Di Cappelli straparlanti e parole non dette

di Triz
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Di Cappelli Straparlanti
e parole non dette

«Guardate, Madama Tassorosso, non è grandioso?».
Sulla riva del lago, i due maghi contemplavano il risultato delle fatiche compiute con Corinna Corvonero e Salazar Serpeverde. C'era ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguardava gli incantesimi di protezione, ma i Quattro Fondatori erano comunque felici di aver trovato il castello per tenere le lezioni e accogliere i futuri studenti.
Godric guardava il castello, ma Tosca non aveva occhi che per lui. Silenziosa, osservava i capelli biondo ramati e gli occhi verdi del mago, sentendosi subito dopo una sciocca a comportarsi come le dame delle ballate cortesi che ascoltava tempo prima.
«Caldo, Madama Tassorosso?» domandò il Cappello che Godric, per chissà quale motivo, aveva stregato affinché parlasse. Arrossendo ancora di più, Tosca si voltò verso la superficie scura del lago.
«Non infastidire Tosca» lo ammonì Godric chiudendo pigramente gli occhi e intrecciando le mani dietro la schiena.
«Infastidire? Io?».
«Sì, proprio tu».
«Pff, non è vero!».
«Ma sì, te lo dico io!».
Era estremamente imbarazzante, per Tosca Tassorosso, assistere a un battibecco tra un mago riconosciuto in tutto il mondo per le sue capacità e il suo banale cappello; ciononostante, non riuscì a trattenere una breve risatina.
«"Te lo dico io", come se fosse una garanzia!».
«Certo, io ti garantisco che stai infastidendo Tosca» Godric sbuffò e aggiunse: «Ti preferivo quando stavi zitto».
«E se io stavo zitto, chi ti avrebbe suggerito di portare qui Madama Tassorosso per parlarle?».
In meno di un battito di ciglio, il povero Cappello si ritrovò gettato tra le acque del lago.
«Parlarmi di cosa, Messer Grifondoro?» domandò incuriosita Tosca con un cipiglio perplesso.
«Ma di nulla, sapete come sono fatti i cappelli» si affrettò a dire Godric: «Hanno una curiosa tendenza a straparl...».
SCIAFF!
Con uno schizzo d'acqua, il Cappello volò bagnato fradicio dritto nella faccia di Godric. Dalla superficie del lago, un tentacolo chiuso a pugno si agitava minaccioso.
«Oh, una piovra gigante, è rarissima» osservò Tosca mentre il tentacolo scompariva di nuovo sotto il lago: «Dovremo dirlo a Salazar e Corinna non appena torneremo al castello, non trovate?».
«Già» borbottò Godric, visibilmente poco allegro a causa della faccia bagnata.
Si udì un fruscio e Tosca guardò in alto, dove numerosi gufi trasportavano pacchi pesanti nella direzione del castello.
«Sono i libri che Corinna ha trovato per la sua biblioteca» disse lei: «Temo di dovervi lasciare, Messer Grifondoro, le avevo promesso di aiutarla a ordinarli» aggiunse quasi dispiaciuta.
Godric sorrise amareggiato, Tosca gli si avvicinò e lo baciò sulla guancia.
«Come credi che sia andata, Godric?» chiese il Cappello mentre Tosca se ne andava verso il castello.
«Per una volta, sta zitto» sbuffò il mago con un sospiro e tornando anche lui al castello.
Ci sarebbe stata un'altra occasione per rivelare a Tosca il suo amore, magari senza il Cappello.




Note dell'Autrice
Rieccomi per la seconda volta nel fandom, come state?
Prima di lasciarvi, specifico che, essendo la storia ambientata attorno all'anno Mille, ho supposto che Tosca e Godric non si dessero del tu e/o si chiamassero per nome. Inoltre, ho deciso di lavorare un po' di fantasia sulla caratterizzazione dei personaggi. Il pacchetto Diffindo mi obbligava ad ambientare la storia al Lago Nero e mi vietava di scrivere una storia introspettiva.
Concludo queste note ringraziando ColeiCheDanzaConIlFuoco per aver indetto il contest L'eternità era sui nostri occhi e sulle nostre labbra.
Alla prossima,
Triz




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