Il mio papà

di S_DeathNote
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Ho solo 14 anni. Picchiato abitualmente da colui che dovrebbe accudirmi, mio padre.
Ogni giorno era sempre la stessa storia: saltavo la scuola per sfogarmi giocando ai videogiochi di guerra, e poi, alla sera, mi prendevo calci dal "mio amato paparino". Urlavo, mi nascondevo sotto il letto, o nello sgabuzzino, pregando che qualche vicino si svegliasse e venisse in mio soccorso, ma era tutto inutile.
Un giorno, però, lui tornò a casa.
Come al solito reparò tutta la sua forza nella sua gamba sinistra, e sferrò un colpo alla mia nuca. "Basta", pensai.
Ero stanco, ormai, di subirmi le conseguenze delle sue sbronze al bar. Mi nascosi nella credenza in cucina, afferrai un coltello ed uscii, sfiorando la gola di mio padre. Riuscii nel mio intento.
Una testa mozzata a terra, la sua, con una macchia di sangue che la circonda e io, sorriso stampato sul volto, con un coltello nelle mani e pensieri satanici nella testa.
Ricordo le sue grida, gli occhi persi nel vuoto mentre io lo trafiggevo senza pietà. Eppure ciò non mi provocava un minimo accenno di compassione,pena. Avevo già ucciso in passato.
Poi indietreggio. La paura si impossessa per qualche secondo della mia mente, so di aver commesso un errore imperdonabile. Ma in quell'istante quel sentimento chiamato "paura" si tramuta in gioia. Sì, perchè finalmente lui non esisteva più.
Esatto. Avevo finito di soffrire, di nascondermi alla sua vista, e la mia insanità mentale era giustificata perchè, in fondo, mi picchiava,no? Gli altri non avevano più ragioni per giudicare i miei comportamenti, avevo una faccia d'angelo e un'anima impossessata dal Diavolo. Ero la combinazione perfetta, un killer insospettabile.
E questo faceva di me una persona nuova, realizzata. Mi sentivo un vincitore. E continuai.
La mia vita ora aveva un senso.




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