Living in a dream.

di Lady Atena
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Credits: Ispirata alla fict “Mente divisa” di PurpleStarDream, pubblicata dopo il suo consenso scritto di farlo.

Steve sospirò massaggiandosi il collo, sentì una serie di ticchettii ripetuti e si girò di scatto; espirò guardando la pioggia battere contro i vetri delle finestre. Chiuse gli occhi e si massaggiò le palpebre, udì il fischio del bollitore e rabbrividì. Si girò nuovamente, avanzò raggiungendo una manopola, chiuse il gas e si leccò le labbra. Si voltò sentendo dei passi, avvertì dei tonfi dal piano di sopra e boccheggiò.

Una mano uscì dal pavimento e gli afferrò il piede, il soldato la calciò con l'altro, una serie di altre mani uscirono dal pavimento dimenando le dita. Prese a correre facendo lo slaloom tra esse, il pavimento si trasformò in un terreno grigiastro. Una serie di esplosioni risuonarono tutt'intorno, il terreno tremò. Si sentiva il sibilo delle bombe, le onde d'urto lo spingevano da varie parti. Udiva il rumore degli aerei sopra di lui, le tempie gli pulsavano, ansimò sgranando gli occhi. Guardò a destra e a sinistra, vide un uomo esplodere, la sua carcassa gli finì addosso imbrattandolo di sangue e frammenti d'organi. Steve indietreggiò, le orecchie gli fischiavano e del sangue gli uscì dal naso.
“È colpa tua, colpa tua” disse una voce alle sue spalle.
Si girò e vide la carcassa di un uomo dal volto giallastro dimezzata, circondato da un alone grigiastro; le braccia tese sanguinavano avvolte dal filo spinato.


Steve indietreggiò ancora, sbatté contro la finestra mandando il vetro in frantumi. Bucky lo afferrò per la mano e lo attirò a sé; lo strinse boccheggiando. Steve tirò una serie di testate contro il suo petto. Bucky avvertì delle fitte, le ossa scricchiolarono e indietreggiò. Lo avvolse con più forza con il braccio di metallo e gli baciò la testa.
“Calmati, calmati ti prego” lo supplicò.
Steve si abbandonò contro di lui sbattendo un paio di volte le palpebre, gli occhi sporgevano.

Un demone rosso grosso due volte lui lo cinse da dietro, afferrandogli i polsi. Con il secondo paio di braccia gli abbassò i pantaloni. Una serie di mani gli aderirono al corpo risalendo.

Steve ruggì e si dimenò più forte. Bucky lo prese in braccio tenendolo fermo.
“Ehy, brother, resta calmo; ti prego” biascicò. 
Lo cullò contro di sé e sentì gli occhi pizzicare. Steve ansimò, la testa gli ricadde in avanti e con un gemito perse i sensi.




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