Freia

di Eylis
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Credits: all’inizio di ogni capitolo c’è una frase in corsivo che richiama i sentimenti contenuti nel capitolo stesso. Queste frasi sono traduzioni letterali o quasi (a volte leggermente adattate unicamente per renderle più scorrevoli) del testo della canzone “The truth beneath the rose” dei Within Temptation

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Prologo




Quando il primo Chobits venne costruito il suo creatore inserì dentro questa macchina un programma. Ogni giorno trascorso in compagnia degli esseri umani avrebbe insegnato al pc, tramite un apprendimento autonomo ricavato dall’analisi delle situazioni, il significato delle parole “affetto” ed “amore”. Questo programma avrebbe permesso anche al pc di trovare una persona da considerare speciale. Una persona da amare. Questa fu la nascita di Freia.

Ma accadde qualcosa che il creatore non aveva previsto. Nel corso della sua esistenza Freia apprese ciò che era necessario conoscere sul mondo degli esseri umani. Imparò il significato dei sentimenti e, grazie al programma, iniziò a provarne lei stessa. Conobbe la felicità, nel vedersi amata dal creatore e sua moglie, persone che lei chiamava “papà” e “mamma” e che a loro volta la consideravano come loro figlia. Assaggiò il gusto dell’allegria e della scoperta, accompagnata mano nella mano dai genitori nella sua crescita, accumulando dati di ogni tipo nella sua memoria. E bevve dall’amaro calice del dolore. Nel corso del tempo il programma che le era stato installato la portò a cercare la persona solo per lei, quella persona speciale che avrebbe amato. Freia vide questa persona nel suo creatore, suo padre.

I pc in forma umana sono in grado di assumere le medesime espressioni che possono avere gli esseri umani. Sul volto di Freia iniziò a disegnarsi la malinconia, che sgorgava dai suoi occhi intrattenibile. Sua madre, Chitose Hibiya, allora Chitose Mihara, intuì il suo dolore ma non ne capì la fonte. Decise quindi con il marito, Ichiro Mihara, di creare un secondo Chobits: Erda. Con le medesime sembianze di Freia Erda assunse il ruolo di sua sorella. Le stava accanto, la rallegrava, distoglieva il suo pensiero dal padre. Ma quando Freia rimaneva sola quello spasimo sempre più profondo la assaliva nuovamente.

Consapevole di non poter esternare questo sentimento ma incapace di allontanarlo da sé Freia non riuscì più a sostenere il proprio dolore. La capacità del suo sistema non fu più in grado di supportare questo carico di emozioni e Freia decise di autodistruggersi. In breve tempo, nonostante i tentativi del creatore e di sua moglie di ripararlo, il pc iniziò il suo declino verso lo spegnimento ultimo. Ma prima che i suoi dati si cancellassero definitivamente riducendola ad un semplice insieme meccanico Erda intervenne. Non volendo che la sorella perdesse ogni ricordo di sé stessa e del suo cuore le chiese di inserire ogni dato dentro di sé, accettando in questo modo però di perdere la propria memoria ed il proprio carattere. Al contrario di Freia Erda non aveva ancora trovato la persona solo per lei, ritenne quindi di poter smarrire i propri dati per poter accogliere quelli, più importanti, della sorella.

I genitori non furono in grado di fermarle. Quando le trovarono, Erda aveva già assunto in sé l’esistenza stessa della sorella, che ormai giaceva priva di movimento. Prima di spegnersi a sua volta Erda chiese alla coppia di allontanarla da loro perché, una volta riaccesa, potesse trovare la persona speciale da amare senza correre il rischio di vedere a sua volta questa figura nel padre.





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