Ogni volta
Guardò la legna
essere consumata lentamente dal fuoco nel caminetto. La radio accesa riempiva la
stanza di note melodiose e di parole appena sussurrate in un inglese
strascicato. Harry si portò il bicchiere di vino alle labbra e ne bevve una
lunga sorsata. Fuori dalla finestra la neve continuava
a cadere silenziosamente, ammucchiandosi sul davanzale, sospinta dal
vento.
Sospirò piano,
sfregandosi gli occhi con le dita. I Weasley lo avevano invitato anche quell’anno a festeggiare il Natale alla Tana, Ron aveva
anche proposto di trasferirsi tutti da lui, se non aveva voglia di muoversi da
casa, ma per la prima volta da molti anni a quella parte aveva declinato l’offerta.
Ron aveva
aggrottato la fronte in un’espressione preoccupata. Gli aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava, se ci fosse qualche problema, ma
Harry aveva risposto che lo avevano invitato i suoi zii e che voleva cercare di
appianare le cose tra di loro. Non era vero, i suoi zii non si erano più fatti
vivi da quando era diventato maggiorenne e Ron sapeva
che era impossibile che lo avessero fatto a Natale, ma non aveva indagato
ulteriormente. Gli aveva stretto una spalla e gli aveva detto che per qualunque cosa lui ci sarebbe stato. Il caro, fidato Ron…il migliore amico che avrebbe mai potuto
avere. Ciononostante non gli aveva rivelato che cosa lo faceva soffrire.
Non gli aveva detto nulla, limitandosi a rivolgergli un sorriso pieno di
tristezza.
Sapeva si non meritarsi una serata in totale solitudine, preda dei
pensieri tristi che si accavallavano nel suo cervello, come sapeva che non
sarebbe venuto, come sapeva che avrebbe tradito la sua fiducia, affossato le sue
aspettative con la sua indifferenza. Tuttavia
continuava a sperare…a sperare di sentire pochi colpi essere battuti contro alla
sua porta.
Appoggiò il
bicchiere sul tavolino, alzandosi in piedi. Si avvicinò alla finestra e guardò
il giardino interamente ricoperto da un manto bianco e uniforme. Fece aderire un
palmo contro il vetro ritraendo subito dopo la mano per il freddo. Sentiva molto freddo…gli si era insinuato nelle ossa, nella
carne, fino ad avvolgergli il cuore. Il freddo di Draco…la sua indifferenza, il
suo totale menefreghismo. Credeva che con la fine della
guerra, le cose tra di loro potessero cambiare e
invece, come ogni volta, i suoi sogni erano stati infranti. Come ogni volta
Draco andava a lui, faceva l’amore con lui, perdendosi nell’abbraccio dei loro
corpi frementi, ma poi…come ogni volta, Draco se ne
andava. Si rivestiva senza dire una parola nella penombra della stanza e
usciva. Non una promessa, non un saluto. Niente. Solo silenzio tra di loro, denso dei gemiti e dei sussurri che avevano fino
a poco prima riempito la stanza.
Succedeva così
ogni volta. E ogni volta Harry si riprometteva che era l’ultima, che non
l’avrebbe più accolto tra le sue braccia e nel suo letto,
ma ogni volta le sue promesse s’infrangevano nel mare d’argento e
d’azzurro che si estendeva nelle iridi di Draco.
Si scostò dalla
finestra e riprese il bicchiere di vino, avvicinandosi allo stereo. Lo spense,
chiudendo gli occhi e godendo del silenzio che aveva
avvolto la casa. Forse poteva vestirsi e poteva andare
dai Weasley. Nessuno merita di stare da solo la vigilia di Natale. Si diresse
verso la camera da letto, quando udì due colpi distinti battuti alla porta. Il
suo cuore fece un balzo nel petto, accelerando bruscamente i battiti. Con pochi
passi raggiunse la porta e l’aprì con uno scatto.
Draco era in
piedi sulla soglia. I suoi capelli erano resi lucenti dai fiocchi di neve, che
vi erano rimasti impigliati. Rimasero per un lungo momento a fissarsi negli
occhi, incapaci di parlare.
Alla fine fu
Harry a interrompere quel momento imbarazzante,
spostandosi di lato per farlo entrare. Draco accettò l’invito con un cenno del
capo. Il suo mantello era zuppo.
“Dovresti
toglierti quella roba, se non vuoi ammalarti” disse Harry, prima che il ragazzo
si voltasse verso di lui e lo attirasse verso di sé con
foga. Le sue labbra si posarono su quelle di Harry, bisognose del loro calore e
della loro dolcezza, mentre le sue braccia lo
circondavano in un abbraccio possessivo. Harry gli pose le mani sul petto e lo
spinse all’indietro gentilmente, indietreggiando contemporaneamente di un passo.
“dovresti
davvero asciugarti!” ribadì, girandosi per raggiungere
il bagno e prendergli un asciugamano. In realtà non riusciva a sostenere il suo
sguardo. Non poteva di nuovo calpestare il suo orgoglio, non
poteva sempre far finta di niente! Draco continuava ad entrare e uscire
dalla sua vita, dal suo letto, senza una spiegazione,
senza sapere se lo avrebbe rivisto. Finchè erano a
Hogwarts un rapporto di quel tipo gli andava più che bene, tanto più che non
sapeva se sarebbe sopravvissuto fino a finire la scuola, ma ora…ora non gli
bastava più. Voleva svegliarsi vedendo il viso della persona che amava al suo
fianco, voleva amare e sentirsi amato. Con Draco
evidentemente non era possibile.
Afferrò un
asciugamano e ritornò in salotto. Trovò il ragazzo biondo in
piedi al centro della stanza, aveva il capo chinato in
avanti.
“Coraggio,
asciugati” disse Harry, allungandogli l’asciugamano, ma la mano di Draco si
chiuse intorno al suo polso, tirandolo verso di lui. Gli appoggiò la testa sulla
spalla, aggrappandosi alle sue braccia. Le sue spalle stavano tremando
leggermente.
“Draco?”
balbettò Harry, accarezzandoli piano la schiena con i palmi. Il comportamento di
Draco lo aveva completamente spiazzato. Avvertiva qualcosa rompersi dentro di
sé, la sua risolutezza vacillare. Immerse il viso tra i capelli del ragazzo e
inspirò profondamente, cercando dentro di sé la forza per sostenerlo, per
amarlo, anche dopo il modo in cui lo aveva trattato per tutti quegli
anni.
“N-non volevo passare la vigilia di Natale da solo…” mormorò
il ragazzo biondo con un filo di voce “E tu…tu sei
l’unico che…”
La sua voce si
ruppe nella sua gola in un singhiozzo strozzato. Harry
lasciò cadere l’asciugamano, stringendo il corpo dell’amante in un caldo
abbraccio.
“va bene”
sussurrò in risposta Harry, deponendogli un bacio
leggero sulla sua tempia. Gli fece risollevare la testa, sentendo una morsa
serrarsi intorno al suo stomaco, non appena vide le lacrime luccicare negli
occhi dell’ex Serpeverde. “Hai fatto bene a venire…hai
mangiato?”
Draco scosse la
testa in segno di diniego, mordendosi il labbro inferiore.
Harry fece una
smorfia. “lo sospettavo” rispose, sciogliendo Draco dal suo abbraccio e facendo
per dirigersi in cucina “C’è ancora del polpettone che
mi ha portato Molly questo pomeriggio, se…”
Harry non riuscì
a terminare la frase, soffocata dalla bocca di Draco sulla
sua.
“non voglio
mangiare ora” mormorò il ragazzo biondo, conducendolo verso la camera da
letto.
Non appena si
svegliò, Harry si accorse di essere il solo occupante del letto. Si mise a
sedere, passandosi una mano tra i capelli arruffati. Draco se
n’era andato…come ogni volta. E come ogni volta
qualcosa si lacerava dentro di lui e iniziava a sanguinare. Era una
ferita vecchia, che continuava a fare male e che non voleva accennare a
guarire.
Scostò di lato
le coperte, quando la porta del bagno si aprì, rivelando la figura alta di
Draco. Aveva un asciugamano sistemato intorno alla vita e i capelli bagnati.
Harry lo guardò come se lo vedesse per la prima volta in vita
sua.
“Non ti dispiace
vero se ho usato il tuo bagno?” gli chiese l’ex Serpeverde, senza nessuna emozione nella voce.
Harry scosse la
testa, incapace di rispondere qualcosa di più articolato.
“Bene” replicò
Draco, raggiungendo i suoi abiti stesi accanto al fuoco. Li tastò con cura,
rigirandoli sullo schienale della sedia.
“Se sono ancora bagnati, posso prestarti qualcosa di mio” gli
propose Harry, infilandosi i pantaloni ed estraendo un maglione e un paio di
jeans da un cassetto. Draco si voltò verso di lui. I lineamenti del suo viso
sembravano scolpiti nel marmo.
“Te li lascio
qui sul letto…così se vuoi rivestirti…”
Harry prese un
profondo respiro, imponendosi di non far trasparire nulla di quello che stava
provando. La delusione, la rabbia, il disgusto per sé
stesso e per le sue stupide e infantili aspettative.
“Vado a
preparare la colazione! Sarai affamato dato che ieri sera non hai
cenato”
Aveva già
superato la porta della camera da letto, quando la voce di Draco lo richiamò indietro.
“Harry”. Harry
non riusciva a ricordare l’ultima volta che aveva pronunciato il suo
nome.
Si girò fino
a incontrare i suoi occhi, senza dire nulla, aspettando
che l’altro proseguisse.
“Posso restare?
Solo qualche giorno…io… non so dove andare” mormorò con un filo di voce, mentre
un’infinita tristezza gli invadeva lo sguardo.
Harry annuì
lentamente. “P-puoi restare quanto vuoi”. Spostò il
peso del corpo da un piede all’altro, mordendosi il labbro inferiore. “E ora la colazione…”
“Harry”
Si voltò
nuovamente, mentre Draco gli si avvicinava. Il ragazzo gli pose una mano sulla
guancia e lo baciò delicatamente sulle labbra. Era la prima volta che accadeva,
di solito si baciavano solamente durante i loro fugaci amplessi…mai così
dolcemente…con quel sentimento caldo e rassicurante, che scendeva giù dalla
gola, fino a raggiungere il cuore.
“Grazie”
bisbigliò il ragazzo biondo, fissandolo negli occhi ancora per qualche istante,
prima di voltargli nuovamente le spalle e di tornare in
camera.
“Di nulla”
sussurrò a voce talmente bassa che lui non poté udirlo.
Forse quella
volta sarebbe stato diverso…
Fine
Allora che ve ne
pare di questa one-shot!
Spero che vi sia piaciuta! So che devo ancora finire Out of Touch…prometto di
continuarla al più presto, ma volevo farvi un piccolo regalo natalizio, anche se
un po’ tardivo ^_^!
Grazie per tutto
il supporto che mi date e per tutte le recensioni! Siete davvero
gentili!
Un abbraccio e
grazie ancora a tutti
Willow