cap1
Salve a tutti!!! Ho iniziato a scrivere questa storia molto tempo fa,
ed ultimamante, riprendendola a scrivere, ho deciso di darle una
"risistemata". Sperando di averla depurata di errori grammaticali ed
ortografici, o almeno di averla resa leggibile, ecco a voi il primo
capitolo. Ho messo rating giallo, perchè, anche se non
all'inizio, più avanti ci sono scene di lotta non proprio tenere.
Capitolo 1
-Tutto inizia così…-
La costellazione del piccolo carro quella sera era più
splendente del solito, perfettamente visibile nonostante le luci
artificiali della città. Molti si erano fermati per strada a
contemplare quello spettacolo, a cui il più delle volte non si
fa più caso, forse perchè si è troppo concentrati
a guardare per terra.
Anche la diciassettenne Gaia, coricata supina sul suo letto, si era
alzata sui gomiti per godersi quello spettacolo che si ripeteva da
migliaia di anni ogni notte, ma che aveva sempre un enorme fascino. I
corti capelli neri ondulati le ricadevano sugli occhi
verde-azzurri, ma non se ne curava, completamente persa nei suoi
pensieri.
troppo persa nei suoi pensieri, quasi non sentì il telefono
squillare a pochi passi dalla sua camera, e quando la porta si
spalancò fece letteralmente un salto sul letto, il cuore
martellante nel petto e gli occhi quasi fuori dalle orbite. Gaia rimase
paralizzata a fissare la sagoma in controluce di sua madre, sconvolta
quanto lei nel vedere la reazione della figlia.
-Non mi sembrava di fare così paura! ti ho forse svegliata?- La
ragazzina scosse il capo, nel tentativo di recuperare almeno un
briciolo di autocontrollo.
-N-no no, cosa vai a pensare … Bhe, sì, mi hai spaventata, non me l'aspettavo, insomma ecco …-
-Eri di nuovo persa nelle tue fantasticherie.- Sospirò la donna
rassegnata. -Su c'è Lara al telefono che vuole parlarti, non
farla aspettare troppo.-
Ecco le parole magiche: Gaia cambiò di colpo espressione e un
sorriso le si disegnò sul volto: Lara era la sua sorella
maggiore, più grande di lei di circa quattro anni. Nonostante la
differenza d’età, si adoravano, anche se non lo avrebbe
mai detto nessuno, visto le liti che scoppiavano praticamente tutte le
volte che si incontravano. Gaia aveva sofferto molto quando, quasi un
anno prima, Lara aveva preferito andare ad abitare in un appartamento
vicino alla centrale di polizia dove lavorava, con la cugina e collega
Nika, e con Martha, la sorella di Nika, che frequentava la
facoltà di medicina.
-Dille che arrivo subito!- Fece Gaia, prendendo le ciabatte da sotto il letto. La madre sorrise e tornò al telefono.
Gaia attese che la donna fosse uscita dalla stanza, per poi asciugarsi
con una manica del pigiama le gocce di sudore freddo che le imperlavano
la fronte. Per poco non si faceva scoprire ...
Era stata davvero imprudente: se sua madre avesse visto il libro che
ora era nascosto sotto il cuscino chissà quante grane avrebbe
avuto ...
Da cinque anni, ovvero da quando sua nonna e suo padre erano morti in
circostanze a dir poco misteriose, sua madre le impediva tassativamente
di leggere anche uno solo delle decine di libri appartenuti alla
defunta nonna paterna. Addirittura la donna aveva rinchiuso a chiave i
libri in un baule in soffitta. Quasi che fosse colpa loro la morte del
marito e della suocera.
Ma Gaia non era tipo da lasciar scorrere: aveva contattato alcuni
ragazzi poco raccomandabili della sua scuola, che le avevano insegnato
ad aprire porte e lucchetti con il semplice ausilio di una forcina per
capelli. Il tutto in cambio di qualche tema o ricerca. Così
aveva aperto il grosso lucchetto del baule, e aveva letto di nascosto
tutti i famigerati libri, senza trovarvi nulla di strano. Così
aveva concluso che la ragione del comportamento della madre,
nient’altro era che un modo che aveva per autoproteggersi dal
dolore datole dalle morti del marito e della suocera. Doveva esserle
insopportabile, vedersi in giro per casa le cose affettivamente
più care di persone che amava ma che non avrebbe mai più
rivisto.
Gaia scosse la testa e imponendosi di non pensarci più, si infilò le ciabatte e corse a rispondere al telefono.
Si fece passare la cornetta dalla madre, che le fece segno che se ne
tornava in salotto a guardare la TV. Gaia si portò la cornetta
all'orecchio:
-Pronto, Lara?- Le rispose una voce familiare, resa un pò metallica dal telefono:
-Era ora!volevi farmi invecchiare al telefono!?-
-Sempre gentile,eh?- Sibilò Gaia in risposta alla punzecchiatura della sorella.
-Se non fossi gentile non ti porterei con noi in vacanza in montagna, e
non ti telefonerei per ricordarti che domani passiamo a prenderti alle
otto!-
Gaia stava attorcigliando tra le dita il cavo del telefono: in assenza
del collo della sorella, doveva pur sfogare su qualcosa la rabbia che
le stava crescendo dentro!
-Guarda che è stata Martha ad invitarmi ... e poi Nika mi ha già detto a che ora venite!-
-Infatti te l'ho solo ricordato. Il punto è un'altro.- Il tono
voce di Lara era completamente cambiato, e Gaia lo notò subito:
non era più sarcastico e strafottente, ma serio e lievemente
preoccupato.
-Non tenermi sulle spine, parla!- La sentì sbuffare: sicuramente
si stava mordendo il labbro, un'abitudine che aveva sempre avuto, ogni
volta che doveva dire qualcosa che la preoccupava.
Passarono alcuni istanti prima che Lara rispondesse:
-Oggi pomeriggio ha telefonato un tizio, un avvocato, e …- Un
altro sospiro. -... Ha detto che conosceva la nonna e papà, e
che vorrebbe parlarci ... a quanto pare ha qualche oggetto che la nonna
gli aveva affidato prima di morire ... e adesso vuole consegnarcelo.-
Gaia rimase letteralmente basita: era una notizia davvero inaspettata.
-Ma c'è qualcosa che non mi quadra.- La voce di Lara la riscosse
dal suo momentaneo torpore:
-Che cosa vuoi dire?- Senza accorgersene aveva abbassato la voce: non
voleva conoscere la reazione di sua madre se avesse sentito quale era
l'argomento della conversazione.
-Voglio dire.- Anche Lara aveva abbassato la voce. -Che la cosa mi
sembra sospetta: Perchè ha aspettato ben cinque anni per
contattarci? Perchè mai la nonna avrebbe consegnato ad un
perfetto sconosciuto qualcosa che avrebbe potuto consegnare di persona?
Non ha senso …-
-Dove vuoi arrivare, detective?- In realtà Gaia sapeva benissimo dove voleva arrivare Lara.
-Non mi fido, Gaia. Dobbiamo stare attente: Quel tipo sa molte più cose di quel che dà ad intendere.-
Gaia stava per ribattere, quando sua madre le passò davanti per
andare in bagno e le disse che era ora di andare a dormire. Gaia
annuì e salutò la sorella:
-Allora ci vediamo domani alle otto.-
-Vedi di essere puntuale!- Rimarcò Lara.
-Sì, ho capito, ho capito. Non preoccuparti! A domani.- E
così dicendo Gaia riagganciò il telefono. Rimase a
rimuginare un momento su quello che le aveva riferito Lara: "c'è
qualcosa che non mi quadra". Si riscosse solo quando sua madre le
chiese se aveva già finito di preparare la valigia per il
viaggio. -Controllo se ho preso tutto e vado a letto.- Rispose
distrattamente, fiondandosi in camera.
Aveva controllato il contenuto del suo borsone da viaggio più
volte ma aveva sempre l'impressione di aver scordato qualcosa ... ma
cosa? Guardò l'armadio, ma aveva già controllato di aver
preso un buon numero di ricambi; fece vagare lo sguardo sulla
scarpiera, ma era a posto anche con le scarpe; vagò con lo
sguardo su tutta la camera, finché non si bloccò sulla
scrivania,e allora si ricordò di cosa stava per dimenticare.
-Ma certo!che cretina che sono!- Si batté una mano sulla fronte
e afferrò il diario segreto a fiori che stava sulla scrivania.
Lo aveva con sè da quasi dieci anni e da allora ci scriveva i
suoi pensieri e le sue poesie: non se ne sarebbe separata per nulla al
mondo.
Si fermò un momento a sfogliarlo, per poi fermarsi sulla prima
pagina, l'unica che non aveva scritto lei: era una filastrocca che la
nonna le recitava quando era piccola per far addormentare lei, Lara,
Nika e Martha. L’anziana Maya si era sempre vantata di averla
inventata lei stessa, e che era la migliore ninna nanna che avessse mai
sperimentato, prima sui propri figli, e poi sui suoi nipoti.
Gaia si coricò sul letto con il diario tra le braccia e chiuse gli occhi.
"Una bambina correva a perdifiato per il giardino, i capelli neri
ondulati tenuti all'indietro da un cerchietto bianco, gli occhi color
del mare che brillavano per l'eccitazione, in mano teneva un grosso
diario con la copertina a fiori. Finì la sua corsa nella parte
più isolata del giardino, dove una anziana donna stava seduta su
una sedia a dondolo a godersi la vista della fioritura primaverile
degli alberi da frutta.
-Nonna! Nonna! Guarda! Guarda!- La bambina sventolava felice il diario,
mentre la donna sorrideva di fronte all'entusiasmo della nipotina. -Me
l'ha regalato la zia! Ha detto che ci posso scrivere tutto quello che
voglio!- Le parole le uscivano a raffica dalla bocca mentre la nonna la
prendeva in braccio
-E dimmi, cosa vorresti scriverci?- Le chiese la signora.
La bambina ci persò su un momento. -vorrei che mi ci scrivesti la filastrocca.-
-Quale? Quella dei quattro viaggiatori?-
-Oh, sì, nonna, tipregotiprego!- La bambina la fissava con occhi supplichevoli.
-Va bene, ma dovrai aiutarmi, lo sai che ho poca memoria- La bambina
annuì e cominciò a recitare la filastrocca mentre la
nonna scriveva:
"Dove vanno quei quattro viaggiatori,
quattro cuori, una sola auto,
una sola via?
Verso ovest,verso ovest!
Il viaggio è lungo,
gli avversari sono tanti,
i pericoli infiniti.
Ditemi, miei signori,
quali son le vostre intenzioni?
Verso ovest, verso ovest!
La vostra scelta avete fatto,
il dado è stato tratto,
di quattro un solo destino è stato fatto.
Ora andate viaggiatori,
e con voi sia magnanimo il fato.
Verso ovest, verso ovest..."-
Gaia sorrise nel sonno. -Verso ovest, verso ovest…-
-Fine capitolo 1-
Lo so che la filastrocca fa schifo, ma mi serviva per far capire che la
nonna di Gaia, Lara, Nika e Martha in qualche modo sapeva
dell'esistenza dei saiyuki boys e delle loro avventure, e per divertire
le nipotine ha inventato questa roba (neanche io riesco a darle un
nome!^^;;;;;).
Questo capitolo fa un pò pena, ma mi farebbe piacere che mi diceste qualcosa...invierò presto il secondo.
A presto(spero)
Will
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