Al
tuo fianco
-Prologo-
Fra tutte
le donne di Londra, sicuramente lei era la più strana quanto
eccentrica.
Da quando
sua madre era morta, aveva preso le redini di tutta la casa e
amministrato alla perfezione i suoi averi.
Nonostante
fossero passati cinque anni dalla sua scomparsa però, sentiva
quell'ambiente ancora sconosciuto, quasi freddo.
La sua
entrata in società anni or sono, aveva fatto clamore e per
mesi non si parlava d'altro che di lei, in modo, però, sempre
e solo positivo.
Aveva avuto
pretendenti a non finire, ma si era sempre detta che era troppo
presto: una ragazzina di soli quindici anni non era ancora adatta per
il matrimonio e inoltre, tutti quegli uomini erano troppo vecchi per
lei.
Noiosi,
spocchiosi e, per quanto pieni di soldi, erano solo dei grassi quanto
stupidi boriosi, interessati solo ed esclusivamente al suo
patrimonio.
Essere una
ragazzina sola era un rischio, ma con il suo meraviglioso intelletto
e forza di volontà, era sempre riuscita ad andare avanti e
tirarsi fuori dagli impicci.
Non le
piaceva legare con le persone in società e per questo aveva
poche amicizie.
Nonostante
ciò, però, quasi ogni settimana riceveva inviti per
partecipare a balli, saggi o esibizioni.
La sua
presenza era stata sempre sinonimo di qualità, fino a quel
momento.
Man mano
che gli anni passavano, le lettere diminuivano e i corteggiatori
scemavano.
E tutto
questo, lo capiva da sola, non era un bene.
Per quanto
fosse un abile donna che se l'era sempre cavata da sola, superare
l'età media per prendere marito era stata una sconsideratezza.
Con un
sonoro sbuffo, osservò la sua immagine riflessa allo specchio
e imprecò sonoramente.
Ringraziò
il cielo che le sue serve si fossero già ritirate e che
l'attendessero nel salone.
Odiava i
balli.
Li aveva
sempre odiati.
Non
sopportava esibirsi in sciocche danze sembrando una stupida oca, con
il rischio di ritrovarsi con i piedi mozzati dai terribili quanto
inesperti passi degli accompagnatori.
Ma doveva,
e ricevere quell'invito era stato un miracolo.
Fra poco
meno di un mese avrebbe compiuto vent'anni, lo scadere perfetto dei
suoi giorni.
Quel
compleanno equivaleva solo a un nomignolo: “zitella”.
No, proprio
no.
Non
l'avrebbe accettato.
“Forse
riuscirò a trovare qualcuno”, pensò tra sé
e sé, illuminandosi un poco.
Magari non
un vecchio con un piede nella fossa, ma neanche un uomo di mezz'età.
Se proprio
doveva trovare marito, sperava che fosse almeno suo coetaneo.
Piacente,
intelligente, di bella presenza e, perché no, ricco.
Una persona
insomma di cui non si doveva vergognare ad avere accanto.
Non appena
i rintocchi del campanile lì vicino scandirono le sei di sera,
decise di lasciare perdere la sua figura.
Aveva
indosso un abito blu notte, molto stretto e molto coprente.
Per quanto
odiasse l'acconciatura che quella servetta le aveva costruito, tutto
ciò era necessario.
Con fare
annoiato afferrò i guanti e lesta, li indossò diretta
verso l'uscita dove una carrozza l'attendeva per essere portata al
ballo.
Questa fan
fiction fa parte delle role attuate su facebook.
La
modificherò ovviamente, ma come le altre, non so quando potrò
aggiornala. Mi sarebbe piaciuto riscattarmi, mostrarmi di nuovo
attiva come ho fatto con Destiny, ma al momento, non ne ho proprio il
tempo.
Ho
trovato, si può dire, un lavoro e mi prenderà molto
tempo.
Almeno
per un mese sarò impegnata per bene, staremo a vedere quel
succederà insomma.
In
quanto alla fic, ringrazio Place per avermela betata! Grazie compare!
-Immagine
originale di Tsukasa velvet, modificata da me-
La leggenda narra di un luogo incantato: lo yaoi era rinchiuso in un anfratto remoto, e veniva aperto raramente e mai per porre la sacra Quarta Spada dentro, o sotto, altri portatori di sciabole.
I mandarini non venivano trafugati da Super Nove ambigue o da cuochi pervertiti, men che meno da capitani senza cervello.
Un luogo in cui, archeologhe, goth circondate da fantasmini, pozzi senza fondo in gonnella, manici di scopa quattrocchi o altre non esistevano.
Il rosso maialo brulicava, allegri canti sulla Sacra Quarta Spada allietavano le notti e navigatrici urlanti di piacere erano possedute da spadaccini diabolicamente passionali.
Un regno incantato in cui solo una legge regnava: la legge dello Zonami.
Una landa lontana e indescrivibile per le gioie e le meraviglie che racchiudeva questo e ben altro.
Tutto ciò era, ed è tutt'ora, il... MIDORI MIKAN!!!
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