Il Principe
Azzurro.
Era
ridicolamente depressa. Davvero. In
maniera incredibile.
E lo si
notava anche da un semplice particolare: teneva in mano un libro. Ma
non un
libro come gli altri. Un bell’harmony
con
un sexy maschione in copertina ed il titolo stampato color rosso
passione:
“Peccatori nella notte”. Già
preannunciava l’ottanta per cento dei contenuti di
quelle pagine: sesso.
Scosse il
capo, leggendo che la protagonista si lasciava imbavagliare al letto,
mentre
lui le infilava una fragola in bocca.
Ed ora scommetteva che avrebbe cominciato a frustarla! –
rise. La sua fantasia
correva veramente tanto. Piuttosto che ammettere che
sognava una di quelle cose, prendeva tutto poco sul serio.
Si guardo
attorno, guardinga. Era imbarazzata all’idea che qualcuno la
vedesse leggere un
harmony. Quel povero genere
letterario era davvero denigrato da tutta la popolazione mondiale.
Anche da
quelli che lo compravano, come lei. Ma solo perché
significava un'unica cosa: depressione. E
difatti era arrossita
furiosamente di fronte all’occhiata della cassiera: le era
parsa comunicarle
“Cara, troverai qualcuno”.
Ma al
diavolo il trovare qualcuno! Non c’era un solo uomo sulla
terra che sapesse
ancora conquistare una donna con un certo… come
dire… garbo? Tutti
veloci, sbrigativi: “Esci con me, stasera?”. E le
serenate? E i fiori? Certo, forse era un po’
all’antica, ma cosa cambia se ci
si ricorda di aprire la portiera alla propria ragazza?
Si spinse
contro lo schienale della panchina. Sedeva in un parco, da sola,
immersa fra
fiori e profumi, e cosa faceva? Aspettava immobile. E
certo! E poi mi definisco normale! – pensò,
sconsolata.
Aspettando cosa, poi? Il principe azzurro? Naaaaa, che sciocchezza.
Perfino il
successo di Shrek dimostrava che i principi azzurri non piacciono
più.
Ma io non
voglio un orco!!! – si disse,
isterica. Non era
giusto. Era cresciuta con Cenerentola e il mondo era andato avanti
senza di
lei. Come potevano rifilarle un orco puzzolente se lei voleva il
Principe della
Bella Addormentata Nel Bosco? Era un’ingiustizia!
Chiuse il
libro di scatto. Incredibile. Si
alzò
in piedi, mossa da una stupida ed incosciente rabbia, e
zampettò fino alla zona
bambini. Sperava di deprimersi come tutte le settimane, vedendo belle
famiglie
intente a giocare e sbaciucchiarsi…
Invece il
suo sguardo fu attirato da un piccolo tendone. Gli
abusivi cominciavano a lavorare anche nel parco? –
si chiese,
crucciata. Si avvicinò, lentamente, e notò una
folta massa di bambini seduti di
fronte ad un palco. Sopra, si muovevano delle persone. Ah,
ma certo! – mormorò, recitano.
Gli occhi le si illuminarono quando lesse
sull’insegna “Le favole di
sempre”.
Non
poteva essere vero! Camminò, veloce, posizionandosi alla
sinistra del palco,
dietro ad alcuni genitori. Un ragazzo – poteva avere la sua
età, era vestito
con una calzamaglia, inginocchiato di fronte a quella che doveva essere
una
principessa.
-
Cenerella, vuoi sposarmi?
Oddio! Era arrivata
nella scena
cruciale! Guardò il volto del principe, estasiata. I grandi
occhioni blu
luccicavano di speranza, e i capelli castani gli ricadevano folti,
sulle
spalle. Stringeva le dita a quelle della principessa, una bellissima
ragazza con
i capelli biondi e gli occhi color cioccolato.
- Si, Mio
Principe! – rispose, abbracciandolo di slancio. Lui la
sollevò per aria - fra
gli applausi dei piccoli, e la fece roteare, sorridente.
Sango si
portò le mani alle labbra, commossa. Da quanto tempo non
vedeva una scena del
genere? I due attori si sorrisero, prendendosi le mani e facendo vari
inchini.
Battè le mani vigorosamente: era sembrato tutto
così vero!
Dun
tratto lo sguardo del principe si immobilizzò su di lei. Era
un ragazzo molto
affascinante, con un volto che pareva levigato nel marmo. Si
bloccò, con le
mani a mezz’aria, arrossendo a dismisura. Kami!
Che figura!
I bambini
si rialzarono lentamente, mentre i genitori li chiamavano, ad alta
voce. Una
carrozzella le passò sul piede, facendola scattare
all’indietro, dolorante.
- Ouch!
–
esclamò una voce alle sue spalle, sofferente.
Sango si
voltò di scatto, ritrovandosi il Principe proprio di fronte
a lei, intento a
massaggiarsi il piede. In fondo, indossava solo una scarpetta da ballo.
- Oh Dio
Mio, scusami! – esclamò, dispiaciuta –
ma un passeggiamo mi ha tagliato il
piede e quindi sono scattata indietro..! – spiegò,
piegandosi inconsciamente su
di lui.
Il ragazzo
alzò il capo, con un sorriso debole ma bello. –
Ehi, ehi! Non importa.
Ero venuto qui per conoscere la mia fan numero uno e invece ho trovato
una
pazza assassina!
Sango
aggrottò le sopracciglia. – Pazza assassina?! Ti
ho già chiesto scusa, cosa
pretendi di più?! – esclamò, stizzita.
Lui rise.
– Calmati, piccola. Stavo solo scherzando! –
raccontò, grattandosi la nuca. I
suoi occhioni blu luccicavano come zaffiri.
La mora
arrossì. Molti dei bambini ed i loro genitori si erano
allontanati, parlando
animatamente. Ora il palcoscenico era vuoto ed erano rimasti solo loro
due. –
P-piccola? – ripetè, imbarazzata.
- Certo.
Sei indubbiamente la mia fan più piccola! –
replicò, ridendo.
- Io non
sono una tua fan! – rispose, crucciata, col volto arrossato.
Lui
sorrise, malizioso. – E cos’erano quegli occhi
luccicanti quando ci siamo
inchinati? Ammettilo, ti sono piaciuto. – la
provocò, irrisorio.
-
Beh… -
biascicò. – Un po’… - ammise
– ma solo perché interpreti il Principe Azzurro!
–
si giustificò, abbassando il capo.
- Beh,
questo Principe Azzurro si chiama Miroku Houshi. –
sussurrò, prendendole le
dita. Si inginocchiò a terra, proprio come poco prima aveva
fatto con la
principessa. – Mi fate il dono di sapere il Vostro nome?
– esclamò, teatrale.
Sango
arrossì di botto. – Ma che fai!? –
sbraitò, al limite dell’imbarazzo –
Tirati
su!
- Solo se
mi dici il tuo nome. – rispose, cocciuto, mostrando una fila
di denti bianchi e
perfetti.
- Sango.
Sango Hirai. – precisò, frettolosa, indicandogli
di alzarsi. Molti li stavano
fissando, curiosi. – Ed ora alzati!
Lui
scoppiò a ridere. – Ma certo, Sango. Hai proprio
un bel nome. Sai… mi sembra di
conoscerti… Forse ci siamo già incontrati. In
un sogno. – mormorò, malizioso.
Lei
aggrottò le sopracciglia. – Hai… hai
appena citato la Bella Addormentata!
- Beh,
si. La recito domani. – replicò, stucchevole.
Sango lo
guardò, stralunata. – E comunque non ci siamo
incontrati da nessuna parte,
principe dei miei stivali!
- Mia cara,
dovevi cominciare a cantare! – rispose, ridacchiando.
Lei
scosse il capo. – Non è vero, sarebbe toccato a
te… ehi! Non dirmi queste cose!
Non stiamo recitando!
Miroku
scoppiò a ridere. – Hai ragione, ci sto davvero
provando con te. – disse, prendendola in
contropiede.
- Ecco,
esat… – si bloccò, sorpresa –
…ci stai provando con me? – chiese, ad occhi
sgranati. Il cuore cominciò a tamburellarle.
- Ma
certo. – rispose, a suo agio – Vedi, di solito qui
ci stanno solo belle
bambine. Ma troppo piccole per me. Preferisco quelle un po’
cresciutelle. –
spiegò, con un sorriso dolce.
Sango
arrossì. – Beh… grazie. –
rispose, imbarazzata. Quel principe era troppo
sfacciato per assomigliare a quello della Bella Addormentata!
- E di
cosa? – poi si voltò, verso il palco. La figura
della principessa, ora con
indosso jeans e una maglietta rosa, era intenta a raccattare oggetti di
scena.
– KA-CHAN! Possiamo riservare un posto in prima fila, domani?
Sango
guardò la ragazza. Si era tolta la parrucca bionda, e
portava i capelli color
cioccolato lunghi fino alla schiena, mossi. – Ma certo!
– rispose, donandole un
sorriso.
Miroku si
voltò verso di lei. – Mia sorella. Non ti sentire
in competizione, Sango. –
mormorò, con malizia.
- I-io
non… - arrossì.
- Ma
certo, lo so. – replicò, ridendo – Era
una battuta. … Dunque domani ci sarai?
Recitiamo la Bella Addormentata.
Non puoi perderti io che canto. – esclamò,
sorridente.
Lei
sorrise, imbarazzata. – Beh, io… - si
portò il libro harmony al
petto, indecisa.
Lo
sguardo del ragazzo cadde proprio su quest’ultimo.
– Oh… sai che io adoro
leggere i libri ad alta voce? – propose, con voce roca
– Potremmo passare una
piacevole serata, ad interpretare quella
storia…
Sango
arrossì furiosamente. – L-limitiamoci alla Bella
Addormentata! – esclamò,
precipitosa. Nascose immediatamente il libro dietro la schiena.
- Ma
certo, piccola. Ti aspetto domani, allora. – le disse,
piacente. Le prese la
mano e si inchinò, sfiorando con le labbra quella pelle
liscia e morbida.
Lei
sentì
le gambe diventarle di colpo molli. – A… a domani!
– rispose, incapace di non
arrossire.
Il
Principe si allontanò, sorridente come non mai, girando
dietro il palco. Sango
lo fissò, confusa, poi si portò una mano al
cuore, tremante.
Tu-tum,
tu-tum.
Chissà
se
la Principessa
Aurora
aveva sentito il suo cuore battere come lei lo percepiva ora?
Scosse il
capo, incredula. Poi sorrise.
Lo
avrebbe scoperto domani.
The End.
Giorno
<3 Cioè, notte!
Come al solito, sforno stucchevoli shot e non vado avanti con le long
XD Ma
parliamo un po’ della storia… che ne dite? Sango
ha trovato una fatidica
risposta? O si era rivelata sbagliata? *-* Lascio a voi il commento,
mie caVe,
anche perché sono un po’ di corsa U_U Spero vi sia
piaciuta, e la dedico a
tutti i miei lettori! ù_ù
Bacioni,
Meg!
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