Il
tempo passa inesorabile per chiunque. I pirati poi sono ancora
più soggetti a quello perché in mezzo al mare,
bruciata dal sole e dalla salsedine, la pelle invecchia prima.
Per questo motivo
io, Nami, La più famosa navigatrice e tre le persone con la
miglior preparazione e intelligenza, ho sempre fatto attenzione a ogni
particolare per ritardare il più possibile il mio processo
di invecchiamento.
Abbiamo navigato
per circa un anno senza mai toccare terra. È stato
terribile.. poche provviste, solo pesce che grazie a Sanji rimaneva
sempre delizioso, alla fine non avevamo più un liquore e io
e Zoro ammetto stavamo impazzendo, non ho più comprato un
vestito per tutto quel tempo e nemmeno tagliato i capelli.
Quando abbiamo
avvistato terra eravamo in uno stato pietoso e solo Usopp e Rufy hanno
avuto le forze per festeggiare.
Ci siamo
precipitati tutti a fare le nostre compere…non li ho
più rivisti per due giorni circa se non in giro di tanto in
tanto e alla sera a cena.
Rido
ora…ripensando che ho obbligato Zoro ad accompagnarmi per
saldare il suo debito, uno dei tanti che aveva con me.
La prima cosa che
volevo fare era tagliare i capelli… ma quando entrai nel
centro di bellezza ebbi un grande ripensamento.
“Dici
che dovrei?” avevo chiesto al mio accompagnatore.
“Fai
quello che vuoi basta che ti sbrighi..” fu la
risposta secca che gli costò un calcio proprio nelle parti
basse.
“Sono
seria, idiota”
“Anche
io..” ma vedendo il mio sguardo, ancora accasciato a terra,
si sbrigò a continuare:
“Ti
stanno bene ora...”
i miei adorati
rossi capelli erano cresciuti quasi fino al fondoschiena, sempre fin
troppo lisci..
“Forse
dovresti tagliarli un po’, non corti come un
tempo..” si era fatto più gentile. Li ho
accarezzati e mi sono decisa, sarei tornata la nami di sempre.
“Come
preferisci le donne?” gli avevo chiesto mentre aspettavo il
mio turno, io e lui seduti su delle poltroncine di pelle nera nel
salone di attesa. Lui con le mani dietro la nuca nella solita posa.
“Che
domande sono…” era arrossito. Io
sghignazzavo…sapevo che certi discorsi lo mettevano in
imbarazzo.
“Beh
che ne so…io preferisco i ragazzi misteriosi, alti, capelli
scuri, occhi profondi…muscolosi..”
e lui era
scoppiato a ridere..
“Che
c’è?” gli avevo chiesto offesa.
“Ho
capito che Sanji si sta solo illudendo con te…”
“Lui si
illude con tutte le donne..” commentai.
“E che
è per questo che ti metti sempre nei casini.. iniziavo a
pensare che portassi semplicemente sfiga..” concluse come
nulla fosse.
“Che
stupido..” dissi mettendo un broncio.
Lui mi
fissò, aprì la bocca come per dire qualcosa, poi
la richiuse. Lo fissai anche io:
“Di
quello che devi dire, finisci di insultarmi tutto insieme
così le prendi una volta sola..” dissi scontrosa.
Lui non tolse gli
occhi da me, e questo mi fece esitare. Ero dura e lo picchiavo spesso,
come facevo con gli altri, ma ora aveva davvero paura di lui, che
volesse vendicarsi.
“Ho
sempre pensato che la mia donna ideale fosse come Kuina..”
già, quella per cui lui ora combatteva e dava il massimo di
sé.
“Anche
quando mi sono trovato contro quella Tashigi, che tanto le somiglia, ho
creduto di poter finalmente pensare a lei anche in quel
senso..” e fece un gesto con la mano a cerchio, non so cosa
significasse. Poi continuò:
“Ma il
problema è che non ero legato a lei come persona, ma solo
alla promessa che c’era fra di noi…mi ancoravo al
suo ricordo perché avevo paura..”
sono rimasta ad
ascoltarlo con attenzione. Lui soppesava ogni parola, come se gli
costasse molto, o forse era solo poco convinto di dirlo a me.
“Col
tempo mi sono fatto un’idea del tipo di donna che vorrei come
madre dei miei figli…” Zoro padre? Mi
scappò un sorrisino malizioso immaginandolo fra i pannolini.
Lui se ne accorse e stette zitto, non aggiunse altro.
“E
allora?” lo incitai.
“Allora
cosa?” chiese tranquillo.
“Quale
sarebbe questo ideale?”
“Il tuo
opposto..” ammise divertito. Io divenni tutta rossa dalla
rabbia.
“Ma
come siamo carini oggi..” sospirai, da lui non potevo
aspettarmi altro.
Lo sentii ridere,
ma non lo guardai.
“Ci sei
rimasta male?” mi chiese poco dopo con più
gentilezza piegandosi in avanti per vedere il mio viso.
“Avrei
dovuto? In fondo io non avrei nessuna intenzione di diventare madre dei
tuoi figli” dissi con ovvietà voltandomi verso di
lui.
“Assolutamente…iniziare
una storia con te poi! Neanche a parlarne… fare dei bambini
significa avere dei rapporti lo sai? Figurati se farei sesso con uno
così imbranato che ha la segatura nel cervello..”
“Ci sei
rimasta male..” sospirò lui rassegnato tornando ad
appoggiarsi alla poltrona.
Il problema di
Zoro è che non chiede scusa, anche se ha torto marcio, su
questo Sanji ha ragione.
E calò
il silenzio, finché arrivò una ragazza che mi
disse che era il mio turno.
Mi alzai
velocemente per allontanarmi. Mi aveva ferito e siccome ancora mi
chiedevo perché mai avrei dovuto rimanerci male, volevo
stargli più lontana possibile.
“Torna
migliorata..” quasi urlò per farsi sentire e io
strinsi il pugno perché se solo fosse stato più
vicino gli avrei fatto molto male.
Avevo cambiato di
nuovo. La Nami di sempre avrebbe tagliato i capelli corti? Quella di
ora li avrebbe lasciati lunghi. Fino sotto le spalle, non di
più. Il liscio non andava più di moda,
così mi faci fare dei boccoli. Mi feci anche truccare e
sistemare le unghie. Ora si che mi sentivo me stessa.
Mi precedette la
ragazza di poco prima.
“La sua
ragazza è un incanto..” disse in direzione di Zoro
che per poco non si ingozzò con la saliva. Quando mi vide
non disse nulla, ma ero talmente arrabbiata che non lo notai.
Uscimmo sempre in
silenzio.
“Devo
prendere dei vestiti, se vuoi puoi andare a prendere quello che
devi..” dissi secca.
“No ti
aspetto.. anche perché è un posto che non conosco
e posso perdermi..”
“Solo
perché è un posto che non conosci? “
soffocai le risa.. lui non notò nulla.
Presi dei
vestitini, qualche maglietta, 5 gonne e 4 paia di scarpe… e
ovviamente i pacchi li portò lui.
Era
ancora presto, tornammo alla nave deserta per lasciare i pacchi e
decidemmo di fare un pausa.
Il bar
più vicino era una specie di buco sudicio
“Vuoi
davvero entrarci?” mi disse lui guardando gli uomini
all’entrata poco convinto.
“Si…hai
paura che ti facciano male?”
“Scherzi
col fuoco ragazzina” stranamente si fece più
vicino a me e entrammo.
Ci sedemmo al
bancone e ordinammo due birre. Non passarono nemmeno dieci minuti che
uno strano tipo si avvicinò, in cerca di guai. Zoro se ne
stette zitto e osservò la scena.
“Posso
offrirti da bere?” mi chiese avvicinandosi pericolosamente.
“No”
dissi tranquilla.
“Andiamo..
solo una bibita, scegli tu..” e tentò di toccarmi.
Nemmeno il tempo di realizzare che una lama mi passò davanti
e si fermò all’altezza del collo del tipo.
“Ti ha
detto di no..”
mi sentii
più tranquilla.
“Era…era
solo per fare conversazione..” cercò di scusarsi
quello.
Poi venne
affiancato da degli altri individui e si fece coraggio.
“Sei il
suo cane??? Lasciala a noi qualche ora, poi te la ridiamo..”
Zoro si era
già alzato in piedi e appena quello mi afferrò il
polso tirandomi e costringendomi a scendere dallo sgabello lui gli
tirò un sonoro pugno in faccia.
“Non si
toccano le donne con delle mani tanto luride!” disse con
ancora in pugno la sua katana.
Gli altri uomini
lo stavano circondando.
“Cerchi
rogne? E’ solo una donna, l’isola ne è
piena…poi ti ha detto che te la riportava..” disse
uno fra i tanti. Gli occhi di Zoro erano ridotti a due fessure.
“Non mi
importa delle altre donne.. lei non si tocca!” e mi
lasciò senza fiato. Frasi di circostanza? Forse, ma i miei
occhi si fecero lucidi dalla felicità. Allora valevo
qualcosa per lui..
Poi lentamente
senza rimettere la spada a posto e mi prese in vita, trascinandomi
fuori di li.
Quando fummo
abbastanza lontani mi lasciò.
“Visto?
Sei una stupida…pensavi non capitasse? Nami, non sei
più una ragazzina, dovresti sapere come gira il mondo in
quei luoghi..” e quelle parole così dure mi
ferirono davvero. Non più rabbia, solo delusione per me
stessa.
Scoppiai in
singhiozzi e mi inginocchiai a terra. Lui si grattò la nuca
e dispiaciuto sussurrò un “Mi dispiace”
poi si chinò e mi strinse con delicatezza.
Mi
abbracciò, si…e io mi aggrappai a lui.
“Nami…dai…
scusa…” cercava in continuazione di calmarmi ma
senza risultato.
“Sei
una bellissima ragazza, vuoi che lo noti io e non
loro…” e fu quello che mi calmò.
Se ne accorse e
sorrise sfiorandomi la testa con le labbra.
“Andiamo
mocciosa, volevi sentirti desiderata? In un posto del genere apprezzano
chiunque abbia un bel culo..” e sospirando “Gli
uomini come quelli non sanno riconoscere la vera bellezza..”
“Tu..
si?” chiesi sottovoce, ma mi sentì.
“Ho
detto che sei bella no? Ho forse detto male..?”
“No..”
sorrisi arrossendo e staccandomi da lui, che mi
asciugò le ultime lacrime sul viso.
“Bene…strega,
era un diversivo per farmi perdere tempo e non comprare quello che mi
serve?” e scoppiammo tutti e due a ridere.
Passammo
un bel pomeriggio, io e lui insieme. Comprammo del materiale per le sue
spade e lo obbligai a comprarsi delle magliette e una camicia. Verso
sera, quando ormai dal fondo della via centrale che conduceva al mare
si vedeva il tramonto, incontrammo Sanji e Robin.
“Nami-san..
come sei bella oggi…hai fatto qualcosa al viso? Ai capelli?
O ma tu sei sempre bella…”
Robin sorrise:
“Ciao
navigatrice, spadaccino..” e solo quando lei lo
nominò Sanji si accorse di Zoro.
“E tu
che ci fai con Nami-san?” l’espressione arrabbiata.
“Non
sono affari tuoi quello che faccio io, cuoco.”
“Si se
riguarda Nami-san…” insistette.
“Cerchi
rogna? Io e la tua “Nami-san” abbiamo passato il
pomeriggio insieme” e sorrise in segno di sfida al cuoco,
mettendo la mano sull’impugnatura di una spada.
Sanji parve
scioccato. Guardò me con le lacrime agli occhi.
“Nami
è vero?? Sei stata con lui?” e prima che potessi
rispondere Zoro mi aveva anticipato:
“Siamo
stati all’hotel Smeraldo, quello in cima alla
collina… volevamo riposare un po’, ma sai quello
che capita in questi casi, soli in una camera stupenda, con una vasca
da bagno grande quanto la nostra nave..” io arrossii
perché, anche se non era vero, non mi sarebbe per niente
dispiaciuto.
“Dannato..”
urlò il cuoco attaccandolo “Hai approfittato del
mio amore.. Morirai..”
e iniziarono a
litigare. Mi misi in mezzo, fermandoli a serio rischio di vita:
“Sanji,
ti stava prendendo in giro… non esiste nessun hotel
Smeraldo…abbiamo solo fatto shopping..” e gli
sorrisi. Lui cominciò di nuovo a piangere di
felicità.
“Davvero,
mio tesoro? Non mi tradiresti mai, lo sapevo..” e questo gli
costò un pugno.
Ci dirigemmo
insieme verso il porto e prima che io potessi affiancare Robin, Zoro si
avvicinò e mi sussurrò all’orecchio:
“Spero
che sulla prossima isola ci sia anche solo una locanda” e mi
fece arrossire tant’è che anche Robin se ne
accorse e gli rispose al posto mio:
“Io
faccio il turno di vedetta stanotte” e sorrise a entrambi col
suo modo distaccato. E se prima ero rossa ora ero bordeaux.
“Che
significa?” si intromise
Sanji…”Spadaccino della malora ti
controllerò a vista, non violerai mai la mia
Nami-san…”
Zoro
alzò le spalle e non gli rispose. Sapevo che voleva solo
provocarlo, ma perché con me..
“Accetta
il fatto che la tua adorata non ti ama idiota..!” gli
urlò contro.
“Non
ama me, ma non amerà mai nemmeno te..” gli rispose
quello sperando di fregarlo.
“Bene,
allora facciamo una cosa..” si girò verso di me, e
Sanji lo guardò confuso.
“Nami..,
se dovessi decidere con chi avere un’avventura fra i due, chi
sceglieresti?”
E
vedendo che anche Robin ascoltava lo chiese anche a lei.
“Credo
lo spadaccino..” rispose con indifferenza
l’archeologa. “Forse è più il
mio genere di uomo” e poi sorrise a Sanji che la guardava
come se lo avesse appena pugnalato.
Una fitta di
gelosia mi colpì il petto.
Sono orgogliosa,
lo sono sempre stata, e la frase detta dalla sorellona mi fece
innervosire.
“Sanji…”
risposi senza esitazione, lasciando Zoro davvero stupito a guardarmi
mentre io gli sorridevo con aria di sfida.
“Ah
si?” e si avvicinò lentamente “Bene
mocciosa, non c’era che aspettarselo… ti piacciono
di sicuro i ragazzini immaturi come lui, non andresti mai con un vero
uomo” era una cosa fra me e lui, lo sapevo.
Sanji
però si intromise pieno d’amore per me.
“O mia
adorata.. lo sapevo.. io sono un uomo dentro, mica come questo mollusco
che finge di esserlo..” e con gli occhi a forma di cuore
cadde a terra troppo felice.
Ma nessuno dei
due sembrò badarci.
“I veri
uomini non si vedono dai muscoli, lascialo dire a chi se ne
intende..” e sorrisi maliziosa.
“Invece
le vere donne si vedono dal portamento.. Robin di certo lo
è…tu…tu no!” disse con tono
di sfida.
Ribollivo dalla
rabbia, ma con charme gli accarezzai il torace e, aprendo un
po’ di più la camicetta, mi avvicinai al suo viso.
Lo vidi deglutire a fatica, sudare e concentrarsi per non cadere sotto
l’arma della seduzione.
“Lasciati
andare.. uomo..” sussurrai alla sua orecchia. Quelli che
passavano si giravano curiosi, alcuni con la bava alla bocca. Robin
sorrideva divertita.
E poi quello che
nemmeno avevo lontanamente immaginato: un bacio. Rude in principio, poi
sempre più dolce. Fu così inaspettato che non
ebbi nemmeno il tempo di chiudere gli occhi. Le mie labbra si schiusero
subito per lui. Combaciavano alla perfezione. Erano così
morbide, anche calde.. sapevano di Rum e la cosa mi eccitò
parecchio.
Quando si
staccò avevo il fiatone, mi allontanai di un passo e lo
guardai accarezzandomi le labbra con la punta delle dita. Anche lui era
piuttosto confuso, non si accorse nemmeno che Sanji dietro di lui stava
attentando alla sua vita, circondato da un alone di fuoco, trattenuto a
fatica dalle mani di Robin comparse sul suo corpo.
“Bene…”
dissi.
“Bene”
rispose lui.
“Se
credi di avermi fatto cadere ai tuoi piedi ti sbagli di grosso,
idiota!” dissi risoluta.
“Lo
stesso vale per te, isterica”
“Bene!”
“Bene!”
“Volete
andare avanti in eterno?” si intromise l’altra.
“Siete
attratti l’uno dall’altro tutti e due!” e
poi si allontanò trascinandosi dietro il cuoco distrutto dal
dolore. Era sempre molto schietta.
Ci guardammo un
po’, poi lui sbuffò e mi circondò il
collo con un braccio incamminandosi e costringendomi a fare lo stesso.
“Ha
ragione…” e sbuffò di nuovo.
“Già..”
e lo guardai di sott’occhi per vedere meglio il suo viso.
Senza paura io
gli circondai la vita con il braccio. Non sapevo cosa mi aspettava
né nella vita, né in questa storia..
però ero tranquilla stretta a lui, mi sentivo realizzata.
A distanza di due
anni da allora dirò solo una frase:
“Ne
è valsa la pena” e rido..
Mentre sento
Usopp urlare: “Isola in vista..”, un gran movimento
al piano di sopra e Zoro sulla porta appoggiato allo stipite che mi
osserva con un sorrisino.
“Isola”
dice.. annuisco e lo raggiungo. Un leggero bacio sulle labbra e insieme
saliamo sul ponte della Sunny.
Una cosa un
po’ così…credo di aver scritto in
troppo in questi giorni, pur avendo altro da fare…
Anche se ora mi
manca solo una Rufy Nami sdolcinata…e la voglio scrivere, si
si..spero vi sia piaciuta. Lasciatemi un commento…baci!
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