She Wolf.

di flawdelrey
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Aprii gli occhietti che mi ritrovavo alle prime luci del mattino, era una strana sensazione vedere il mondo, vedere quello che c'era intorno a te. Sentii il caldo pelo della mamma su di me e mi stiracchiai sulle zampette. Mi alzai con cautela e senza svegliare nessuno, avevo paura che papà andasse su tutte le furie, ma in fondo era un tipo dolce. Lo sentivo tutte le sere ululare il mio nome. Appena misi il nasino fuori dalla tana una gocciolina d'acqua cadde da un albero e starnutii, ingenua di cosa fosse. Strusciai il naso contro quello di mia madre e mi sentii tirare la coda, Zack era sempre il solito che voleva succhiare più latte di tutti e due, me e Skylar, voleva stare sempre al centro dell'attenzione e avere più coccoline dalla mamma. 

Ci alzammo presto quella mattina, io per prima, per vedere il sole sorgere, tutti come una vera famiglia. Erano passati 5 giorni dalla mia nascita ed ero sempre più brava a correre e a saltare sui tronchi caduti, mentre i miei due fratellini rimanevano sempre indietro, increduli di quello che vedevano. Ero sempre stata la pigra dei tre ma in quei giorni stavo ottenendo energia e stavo, sopratutto, imparando un sacco di cose. 

Erano passati più di due anni e un giorno, mentre stavo con Steven, il mio ragazzo, nella foresta un brivido mi pervase e sentii sotto le zampe bruciare, bruciare forte. Più correvo per ripararmi e più bruciava, Steven mi guardava correre di qua e di là cercando di trovare un fiume, ma era proprio quello da cui dovevo rimanere distante. Mentre il fuoco svaniva pian piano mi addormentai e al mio risveglio mi ritrovai su un qualcosa di veramente troppo morbido. La mia testa era affondata in un qualcosa che profumava di vaniglia e mi accorsi che sentivo meno meglio del solito. Provai ad alzare la testa, invano. Aprii gli occhi e con le braccia mi mantenni, mi trovavo in una piccola stanza con poster di tante belle ragazze. Lo sfondo era rosa e c'era una bellissima scrivania. C'ero solo io in quella stanza e la cosa era abbastanza inquietante, ero spaventata. Solo quando spostai lo sguardo verso la porta mi accorsi che c'era un uomo con i capelli biondi ondulati e con degli occhi color tronco. Lo fissai per svariati minuti negli occhi e poi deglutii. Era mio padre, lo avevo capito dai suoi occhi, gli occhi che mi avevano fissato per ben tre anni mentre mi diceva quello che dovevo e non dovevo fare. Si avvicinò a quello che tutti chiamavano "letto" e si sedette. 
"Patricia, sento che devo dirti una cosa", guardandomi intorno mi uscì dalla bocca un "era ora!". Dopo vari stiracchiamenti finalmente si decise. "La nostra famiglia è maledetta. Siamo stati trasformati. E' per dimostrare a tutto il bosco quando vale la nostra famiglia." Lo guardai non curante e inconsapevole di quello che stesse dicendo. "Dobbiamo adattarci a questa vita, per ora. O resteremo per sempre degli 'umani'". Ero felice, ma allo stesso tempo malinconica. Cosa sarebbe stato di Steven? E del bosco? E della nostra tana? Mi preoccupavo per troppo, eppure ero la sorella minore. Dovevo vivere felice e spensierata, invece mi facevo mille paranoie e non capivo neanche il perché. "Quindi dovrai andare a scuola", si alzò dal letto e svanì nel nulla, lasciandomi con un 'quindi dovrai andare a scuola'. Patricia non sa nemmeno cos'è la scuola, come può andare incontro ad una cosa che non ha la minima idea di cosa sia?

HI GUYSSS. Allora, premetto che è un po' troppo corto ma okay. Perché ho iniziato una nuova storia? Semplice. Punto primo: l'altra mi aveva abbastanza scocciata e dopo vari tentativi non sapevo come continuare. Punto secondo: la trama di questa qui mi piaceva di più. Punto terzo: ho un forte legame con i lupi. Sono degli animali fantastici ed ecco qua. Beh, spero vi piaccia. Bye. Giu, xo.




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