Melinda May - Uno sguardo nel passato

di AnotherBrick
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Sto guardando fuori dalla finestra da ore e non c'è niente da guardare. Se chiudessi gli occhi potrei sentire quasi il freddo delle montagne innevate davanti a me. Il freddo che entra nelle ossa, come quella volta...
Un rumore improvviso mi distrae dai miei pensieri. 
Mia madre apre la porta della mia stanza, come sempre senza bussare. La cosa ovviamente non mi stupisce. La squadro spazientita.
Mia madre ha in mano un vassoio con una teiera. Versa il te e mi porge una tazza. 
Quindi mi chiede, senza preamboli: "com'è che ti sei fatta quella cicatrice sul braccio?"
Abbasso gli occhi, lei è sempre l'unica che riesce a farmi sentire sempre inadeguata, nonostante tutto.
Questa volta però è diverso. I miei occhi le racconterebbero troppo. 

Bahrein.
Io, la sabbia, il caldo torrido. I vestiti che erano ormai una cosa sola con la pelle.
Finalmente, tracce dei superumani che stavamo cercando.
Una cittadella fortificata in mezzo al nulla. 
Recinzione.
Caldo. Acciaio. Due pallottole. 
Le porte di metallo si aprirono, ormai incustodite. 
Hangar. Agenti dello SHIELD per terra, legati.
Uomini che avanzano. Uomini che non sono solo uomini. 
Nessun'altra possibilità. Agire.
Furia. Rabbia. Ira 
Azione. 
Sangue. Sangue. Sangue, mio e loro. 
Mischiati sul pavimento di cemento.
Respiro.Respiro.Respiro.Respiro.Respiro.
Agenti corrono via. 
Carneficina.
Il dovere è fatto, ma a che prezzo.
"Ma a che prezzo?" dico ad alta voce. Un millennio dopo e mille chilometri più lontano.
Nella stanza è passato un secondo, ma nella mia testa un'eternità.
"Cosa?" dice mia madre
"Niente, mamma, tutto a posto".




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