Buona lettura!
Sanae78
“Piccoli cuori nel pallone”
di Sanae78
Capitolo 1
23 Dicembre 2006
Erano le dieci del mattino e Yoshiko si stava dirigendo con suo padre
verso il J-Village.
“Mi raccomando comportati bene e fatti accompagnare da Taro al
posto che abbiamo concordato. Digli inoltre che mi dispiace non
potermi fermare a fargli un saluto, ma gli impegni di lavoro
purtroppo me lo impediscono.” il SignorYamaoka si era
raccomandato con la figlia
“D' accordo papà! Non vedo l' ora di rivedere il mio
fratellone!” l' aveva rassicurato.
Nel frattempo a Nankatsu, Atsushi si era recato a casa Ozora per
prendere Daichi.
Aveva suonato il campanello e la Signora Ozora gli aveva aperto:
“Buongiorno signora Ozora! Sono passato a prendere Daichi per
accompagnarlo al ritiro della nazionale, come gli avevo promesso!”
A quel punto, tutto imbacuccato, era sopraggiunto il piccolo Daichi
con l' immancabile amico pallone e aveva subito salutato l 'altro suo
amico: “Ciao Atsushi! Sono prontissimo, possiamo andare!”
“Fate i bravi e cercate di essere puntuali! Atsushi ti affido
questo mio piccolo disperato calciatore!” la signora Ozora si
era rassicurata che non si cacciassero in qualche guaio.
“Non si preoccupi veglierò su di lui, ormai lo considero
un po' come se fosse il mio fratellino!”
“Anche per me sei come un fratello e poi da quando i nostri
fratelli si sono sposati e sono andati a vivere insieme lontano
dobbiamo sostenerci a vicenda! Spero di rivederli presto!”
“Lo spero anch’io, però adesso che Sanae è
incinta e non so quando riusciranno a venire...” aveva
constatato Natsuko con un po' di amarezza.
“Credo che questa piccola vita che sta per arrivare, porterà
molta gioia alle nostre famiglie. Diventerò nonna, mentre voi
diventerete due giovanissimi zietti!”
La notizia della gravidanza di Sanae era stata un regalo bellissimo
per entrambe le famiglie.
“Sarò zio, evvivaaaa! Ma che vuol dire?” Daichi si
era ritrovato a rivolgersi quella domanda, su quella parola che gli
suonava familiare, ma di cui in realtà ignorava il
significato.
“Ora però vi conviene darvi una mossa, altrimenti sarete
in ritardo come al solito!”
Si erano allontanati salutandola.
“Arrivederci!”
“Ciao mammina!”
Poco dopo si trovavano vicino al J-Village e stavano chiacchierando.
“Come mai mi hai chiesto di accompagnarti al J-Village?”
Atsushi stava indagando sulla curiosa richiesta che gli era stata
fatta da Daichi.
“Ho saputo che al ritiro ora abita anche una bambina mezza
giapponese e argentina e volevo curiosare!” Daichi sembrava
davvero molto interessato alla cosa.
“Capisco e come mai t' interessa tanto?” le parole di
Atsushi avevano un tono malizioso.
“Voglio capire come mai viva lì, perché così
magari riesco ad infiltrarmi pure io! Non dimenticare che sono il
fratellino del grande 'Capitan Tsubasa' e come se non bastasse tutti
gli altri mi hanno sempre considerato la mascotte della squadra. Non
è che ora preferiscono quella bambina a me?” sembrava
quasi che fosse arrabbiato con lei, perché temeva che gli
avesse in un certo senso fregato il posto.
“Tranquillo piccoletto ormai siamo quasi arrivati e tra poco
sveleremo questo mistero!” aveva detto Atsushi trattenendo a
stento una bella risata.
“Che ne dici di fare una corsetta fino al campo dei ragazzi? Fa
molto freddo però ormai siamo quasi arrivati e poi così
ci scaldiamo!” Daichi aveva voglia di correre.
“Però ti lascio qualche metro di vantaggio, visto che
hai le gambette più corte delle mie!”
“Uffi, ma quando la smetterai di dirmi che sono piccolo? Ho
cinque anni!” Daichi si irritava, quando gli facevano notare
quanto fosse ancora piccolo.
“Me lo ricordo! Coraggio parti!” ma Atsushi era più
grande e poteva solo adeguarsi.
Daichi voleva fargli mangiare la polvere.
Aveva iniziato a correre calciando il suo amico pallone, infatti per
lui ogni occasione era buona per allenarsi ed Atsushi dopo aver
lasciato passare un paio di minuti si era messo a correre a sua
volta.
Proprio in quel momento nella direzione opposta il Signor Yamaoka
stava salutando la figlia.
“Fai la brava Yoshiko e dai un bacio da parte della mamma a
Taro!” suo padre la riempiva sempre di raccomandazioni, avevano
faticato tanto ad instaurare un rapporto con Taro e speravano che non
si deteriorasse mai.
“Contaci! Ciao, papino!” Yoshiko era euforica all' idea
di rivedere il fratello.
Intanto Atsushi aveva superato il piccolo Daichi che continuava
imperterrito a calciare il pallone dimenticandosi tuttavia di
guardare in avanti e così era finito per distrarsi andando a
sbattere contro la povera Yoshiko che camminava nella direzione
opposta.
“Ma che è successo?” lei era ancora un po'
stordita per l' impatto.
“Ma non puoi guardare e poi non sai che è pericoloso
correre in mezzo alla strada!”
Atsushi e Yoshiko ora erano tutti e due per terra.
“Cosa? Sono andato a sbattere contro una ragazza!”
Atsushi era desolato per l' accaduto.
Daichi lì fissava con due occhioni sgranati: “Siete
ancora tutti interi!?”
“Si, per fortuna! Ma tu chi sei? Sai che assomigli in maniera
impressionante a Tsubasa Ozora!” la somiglianza col famoso
calciatore non era sfuggita alla sorellina di Misaki.
“Lui è Daichi, il fratellino di Tsubasa Ozora!”
Atsushi gli aveva subito fornito la risposta.
“Davvero! Ma come sei carino!” a Yoshiko quel bimbo stava
sempre più simpatico.
“Grazie!” faceva sempre piacere ricevere complimenti da
una ragazza più grande.
“E come mai vi conoscete, non mi sembra che abbiate la stessa
età!”
“Ci conosciamo perché mio fratello ha sposato sua
sorella!”
“Se vuoi ti do una mano a rialzarti!” aveva detto Atsushi
rialzandosi e porgendole la sua mano destra..
“Ok, grazie!”
“E tu chi sei?” Daichi era curioso di saperlo.
“Mi chiamo Yoshiko Yamaoka e sono passata a trovare mio
fratello Taro Misaki!”
“Vieni con noi, tanto andiamo tutti nello stesso posto!”
“Va bene, è un onore essere scortata da due cavalieri
come voi!”
Daichi stava tirando i pantaloni di Atsushi per attirarne l'
attenzione: “Che vuoi adesso?” Daichi gli si era
avvicinato con aria incuriosita.
“Ma tu lo sapevi che Misaki aveva una sorella? Secondo me ha la
tua età ed è anche molto carina, non mi dire che non ci
avevi fatto caso?”
Atsushi arrossendo e un po' indispettito, gli aveva preso il pallone,
l 'aveva sollevato di peso e aveva detto: “Daichi, cerca di
controllarti per favore!”
Si era sentito a disagio a causa delle affermazioni del piccolo Ozora
e per nascondere il suo imbarazzo l' aveva sollevato tenendolo con un
solo braccio..
“Ehi, ma che fai? Mettimi giù immediatamente e ridammi
il mio amico pallone!”
Yoshiko si era voltata attirata dal loro vociferare: “Certo che
siete davvero strani voi due, però molto simpatici!”
Al J-Village i componenti della squadra giapponese si stavano
allenando nella corsa e Lisa Igawa, la figlia di Gakuto Igawa giocava
ai bordi del campo di allenamento incitando il suo papà ogni
volta che le passava davanti.
Atsushi, Daichi e Yoshiko stavano osservando gli allenamenti,
destando l' interesse della piccola Lisa che mise in allerta i
ragazzi della nazionale...
“Ragazzi guardate, sono arrivati degli altri bambini al
ritiro!” aveva esclamato la piccola Lisa non appena si era
accorta della loro presenza.
Riuscendo però ad allarmare anche il padre Gakuto che si era
immediatamente voltato per vedere che succedeva: “C' è
Lisa che grida, cosa succede!?”
A quel punto tutti i ragazzi interruppero l' allenamento e si misero
ad osservare i tre nuovi arrivati...
“Credo che la nostra visita non passerà inosservata!”
Atsushi si era sentito quasi subito osservato.
“Già!” anche Yoshiko iniziava a provare un po' di
fastidio.
“Quella dev' essere la bambina di cui parlavo, forza andiamo a
salutarla!”
Solo a Daichi non sembrava pesare la situazione e aveva subito notato
Lisa.
I tre le si erano avvicinati e così avevano fatto anche i
giocatori della nazionale.
“Ciao, io sono Daichi Ozora! Tu come ti chiami?” non
aveva perso tempo e si era diretto subito da lei presentandosi.
“Mi chiamo Lisa Igawa, piacere di conoscerti!” e lei
molto educatamente si era presentata a sua volta.
“Lisa per favore evita di gridare in questo modo, perché
mi hai fatto davvero spaventare!” Gakuto non aveva potuto fare
a meno di fare un piccolo rimprovero alla figlia.
Era grande e forte, ma quando ci andava di mezzo la sua piccola e
temeva che per qualche motivo fosse in pericolo, questo gigante si
spaventava a morte, anche perché Lisa aveva solo lui.
“Scusa papà! Ma ho visto che arrivavano degli altri
bambini e ne sono stata troppo felice! Di solito mi tocca giocare da
sola!”
“Giochi da sola!? Però qui non ci sono altri bambini,
vero?'” Daichi si era preoccupato per Lisa notando questa cosa.
“Si, sono l' unica bambina!”
“Ma come mai vivi qui al ritiro?”
Tutti gli altri erano rimasti in silenzio rispettosi ad ascoltare i
discorsi di quelle due piccole persone.
Loro che erano consapevoli di quello di cui stavano parlando erano
impressionati dalla serenità con cui Lisa e Daichi ne
parlavano.
“Sono venuta qui al ritiro della nazionale col mio papà,
Gakuto Igawa, che è stato ingaggiato da mister Gamo in
Argentina!” aveva affermato con molta naturalezza Lisa.
“E la tua mamma dov'è?” a Daichi era venuto
spontaneo porle quella domanda così scontata.
“La mia mamma è volata in cielo dandomi alla luce, però
ora è diventata l 'angelo custode mio e del mio papà e
veglia su di noi!” gli aveva risposto con molto garbo
“Non hai più la mamma!” quelle parole l' avevano
fatto sentire male, accidenti a lui, ma perché non si imparava
a tenersi la bocca chiusa.
“Anche a me a volte manca, ma ho il mio paparino che mi vuole
tanto bene e poi qui in Giappone ho degli zii e una nonna che non
vedo l' ora di conoscere!”
La voce di Lisa si era riempita di malinconia, mentre parlava.
“Ma è vero quello che dice Lisa?” Yoshiko aveva
domandato al fratello.
“Purtroppo si!” Taro poteva solo confermare quello che
avevano appena sentito.
“Povera piccola!”
“Sei proprio una bambina in gamba, quanti anni hai?”
Daichi a modo stava cercando di alleviare la tristezza che forse
involontariamente aveva provocato in Lisa.
“Ho quasi cinque anni!”Gli aveva risposto Lisa con voce
squillante.
“Ragazzi visto che siete qui, che ne direste di giocare un po'
con Lisa?” anche Ishizaki sperava che la compagnia di quei
bambini avrebbe fatto bene a Lisa.
“Ottima idea Ishizaki!” Atsushi aveva capito subito le
intenzioni di Ryo.
“Così noi finiamo di allenarci e poi ci spiegherete i
motivi di questa vostra visita!” Ishizaki era stato chiaro
avrebbero dovuto giocare con Lisa.
“D' accordo!” avevano gridato tutti insieme.
Poco dopo i quattro bambini si erano sistemati in un prato vicino al
campo di allenamento.
“Ma tu hai un pallone! Mi insegneresti a giocare a pallone,
così potrò giocare insieme al mio papà?!”
Lisa aveva domandato a Daichi
“Ok! Iniziamo a giocare!” e lui non aveva potuto fare a
meno di accettare.
Continua...
Note
Lisa è Gakuto Igawa appaiono per la prima volta nel 'Capitan
Tsubasa Golden 23'.
Disclaimer
I personaggi presenti in questa storia appartengono a Yoichi
Takahashi.
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