COB ff 14
Carry me away from my pain
Angels
don't kill
Janika stava preparando il pranzo per il picnic che Janne e la band
avevano organizzato sul lago Bodom, nulla importava se faceva ancora
molto freddo e l'aria frizzante li avrebbe perseguitati per tutto il
giorno. La giovane amava cucinare, nonostante si trattasse solo di
qualche panino le piaceva l'atmosfera familiare che la cucina le
trasmetteva; finalmente dopo moltissimo tempo si sentiva a casa. Tutto
questo era dovuto anche al fatto che il tastierista era lì
con
lei, e la guardava seduto sulla sedia alle sue spalle. Janne sapeva
benissimo che Janika era una ragazza molto forte, nonostante potesse
sembrare una normale finlandese, bastava poco per capire tutto
quello che aveva passato. Ora, nonostante la morte della sorella, aveva
energie da vendere per continuare a vivere a testa alta. Ma,
ovviamente, aveva preso tutto dalla madre: Lilja dopo aver passato una
vita orribile ed essere stata abbandonata da tutti, sapeva che non era
ancora arrivata la sua ora. Non poteva lasciare la sua bambina tutta da
sola, non l'aveva mai fatto e non aveva nessuna intenzione di farlo. Ma
anche lei era rimasta molto provata dalla morte della figlia minore,
certo avevano ricevuto ben un milione di euro come risarcimento ma a
cosa le sarebbero serviti tutti quei soldi se non aveva nessuno con cui
dividerli? Aveva deciso che si sarebbe ritirata in Svezia, nel piccolo
appartamento che aveva comprato quando aveva dovuto assistere la
piccola e avrebbe lasciato tutti i soldi a Janika che, in
realtà, avrebbe preferito tenersi sua sorella e restituire
tutti
i soldi ai rispettivi ospedali. Tutta la questione era sembrata
un'enorme presa in giro, la sorellina era stata ricoverata in un
ospedale straniero su consiglio di una delle più importanti
strutture della Finlandia per una nuova cura che, tuttavia, non era
stata mai approvata ed era semplicemente in via sperimentale.
Né
Lilja né Janika erano a conoscenza del fatto che la povera
bambina era stata usata come cavia per una cura inconcludente e
letale. Ora si ritrovavano a dover fronteggiare un'ennesima perdita ma,
almeno questa volta, qualcuno aveva riconosciuto loro un risarcimento
nonostante entrambe non vedessero l'ora di liberarsene.
Janne si alzò mentre la giovane finiva di mettere i panini
nel
cesto e la abbracciò da dietro baciandole dolcemente il
collo:
-Dobbiamo aspettare che arrivino gli altri ora ... -
Janika si lasciò coccolare perdendosi nel calore familiare
di
quell'abbraccio tanto caldo quanto rassicurante. Nulla avrebbe potuto
farle del male se si fosse trovata fra quelle braccia:
- Alexi ha detto che sarebbe passato verso le undici ... sono solo le
dieci -
Janne la prese in braccio di peso e la strinse a sé, non
c'era
bisogno di parole fra di loro, si erano sempre capiti con una semplice
occhiata. Il ragazzo salì le scale e si diresse in camera
dove
appoggiò la sua amata sul letto e si mise sopra di lei
baciandole il collo:
-Janika ... io ti amo. Tu sei tutto quello che ho, non mi importa di
nulla se ho te. Sei la mia Musa, sei la musica nella mia vita, non ho
mai provato per nessuno quello che provo per te. Ci stavo pensando da
un po' di tempo ... vendiamo la casa o affittiamola, tua madre ha
deciso di trasferirsi in Svezia e noi potremmo andare fuori dal caos
della città, comprarci una villetta e vivere insieme. Io e
te. -
La giovane si strinse a lui e lo baciò in un modo ben poco
casto, forse questo sarebbe stato il risolvimento del problema, anzi,
di tutti i problemi. Forse le serviva davvero poter vivere da sola con
la persona che amava, lontano da tutto e da tutti:
- Sì. Lo sai che è quello di cui abbiamo bisogno,
domani
possiamo mettere gli annunci per affittare la casa e iniziare a
cercarne una nuova. Ora.. non pensiamoci-
Janne le sfilò la maglia baciandole il seno e scendendo sul
ventre mentre il respiro della giovane si faceva sempre più
ansimato, il tastierista le slacciò i jeans scuri e li
gettò a terra, le fece aprire leggermente le gambe e le
baciò l'inguine attraverso la stoffa sottile degli slip
facendola sospirare. Janika infilò le mani fra i suoi
capelli
per pregarlo di non smettere, cosa che il giovane non aveva nessuna
intenzione di fare; Janne le sfilò anche l'intimo
lasciandola
nuda, aveva un corpo semplicemente mozzafiato: era magra, tanto che le
costole le si intravedevano sotto la carne, nonostante ciò
aveva
un seno piuttosto prosperoso, la pelle chiarissima si arrossava solo
sui capezzoli turgidi per il piacere, e le gambe lunghe e sottili la
facevano sembrare più alta e aggraziata di quanto non fosse.
Il
giovane le baciò nuovamente l'inguine, soffermandosi
più
a lungo per aumentare il piacere della giovane che non si vergognava
affatto a fargli capire che era esattamente quello che desiderava. La
lingua calda di Janne si insinuò tra le pieghe del sesso di
Janika che continuava ad ansimare sempre più in fretta
premendo
leggermente la testa del ragazzo contro al suo inguine mentre l'altro
sorrideva sotto ai baffi succhiandole il clitoride, sapeva di avere
Janika in suo potere. Lei aveva completamente perso il controllo,
qualsiasi problema era scomparso, qualsiasi preoccupazione era svanita
nel nulla. Era completamente sua.
La ragazza lo tirò sopra di sé ma lui non smise
di
torturarle la parte superiore della vagina con le dita esperte da
pianista e lasciandole scivolare sull'apertura umida che reclamava la
sua parte di piacere. Janika gli sfilò i pantaloni sentendo
il
membro premere contro i boxer che sembravano non contenerlo, lo
accarezzò attraverso la stoffa prima di sfilargli tutto
quello
che gli rimaneva addosso; prese il sesso del ragazzo in mano per
ricambiare il piacere che le stava facendo provare mentre lui le
succhiava i capezzoli e li mordeva piano. Improvvisamente Janne si
fermò e si sdraiò lasciando che la ragazza si
mettesse a
cavalcioni sopra di lui e si strusciasse piano contro il glande, Janika
lasciò che iniziasse a penetrarla dolcemente e a muoversi
lentamente finché non le ebbe infilato dentro l'intero
organo.
Il ragazzo rimase fermo qualche secondo per farla abituare alla
presenza estranea prima di riprendere a spingere sempre più
in
fretta; la giovane aveva gli occhi fissi nei suoi e gemeva seguendo il
suo ritmo via via più impetuoso, Janne la prese per i
fianchi
per muoversi più in fretta, erano entrambi al limite ma
cercavano di trattenersi per prolungare il piacere, Janika gli
accarezzò il viso ansimando:
-Non ce la faccio più ... ah ... vengo amore ... -
Si lasciarono andare insieme, stretti l'uno all'altra, lasciando che il
loro piacere si mischiasse diventando una cosa sola. La stanza immersa
nel silenzio rotto solo dal respiro affannoso dei due, la ragazza si
lasciò cadere sul petto del tastierista che la
abbracciò
baciandola:
- Ti amo da morire -
- Anche io -
Si sorrisero scambiandosi qualche bacio affettuoso quando il cellulare
di Janne squillò segnalandogli l'arrivo di un messaggio; il
giovane si allungò verso la tasca dei pantaloni e lo
sollevò da terra, era Alexi:
Ehi Janne! Abbiamo
saputo che Roope è stato male di brutto stanotte quindi
rimandiamo il picnic.
Il ragazzo sorrise e diede un bacio sulla fronte della
ragazza:
- Niente picnic, Roope è stato male -
Janika annuì stringendosi fra le braccia del ragazzo. In
realtà a nessuno dei due importava del picnic erano
semplicemente contentissimi di poter stare insieme, avevano preso una
decisione che avrebbe dato una svolta alle loro vite ed erano decisi ad
andare fino in fondo.
Il ragazzo si alzò dal letto e si infilò i
pantaloni per accendere il computer sulla scrivania, Janika
indossò gli slip e la maglia di Janne per sedersi in braccio
a lui:
-Prima di trasferirci vorrei chiarire con Alexi ... alla fine l'ultima
volta che abbiamo parlato ero incazzata come una belva con lui quando
in realtà parte della colpa era mia -
Janne annuì stringendola fra le braccia e le
sussurrò a un orecchio che non voleva perderla mai
più.
****
Finalmente ecco un altro
capitolo! Per consolarvi posso dirvi che ho subito pronto il prossimo
che pubblicherò fra poco :)
|