Presentazioni

di bambolinarossa98
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Ci pensai molto e mi accorsi che non avevo alcuna via di scampo. Perché, per quanto mi scervellassi, non riuscivo a capire perché ciò stesse accadendo a me: io potevo vederli.
Potevo vedere quegli strani esseri svolazzanti, quegli spiriti chiamati Yokai; essi erano di tutte le forme e dimensioni, avevano maschere o talismani a coprire gli occhi, spesso i loro volti erano visibili e mi ritrovavo a fissare una sola pupilla in un unico ma grande occhio, oppure gli occhi li avevano entrambi ma nascosti da una fitta coltre di capelli.
Spiriti dai colli lunghi, volpi con le corna, rondini mutate in esseri umani... quando ero piccolo incontrai uno spirito che prese sembianze umane pur di parlare con me. Io pensavo davvero fosse una persona e non quelle creature che tanto mi spavenatavano, ma mi sbagliavo.
Con dolore scoprii che era anch’essa uno spirito.
Ciò mi rese molto triste.
 
A volte pensavo che ciò che vedevo non era vero ma frutto della mia immaginazione; temevo per la mia salute mentale... io ero strano.
Tant’è che non avevo amici, né una famiglia... passavo da una casa all’altra, da un parente all’altro... ma nessuno di loro mi voleva davvero con sé... perché io ero strano... vedevo cose strane.... ero tormentato... a volte credevo anche di essere infestato da quegli spiriti.
 
Un giorno, mentre scappavo dai soliti spettri che volevano da me.... un taccuino?... ruppi una corda che circonadava un tempietto e liberai uno spirito “molto potente” a detta sua ma era rinchiuso nel corpo di un gatto portafortuna.
Anche lui voleva lo stesso taccuino che volevano gli altri anche se non sapevo cos’era o cosa contenesse non avendolo. Costui mi disse che era un taccuino su cui mia nonna aveva costretto gli spiriti che sconfiggeva a scrivere i loro nomi così che sarebbero stati al suo servizio; scoprii così che anche lei poteva vederli.... aveva potuto vederli, essendo ormai morta.
Trovai il taccuino e capii che doveva essere molto importante: su ogni foglio c’era scritto un nome, che io solo riuscivo a leggere, ogni nome era di uno spirito e se quei fogli venivano rovinati, bruciati, piegati o strappati lo spirito a cui apparteneva il nome subiva la stessa sorte. Per questo molti Yokai lo volevano, la maggior parte erano quelli a cui Reiko (mia nonna) aveva sottratto il nome, volevano che glielo restituissi... ma io non sapevo come fare.
Quello spirito racchiuso nel gatto mi offrì il suo aiuto a patto che se fossi morto avrebbe avuto lui il taccuino. Così mi misi al lavoro.
Il metodo di per sé era semplice: fissavo bene l’immagine dello spettro nella mia mente e pronunciavo una frase nella mia mente, il taccuino trovava in automatico il nome, dopodichè stringevo il foglio tra i denti, congiungevo le mani ed espiravo. Il nome veniva restuito al suo proprietario. La cosa difficile era che restutire nomi era molto stancante e alcuni spiriti erano violenti e spesso mangiavano gli esseri umani. A volte anche lo stesso gatto aveva provato a mangiarmi ma se ero in difficoltà non esitava ad aiutarmi. Immagino che anche gli spiriti si possano affezionare.
Inoltre c’è un altro ragazzo nella mia scuola, anche lui può vederli... me lo ha detto... chissà forse un giorno gliel’ho dirò che posso vederli anche io, ma non voglio fidarmi troppo... Tanuma (quel ragazzo) nasconde qualcosa...
Ah, dimenticavo!
Mi chiamo Takashi Natsume e sono il Messaggiero degli Spiriti.


Angolino Autrice:
Non so come mi è venuta la storia del Messaggiero degli Spiriti, ma è la prima cosa che ho pensato. E' una cavolata scritta durante una noiosa ora di informatica nella mai "amata" scuola. Abbiate pietà di me e recensite, vi scongiuro!!
 




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