CAPITOLO
II
"Sei
ghiaccio, gelido e trasparente
Strappato via dal tuo corpo.
Nessuno ha saputo,
Nessuno ha potuto.
Il tuo sangue
sei stato costretto a versare.
Adesso seppellisci la tua anima
in una bara infernale"
Quel
giorno eravamo tutti lì riuniti.
" Signore, accogli l'anima di questa creatura..."
Ad ogni parola del prete una lama di ferro trafiggeva il nostro petto.
" Un'anima troppo giovane, che ha deciso di lasciarci troppo presto"
Un'anima che voleva solo essere libera e che non riusciva
più a sopportare
la vita dietro le sbarre. entro le quali avevano abusato del suo corpo.
tolto la dignità il rispetto e anche la vita.
Tra tutte le possibili alternative lui aveva scelto quella,
a suo parere, più semplice.
E Lui, la causa di tutte le sue sofferenze, si fingeva, lì
in mezzo
a noi, dispiaciuto,ma io sapevo che non lo era affatto.
Il prete si avvicinò a quella spoglia cassa di legno in
funzione di bara, e la benedì
con un ultimo segno della croce.
Persino quest'ultimo sembrava in preda a qualche turbamento.
Forse perchè sapeva.
Doveva per forza essere a conoscenza delle circostanze che lo
avevano spinto a fare ciò, perchè molte volte si
era rinchiuso in confessionale con lui all'interno della piccola chiesa
esistente all'interno di quel luogo che aveva ben poco di ortodosso.
C'era solo un piccolo ostacolo, che lui chiamava segreto confessionale.
Io la chiamavo solo paura di dire come le cose effettivamente stavano.
Il vento aumentò la sua furia.
Spostai gli occhi alla mia destra e
Boris era accanto a me.
Nessuna emozione traspariva dal suo volto.
Sembrava ... morto: morto dentro!
Freddo, immobile, come una statua di ghiaccio, osservava
quella bara, che nel frattempo scompariva, ricoprendosi di terra gelida.
*
*
*
"
Boris, devi promettermi una cosa!"
" Mmh?"
" Qualunque cosa succeda, voglio che tu ti prenda cura di lei"
Fu l'ultimo e forse il primo vero favore che gli chiesi.
" Che cazzo stai dicendo?"
" L'affido a te!"
Prese a ridere nervosamente.
" TU ti prenderai cura di lei, perché TU ritornerai insieme
a lei!"
" Boris, non ricominciare! Promettimelo e basta!"
Lo guardai fisso negli occhi puntandogli un dito minaccioso, che
sembrava non intimorirlo.
" No!" rispose serio.
" Vaffanculo, Huznestov! Dopo tutti i favori che ti ho fatto in questi
anni è così che si ripaga un amico?!?".
Ero al limite della pazienza. Insomma, quella sarebbe stata forse
l'ultima volta che mi avrebbe visto e si comportava in quella maniera?
" Se vuoi che qualcuno si prenda cura di lei, allora ti conviene
riportare sane e salve qui le tue chiappe reali!"
Solo in quel momento capii che voleva solo che io ritornassi e che
quello era un modo per non dirlo esplicitamente.
Presi a scuotere la testa rassegnato e mi arresi, tanto sapevo che
l'avrebbe mantenuta ugualmente.
" Beh, adesso devo andare..." mancavano pochi minuti. Dovevo sbrigarmi.
" Aspetta" mi fermò frugando con una mano nella tasca.
Quello che uscì da lì dentro fu un orologio da
taschino in oro.
Lo reggeva con due dita per la catenina, sospeso in aria davanti al mio
sguardo perplesso.
A prima vista poteva benissimo sembrare un orologio qualunque.
Beh, non lo era ed io lo conoscevo bene.
Era un oggetto molto importante, dal quale difficilmente si separava e
che portava sempre con sè, quasi fosse un portafortuna.
E stranamente, dopo tanti anni funzionava ancora...
"Dove
cazzo è?!"
Yuri sembrava alla ricerca disperata di qualcosa.
Cominciò a mettere sottosopra il suo materasso e
il suo cassetto, sotto i nostri sguardi contorti.
" Che cerchi?" gli domandò con voce impastata
dal sonno Boris, scendendo dal letto .
" Avanti, ditemi dov'é?"
" Dov'è cosa?" domandai.
" Lo sapete benissimo: l'orologio!"
Un'orologio. Cercava un orologio che
nessuno dei due aveva mai visto.
" Di che orologio parli?".
" Vi conviene uscirlo fuori o finirà molto male!".
" Io non ho mai visto questo cazzo di orologio di cui parli!" rispose
Boris seccato.
Yuri s'infuriò ancora di più e nel giro di pochi
secondi il platinato si trovò con le spalle al muro e
fulminato da due occhi di ghiaccio che non sembravano volergli credere
affatto.
" Ma ti sei bevuto il cervello??" gli gridò spingendolo fino
a farlo cadere a terra.
Il rosso non cedette e si scaraventò sull'altro come una
belva inferocita.
Io rimasi semisdraiato sul letto ad osservarli senza muovere un dito:
non volevo mettermi nei guai per uno stupido orologio scomparso ,
non ne valeva la pena.
Volevo dormire in pace, ma capii che quella notte sarebbe stata lunga
non appena la porta si aprì di colpo lasciando spazio a due
guardie.
Cercarono di separarli e dopo alcuni secondi ci riuscirono.
" Che cazzo succede qui dentro??" sbraitò infuriata una
delle due.
Yuri respirava affannosamente, tenuto ben stretto per le braccia "
Lasciatemi stare!".
" Ma perchè avrei dovuto prenderlo io, perchè non
Kai??" disse l'altro cercando di liberarsi dal braccio che gli
circondava il collo.
" Perchè sei tu, qui, il ladro tra noi!!".
Era vero. Boris era finito lì dentro proprio per avere
rubato , tuttavia sembrò offeso da quelle parole. Non
aggiunse più nulla, anche perchè non ne aveva
più avuto la possibilità, visto che in quella
stanza era appena entrato colui che sarebbe stato capace di
cucirgli le labbra con ago e filo se avesse osato parlare senza il suo
permesso.
" Che succede qui?".
Bastava una sua sillaba per fare zittire l'intero universo, o per lo
meno, quella struttura delimitata da barre di ferro che la divideva dal
mondo esterno.
Entro quei confini lui era il padrone, anzi il Signor Direttore e
quello, a suo modesto parere, era Il Riformatorio per eccellenza.
Un posto in cui venivano rinchiusi i disgraziati come noi e in cui
all'arrivo venivi spogliato di tutto.
L'unica cosa di valore che, forse, ti rimaneva, era la propria vita, e
se ci tenevi dovevi badar bene a proteggerla.
Tutto il resto veniva sequestrato.
Per questa ragione nessuno riusciva a spiegarsi l'esistenza di quell'
orologio.
" Questi due hanno..."
" Silenzio!" zittì immediatamente una guardia.
" Ivanov, dimmi che cosa succede!".
Fece cenno di lasciarlo libero e gli ordinò di avvicinarsi a
lui.
" Ivanov, alza la testa e guardami in faccia!"
Lo fece, con un certo timore, ma lo fece.
Non riusciva a reggere il suo sguardo.
Si stava sforzando e si vedeva.
" Allora?"
" Io... io...ho perso un orologio" .
Attimi di silenzio.
"Un orologio...che orologio?" domandò con una certa
curiosità.
" Il mio orologio..." spiegò con voce sommessa.
" E chi ti ha dato questo orologio?Sentiamo..."
Non rispose e l'altro capì che non ne aveva l'intenzione.
" E come lo hai perso?"
" Mi è stato rubato..."
I suoi occhi si fecero sospettosi e puntavano su Boris,
ancora tenuto fermo dalla guardie.
Si allontanò dal rosso e si avvicinò all'altro.
" Huznestov, hai preso tu il prezioso orologio del tuo
compagno di cella?"
Stranamente quella volta non le chiamò stanze.
Boris si accigliò e fissava amaraggiato Yuri.
Io gli credevo. Qualcosa mi diceva che non era stato lui.
Perchè avrebbe dovuto?
Riteneva Yuri suo "amico" , colui che lì dentro gli aveva
insegnato a leggere e a scrivere, per lo meno, le cose basilari.
Yuri non si era mai comportato in quel modo con lui.
Evidentemente quell'orologio era talmente importante ,
che il solo perderlo gli aveva fatto annebbiare la vista.
" Lasciatelo, e perquisite tutta la stanza!"
Le guardie obbedirono.
Perquisirono tutto. Misero la stanza a soqquadro.
Non che ci fosse molto in cui cercare:
due letti a castello e un armadietto con
quattro cassetti.
Tuttavia non fu trovata traccia di quell'oggetto.
" Sembra che il colpevole non sia qui...
Uscite fuori! Tutti fuori!"
Nel giro di pochi secondi ci ritrovammo tutti fuori dalle stanze.
" Sembra che ci sia stato un furto in questo reparto..."
iniziò il Direttore marciando per il lungo corridoio e
osservando
tutti i ragazzi negli occhi, alcuni dei quali
facevano fatica a tenerli aperti.
Era notte fonda, dopotutto.
" Qualcuno di voi, ha per caso rubato qualcosa?
Un orologio, per esempio..."
Si fermò.
I suoi occhi scrutavano ogni reazione, ma nessuno rispose.
Figuriamoci.
" Ma che bravi ragazzi...
Mi constringete a far perquisire ogni stanza
e non andrete a dormire finchè quell'orologio
non salta fuori!".
Mi chiedevo quali fossero le sue intenzioni.
Perchè era così interessato a trovarlo?
" Devo star sempre qui a ripetervi che se non dimostrerete
un minimo di buona condotta sarete destinati a marcire qui dentro?"
All'improvviso un ragazzo si fece avanti,
catturando l'attenzione di tutti.
" Signore..."
" Uh, sembra che qualcuno abbia fretta di uscire di qui...
Dimmi!"
" Ecco, io...io... ho visto chi ha rubato l'orologio!"
Spia.
" Bene... vuoi indicarmi chi è il colpevole?"
Alzò il braccio, e il suo dito puntò su un
ragazzo posto più
avanti.
Questi cominciò a tremare non appena il Direttore
gli si avvicinò.
" Perquisite la sua stanza..."
La guardia obbedì ed uscì poco dopo con il famoso
orologio
che pendolava dalla sua mano destra.
Gli occhi di Yuri quasi non brillarono, ma quando cercò di
riprenderselo si spensero all'istante.
Il Direttore lo aveva già nelle sue mani e sarebbe stato
difficile
riaverlo.
" Portatelo via... e tu..." indicò la spia " domani avrai un
meritato giorno di riposo.
" E tu..." il suo dito passò su Yuri " Domani nel
mio ufficio".
Yuri quasi non ci credeva.
Aveva fatto tutto quello, per tenersi l'orologio ed era certo che non
l'avrebbe più rivisto.
* * *
" Hey, dobbiamo recuperare quell'orologio!"
Da giorni Boris tentava nel convincermi a tutti i costi a trovarlo.
" Dobbiamo? Che c'entro io..."
" Avanti Kai, deve essere importante se ha fatto tutto quel casino!"
" Noi... ci ritroveremo in un casino, se non la smetti di dire
stronzate!"
" Che c'è? Hai deciso di mettere la testa a posto e farti
domare?".
Cercava in tutti i modi di stimolare la mia irritabilità.
" E sentiamo, dove dovremmo andarlo a cercare, Signor Genio??"
Ci era riuscito.
" Tu fidati di me!"
Mi lasciai coinvolgere e, dopo un piano
efficacemente progettato, l'orologio fu recuperato.
Tuttavia uno dei due non riuscì a farla franca, e il tutto
per uno,
almeno per me, insignificante orologio.
Fu punito e amaramente.
Dopo cinque giorni rifece il suo ingresso in mensa.
Tutti smisero di mangiare per osservarlo: un Boris zoppicante e
parecchio malandato si dirigeva a sedersi insieme agli altri.
Ma la cosa che più colpiva all'occhio era la sua testa
completamente rasata.
Si sedette vicino a noi, con fare parecchio seccato.
" Ritornate tutti a mangiare, e sbrigatevi!"
ordinò a tutti una guardia.
Dopodichè riprese il chiacchericcio e il rumore di
sottofondo.
Yuri osservava Boris .
Quando gli riconsegnai l'orologio che ero riuscito a portare con me
nella fuga, mi chiese perchè lo aveva fatto.
Non seppi rispondere.
Non riuscivo a capirlo neanch'io.
Prese il suo piatto che non aveva ancora toccato
e glielo mise davanti.
Lo feci anch'io, tanto mi era passata la fame.
Quello zuccone prese il cucchiaio e dopo qualche attimo
di esitazione prese a mangiare.
Si vedeva che non toccava cibo da giorni.
" Adesso sei ufficialmente una testa di cazzo..."
commentai io sotto il suo sguardo accigliato.
"
Che cosa significa..."
" Prendilo!"
" E' tuo, non avrebbe senso darmelo adesso!"
" Invece lo devi prendere!"
Insisteva che portassi con me quell'orologio che continuava a penzolare
davanti ai miei occhi.
" Non posso!"
" Non è un regalo! E' un prestito..."
Continuavo a non capire e non avevo tempo da perdere. " Dovrai
riportarmelo non appena avrai finito!"
Era una specie di garanzia?
" Sai che non posso!"
" Yuri non vorrebbe che si perdesse!"
" Allora è meglio che lo tenga tu, no?"
" Invece lo prendi e me lo riporti, cazzo!"
Sapevo che non mi avrebbe fatto andare finchè non l'avessi
preso.
Lo strappai dalle sue mani.
" E va bene, lo prendo! Ma se non dovessi riaverlo , non ti lamentare!"
" So che non mi deluderai..."
Portai gli occhi al cielo: non smetteva di dire cazzate neanche in
situazioni come quelle: non aveva speranze e mi chiedevo come avrebbe
fatto senza nessuno.
Aprii la portiera. Era giunto il momento di andare ma quando mi voltai
verso di lui, dietro quell'espressione dura, per un attimo, io riuscii
a vedere non più il Boris rompiscatole sopportato
per anni, bensì il volto di un amico e di un fratello, che
sperava ardentemente che io ritornassi e che tutto finisse bene.
Non ci eravamo mai lasciati andare ai sentimentalismi, e di certo
quello non sarebbe stato il momento giusto per iniziare.
Cosa dovevo dire?
Addio?
No. Sarebbe stato alquanto deprimente.
" Ci si vede, Huznestov!".
" Riportami l'orologio...".
Lo osservai per l'ultima volta e con un gesto della mano lo salutai
come un soldato che stava per partire in guerra.
Forzatamente lo ricambiò, accennando un sorriso malinconico.
Gli voltai le spalle e me ne andai, portando con me l'ultima immagine
del suo volto, con la consapevolezza che molto probabilmente non
l'avrei più rivisto.
Strinsi forte tra le mie mani quell'orologio, il cui significato non ci
fu mai rivelato.
Non sapevamo perchè fosse tanto importante per Yuri, ma
sapevamo il perchè era importante per noi...
Stavo
percorrendo il lungo corridoio per
raggiungere la mia stanza, quando all'improvviso vidi
arrivare dalla direzione opposta Yuri.
Sembrava perso in chissà quali pensieri.
Quando ci ritrovammo faccia a faccia mi osservò
in una maniera che ancora oggi faccio
fatica a dimenticare e i miei occhi non poterono fare a meno
di fissare il suo collo: era pieno di lividi e sapevo il
perchè.
Sembrava volermi dire qualcosa d'importante, ma come al solito non lo
fece.
Decise di ingoiare ancora una volta tutto e
riprese il suo cammino, lasciandomi lì.
" Dova vai?"
Si fermò a una decina di passi lontano da me.
" Vado a prendere un pò d'aria sul terrazzo!Torno subito..."
Forse mi sbagliavo.
Era il suo atteggiamento normale, da qualche anno a quella parte.
" Nel frattempo, prenditi cura di Boris..."
Se ne andò e dopo qualche minuto di esitazione, durante
i quali cercavo di attribuire un senso a queste sue parole,
voltai i tacchi e ritornai in stanza.
Solo quando misi piede lì dentro capii.
" Perchè hai quell'orologio?"
Boris era seduto sul letto a osservare
come imbambolato quell'oggetto.
" Me lo ha regalato Yuri! Strano, vero?
Dopo tutto il casino che ha fatto per riaverlo...
e poi si è messo a dirmi cose strane..."
All'improvviso mi fu tutto chiaro.
Sgranai gli occhi; lo tirai per un polso
e senza perdere tempo
gli ordinai di seguirmi.
Correvamo come due matti.
Da lontano due guardie ci ordinarono di fermarci,ma
riuscimmo a seminarle.
" Kai! Vuoi spiegarmi!"
" Yuri!"
" Yuri cosa??"
" Non capisci perchè te lo ha dato?
E' andato sul terrazzo!"
Quando riuscimmo a raggiungere l'ultimo scalino,
la porta del terrazzo era aperta e varcata la soglia
non trovammo nessuno al di fuori di essa.
" No..."
Boris aveva finalmente capito e a grandi passi raggiunse la balconata
per affacciarsi.
Dovetti tenerlo
per la maglietta per far sì che non
cadesse giù.
Non ebbi subito il coraggio di guardare
Ma gli occhi sgranati di Boris mi anticiparono
che non vi avrei trovato nulla di buono.
Ciao
a tutti :)
Ecco
l'aggiornamento.
Non
pensavo di pubblicare subito, ma sono stata presa da una specie,
chiamiamola, ispirazione ed eccoci qua.
Le
parti in corsivo sono dei flashback.
Come
avrete capito i nostri protagonisti erano "dei poco di buono" ed hanno
passato , diciamo , l'adolescenza in un riformatorio.
Loro
tre, guarda caso, finirono nella stessa stanza-cella e hanno a loro
modo stretto una sorta di amicizia.
Come
avrete capito, a malincuore, Yuri purtroppo a quei tempi decise di
andarsene, per una serie di avvenimenti spiacevoli.
Quello
che combinarono in seguito Boris E Kai cercherò di
raccontarlo attraverso una serie di flashback che poi spiegano quello
che li ha portati a questo giorno tanto malinconico in cui sembra
debbano incontrare qualcuno e bla bla bla...( ok non ci avete capito
niente, meglio tacere XD)
Ok...
sono in preda ad una serie di dubbi esistenziali riguardo a questo
capitolo.
Non
so se è stato convincete per voi che siete arrivati a
leggere fin qui.
Non
so se è stato scritto in maniera decente.
Non
so un bel niente XD
Quindi
aspetto con grande ansia dei vostri giudizi, che mi aiutino e facciano
rendere conto di quello che sto facendo XD
Ringrazio
Pich Schrooms che ha commentato con grande pazienza il primo capitolo XD
A
presto :)
Henya
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