The lucky ones

di silverspot
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“Noi siamo uno su un milione, siamo i più fortunati.”

“Ti amerò fino al giorno in cui Dio deciderà di chiamarmi a sé.”

“Sono tuo.”

Basta. Per favore, basta. Fa male.

Altri ricordi, altro dolore, un’altra notte lontana da lui.
Mary è morta, o per lo meno è vicina alla morte, lo è più in quel momento, in un letto freddo, scomodo e lontano da casa che quando si è buttata da quella maledetta rupe con Bash.
In realtà, la Regina di Scozia non è morta, in realtà non ha neppure un graffio. Sta bene, sorride agli scherzi che il suo compagno di viaggio fa spesso per distrarla, il suo cuore continua a battere, la sua mente ragiona in maniera lucida, eppure lei si sente morta. Sì, perché una vita senza di lui non è vita. Mary non sta vivendo, lo sa bene, lo sapeva che, cavalcando via dall’unico posto che avesse mai chiamato casa, e dall’unico uomo che avesse mai amato,  stava rinunciando alla vita e abbracciando una perenne sopravvivenza.

E faceva male. Sopravvivere faceva male.

Mary non avrebbe mai pensato che la mancanza di qualcuno potesse procurarle un dolore fisico, ma quello che sentiva ogni notte, quando i ricordi le facevano visita e le impedivano di chiudere gli occhi, era vero e proprio dolore. Schegge di vetro conficcate nel suo cuore, che ad ogni ricordo si muovevano, facendolo sanguinare.
Stava facendo la cosa giusta. Scappare era la cosa giust-…no. Lei non stava scappando. I codardi scappano, e lei è tutto fuorché una codarda. Lei è coraggiosa, lei è forte; forte abbastanza da amare Francis e da lasciarlo andare. Quell’amore la stava rendendo forte, proprio come aveva detto Catherine. Era in nome di quell’amore che lei non si era voltata quando lui ha urlato il suo nome. Era stato quell’amore a renderla forte abbastanza da non fermare il cavallo, scendere e correre da lui.

Era quell’amore che le stava facendo cambiare il destino di nazioni intere.

E lei sapeva che doveva onorarlo, anche se significava vivere in un mondo dove le uniche tracce di Francis erano impresse nella sua mente.

“Mi ricordo ogni cosa; ogni parola, ogni momento, per il resto della mia vita. Ti amo.”


Note: Salve! Di nuovo vi dico che se siete arrivati fin qui, vi ringrazio di cuore, perché significa molto per me. Che dire di questa flash...è triste. Cosa strana, perché non ero triste quando l'ho scritta, anzi. Però a volte capita, suppongo. Da incolpare è anche l'album dei Daughter che stavo ascoltando, sono piuttosto malinconici, quei tipi. Però vi consiglio di ascoltarli, anche perché la frase nell'introduzione viene da una delle loro canzoni: "Youth". Bene, dopo aver fatto pubblicità a quelli lì, io posso anche sparire. Grazie di nuovo, alla prossima!




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