Tre

di moriarty
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Sherlock.
Sherlock.
Sherlock.

Scrivo per tre volte il tuo nome su un foglio bianco, in una candida giornata. 
Mi piace pensare che questi miei pensieri possano arrivare a te, mia riflessa creatura, perché lo sto scrivendo per te, lo sto scrivendo tre volte solo per te.

Lo scrivo la prima volta per quando non ero altro che un bambino con le viscere in fiamme che ha dovuto fare quel che sentiva necessario a Carl Powers; e così sei arrivato tu, così ti ho scoperto. Hai catturato per la prima volta la mia attenzione. Ti sei insidiato nella mia vita senza nemmeno accorgertene. 
Tu sei riuscito a comprendere e da quel giorno la mia agonizzante esistenza è cambiata. 

La seconda è per quando ho finalmente deciso di lasciarmi vedere da te. Dopo anni e anni di appostamenti e inseguimenti, io e te ci siamo visti faccia a faccia.
Nella piscina, come mi hai chiesto tu. Un incontro dissonante e quasi violento.
Avevo deciso di abbattere il mio impenetrabile muro per permetterti di sguazzare nella mia testa, e così hai fatto. 

E infine la terza volta è per quando ho finalmente capito di non essere solo al mondo. Ho capito che tu fossi come me, ho avuto la conferma che tu potessi capirmi, e questo mi è bastato. Tutti questi anni non sono stati sprecati, perché tu mi hai salvato dalla solitudine, TU mi hai accompagnato per quel supplizio che è stata la mia vita.
"Io sono te." Con tre semplici parole hai come spazzato via tutto il marciume dentro me, Sherlock.
Così ho inciso il tuo doloroso nome su un proiettile e mi sono spento tenendoti per mano.





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