha ha! posso insegnarvi a riconoscere
i funghi buoni da quelli velenosi! Beh... in realtà non son
mai andata a prendere funghi... però posso postarvi al mare!
Due anni fà sono andata in una spiaggia stupenda, acqua
quasi trasparente, sabbia e sassi luminosi e ci sono pure le
tartagughe! Minchia la Sardegna è troppo bella... Oppure un
altra spiaggia, c'e' una specie di lingua di sabbia e ci sono due ...
robe... in entrambi i lati e...''.
Giada dall'altro capo del telefono continuava ad ascoltare le
descrizioni dell'amica, si capiva lontano un chilometro che avrebbe
dato la vita per essere in quei luoghi.
''Ok ok amore basta, ci sarai domani! non c'è bisogno di
raccontarmi ogni centimetro cubo di quella bellissima isola!'' Ops,
forse era stata un pò troppo diretta? ''Ha ha scusa zia
ma... mi manca mucho mucho! vabbe' dai facciamo che andiamo a vedere
l'alba e basta?'' già, non metteva mai a freno la lingua
Alessia, però che ci poteva fare? era fatta così,
''oki amore, ciau ciau!'' Talia cantilenò in coro a Giada
''ciau ciau!''.
Entrambe poggiarono il telefono e tornarono in camera, sebrava quasi un
cinema, tutti ad ammirare quello spettacolo, Alessia attraversando il
corridoio disse tra sè e sè: ''santa patata,
Sardegna, la mia P.O.F. e il mare... è un sogno!'' beh lo
era....
Ma Alessia non sapeva che con la sua POF, appunto la sua Pretty Odd
Family avrebbe condiviso momenti ben più magici di quello,
con persone che sentivano così vicine pur non avendole mai
incontrate.
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