Buongiorno! Oppure
buonasera o buon pomeriggio, che dir si voglia! ;)
Sono
supermegaarci emozionata all'idea di pubblicare questa long fiction, la
mia prima long su un anime/manga! L'avevo in mente da molto tempo e
avevo intenzione di aspettare un po' e portarmi avanti con i capitoli,
prima di iniziare a postarla... ma non ho resistito! *w*
Non ho
particolari avvertimenti da dare... Solo una costante che vedrete ad
ogni capitolo: un'immagine (che troverete al fondo della pagina) e un
brano della colonna sonora di Naruto! Sapete, mi sono sempre fatta
aiutare dalla musica per ispirarmi e mi piacerebbe che, oltre alle
parole, anche la musica vi evochi le stesse cose che ho immaginato io
scrivendo questa storia.
Per il primo
capitolo, ho pensato di consigliarvi Loneliness... Se la cercate su
YouTube, la troverete sicuramente. Potete ascoltarla già
dall'inizio, penso che dia l'atmosfera perfetta! Ma non fatevi
ingannare dal titolo della canzone, altrimenti vi svia dalla vera
atmosfera della storia. Lasciatevi guidare dalla musica... <3
Ma ora basta
chiacchiere: buona lettura!
***
Naruto
è diventato Hokage (ed era
pure ora!), ma per portare avanti il suo lavoro ha bisogno dei suoi
amici di
sempre, che per fortuna non hanno mai smesso di stargli accanto.
Konoha
e tutto il mondo ninja sono
in tempo di pace, ma qualcuno trama nell’ombra, rispolverando
pericolosamente
il passato … e Kurama si prepara ad avere una nuova forza
portante.
Si
tratta della protagonista di una
nuova generazione di ninja: il suo nome è Eri Uzumaki.
*
La
Nuova Forza Portante Della Volpe
(Kurama’s
New Jinchuuriki)
Capitolo 1: La
bimba prodigio
*
Gli
alberi di ciliegio erano davvero
belli. La primavera era appena iniziata e già si manifestava
in quella miriade
di piccoli e graziosi fiori rosa. Leggeri e delicati, volavano via
spinti da
alcune lievi correnti fresche, ultimi rimasugli dell’inverno.
Il gradevole
fruscio dei petali che volteggiavano nell’aria si confondeva
con le voci e le
risate dei bambini che si fermavano a giocare all’ombra degli
alberi,
rincorrendosi o passandosi una palla. Sorridevano, pieni di energia e
gioia di
vivere.
Tra
loro c’era una bambina altrettanto
allegra, impegnata a inseguire un amichetto. Ad ogni movimento, i suoi
lunghissimi capelli biondi e ricci riflettevano la luce del sole e i
suoi occhi
di perla, grandi e color del cielo, parevano sorridere insieme a lei.
La
sua risata cristallina era simile a
quella dei suoi coetanei, ma ad alcuni metri di distanza i suoi
genitori
riuscivano a distinguerla benissimo dalle altre. Seduti su un tronco,
osservavano
la loro figlia divertirsi con gli amici e quell’immagine
allietò i loro cuori
come nient’altro.
-
Guardala, Naruto.- mormorò la mamma. - È davvero
diventata grande.-
Il
giovane padre non poté non sorridere, affascinato da
quell’affermazione.
Strinse di più la mano della donna che amava, facendo
scontrare la testa con la
sua. Con un sospiro, confermò:
-
Sì, è incredibile. Cresce ogni giorno di
più e io nemmeno me ne accorgo.-
La
piccola si era fermata a riprendere fiato. Un’amica
sembrò chiederle se stesse
bene, ma lei sfoderò un gran sorriso rassicurante e
tornò quasi subito a
correre con gli altri.
-
Diventa sempre più bella e forte.- aggiunse lui, con un
po’ di emozione nella
voce.
-
Ha preso da te.-
Piacevolmente
sorpreso, si voltò verso sua moglie e cercò il
suo sguardo in mezzo a quei
lunghi capelli scuri. Era una donna straordinaria; non smetteva mai di
dimostrare l’immenso amore che provava per la sua famiglia.
Naruto
notò che era arrossita e in uno slancio di tenerezza la
guardò negli occhi, accarezzandole
il viso.
-
Non solo.- disse poi. - Ha ereditato il suo buon cuore da te, Hinata.-
Quest’ultima
ebbe la sensazione di perdere un battito del cuore. A quello sguardo
così
intenso non si era mai abituata, ma non voleva certo farlo. Solo lui la
faceva
sentire così bene e voleva che fosse così per
sempre.
Lentamente
si sporse verso le labbra di Naruto e vi posò un bacio
dolcissimo. Gli poggiò
piano una mano sul viso, mentre lui arrossiva e ricambiava il bacio con
altrettanta tenerezza. Si separarono dopo poco e si sorrisero a
vicenda; infine
Naruto fece scontrare la fronte con quella di Hinata, ridacchiando.
Spostando
gli occhi di nuovo sulla loro piccola, i due notarono che il sole si
stava
abbassando e stava tingendo gli alberi di rosso. Hinata
sospirò e disse:
-
Tra non molto farà buio. Forse è meglio tornare a
casa.-
-
Per favore, restiamo ancora un po’.- replicò
però lui. - Le ho promesso che
avrebbe giocato a lungo.-
-
Già, te ne eri persino dimenticato!- rise l’altra,
prendendolo in giro.
Naruto
si grattò la nuca con imbarazzo e tentò di
giustificarsi con un sorriso
forzato:
-
Lo so, è che in ufficio avevo così tanto lavoro
… Sono venuto di corsa, non ho
avuto neanche il tempo di togliermi il mantello da Hokage!-
Infatti,
Naruto aveva promesso alla sua figlioletta che dopo il lavoro
l’avrebbe portata
a giocare tra gli alberi con i suoi amici, appena fuori dalle mura del
villaggio. Purtroppo essere Hokage aveva il suo peso e allora
toccò a Hinata
mantenere la promessa del marito, in attesa che quest’ultimo
le raggiungesse.
Ripensando
a quando era arrivato di corsa, tutto trafelato e ansioso di vedere se
sua
figlia fosse arrabbiata con lui per il ritardo, Hinata rise ancora e lo
riprese:
-
Sei la solita testa quadra!-
-
Uffa, perché mi dici così, dattebayo??-
esclamò Naruto, indispettito.
Proprio
in quel momento, i due notarono che i bambini avevano smesso di
rincorrersi ed
avevano fatto capannello intorno ad uno di loro, che probabilmente era
caduto.
Guardando meglio, Hinata e Naruto si accorsero che a cadere era stata
proprio …
-
Eri!-
La
piccola aveva uno sguardo sofferente ed era inginocchiata per terra.
Altri
bambini la stavano aiutando a rialzarsi, mentre lei cercava di
ripulirsi la
faccia alla meglio, poiché era caduta in mezzo alla polvere.
La
sua mamma andò verso di lei, intenzionata a soccorrerla, ma
Eri si rialzò da
sola improvvisamente e cominciò a correre verso i genitori.
-
Mamma, papà!- diceva in un lamento di dolore.
Quando
Hinata si inginocchiò di fronte alla figlia, seguita da
Naruto, si accorse che
si era sbucciata un ginocchio e che questo sanguinava.
-
Vieni qui, fammi vedere … - mormorò.
Eri
fu circondata da alcune sue amichette ed aspettò che sua
madre le curasse la
ferita, senza battere ciglio. Il dolore provato quando era caduta le
aveva
subito fatto inumidire gli occhi, ma quando si era rialzata, non aveva
più
avvertito nulla e riusciva a stare in piedi. Nel frattempo, Naruto
mandò via un
po’ di terra dai suoi vestiti sporchi e si assicurava che
stesse bene.
Hinata
era sul punto di tirare fuori un fazzoletto per asciugare il sangue e
coprire
la ferita con un altro di essi, ma quando posò di nuovo lo
sguardo sul
ginocchio di Eri … la ferita non c’era
più. Il sangue aveva sporcato la gamba
della bambina, ma la sbucciatura era già sparita.
“Ma
come? E’ già guarita?” pensò
Hinata, che trasalì dallo stupore.
Vedendo
che la madre non faceva nulla, Eri abbassò la testa e
controllò il ginocchio.
Non ebbe niente da dire, altrettanto meravigliata, ma le sue amiche
iniziarono
a commentare:
- Ehi,
non c'è più niente sul tuo ginocchio!-
- E’
vero, prima usciva tanto sangue!-
La
piccola attese che la mamma le desse una pulita, poi mise le mani sui
fianchi e
senza farsi troppe domande su quanto successo, esordì:
-
Beh, non sarà una caduta a fermarmi. Forza, provate a
prendermi!-
Detto
ciò, riprese a correre come se niente fosse, inseguita dai
suoi compagni.
Hinata restò immobile con il fazzoletto in mano, sempre
più stupita. Neanche
Naruto riusciva a credere a quello che era appena accaduto.
Da
un lato era felice che sua figlia stesse bene, ma dall’altro
gli balenò un
pensiero in testa. Provò una sensazione fin troppo familiare.
-
Naruto … Eri è … -
Mosso
dall’istinto, il giovane Hokage portò una mano al
ventre, senza smettere di fissare
Eri che rideva e giocava spensierata. Possibile che …?
- Eri
è … è come te. Ha il tuo stesso
chakra!- fece infine Hinata, che era giunta
alla sua stessa conclusione.
A
quelle parole, Naruto iniziò piano piano a credere che fosse
davvero così.
Ma
no, non era fattibile una cosa del genere! Negli scorsi sei anni lui e
sua
moglie avrebbero dovuto accorgersene. Eppure … eppure era
successo davanti ai
loro occhi, non potevano non crederci.
Pensieroso,
aumentò la presa della mano sul ventre e si
concentrò. Tutto normale; avvertiva
sempre quella solita presenza dentro di sé.
Ma
allora, perché sua figlia …?
-
Ma come, non andiamo a casa, papà?-
La
vocina chiara di Eri distolse Naruto dalle sue riflessioni.
Abbassò gli occhi e
notò che la piccola lo stava guardando con
perplessità, sbattendo ripetutamente
le palpebre, senza smettere di tenergli la mano.
Il
padre si voltò e notò che in effetti avevano
appena sorpassato la via di casa
ed era parso perciò che la famigliola fosse diretta altrove.
Hinata sorrise e
lasciò che fosse Naruto a spiegare a Eri la situazione.
- Ci andremo, ma
prima dobbiamo passare a
trovare il maestro Kakashi.- disse lui, prendendo la figlia in braccio
e
soppesandola per riuscire a tenerla bene. - C’è
una questione di cui dovremmo
discutere con lui.-
- Il maestro Kakashi?
Quello di cui mi
avevate parlato?- esclamò Eri, entusiasta.
Le piaceva tanto
quando i genitori le
raccontavano avventure che avevano vissuto negli anni e il nome di
Kakashi era
stato fatto spesso a casa Uzumaki, ogni volta con lo scopo di far
ridere.
Hinata se ne rese
conto e confermò:
- Sì,
tesoro, è proprio lui!-
- Che bello,
evviva!!- fece Eri alzando
un pugno in aria dalla felicità, mentre Naruto rideva di
gusto.
Era sempre stata la
sua gioia più grande
vedere sua figlia e sua moglie ridere e non riusciva mai a trattenersi
dal
farlo insieme a loro. Non vedeva l’ora di far conoscere Eri
al maestro:
l’ultima volta che l’aveva vista era stato mesi
prima, ma tra i due non c’era
mai stata una vera e propria presentazione.
Ma soprattutto,
Naruto voleva vedere
Kakashi per parlargli di ciò che era avvenuto poco prima.
Aveva dei sospetti,
ma alcune cose ancora non quadravano. Aveva quindi bisogno di
discuterne
chiaramente con una persona di fiducia con una grande conoscenza del
mondo
ninja.
Sempre portando la
piccola in braccio e
camminando fianco a fianco con Hinata, il biondino si guardò
in giro. La gente
del villaggio stava rincasando; alcuni si voltavano verso di lui per
salutarlo
e Naruto ricambiava con un gran sorriso. Era Hokage ormai da qualche
anno e i
tempi in cui le persone dubitavano o avevano paura di lui erano
lontani, anzi:
finalmente aveva ottenuto il rispetto di tutti gli abitanti di Konoha,
come
aveva sempre desiderato. Dopo tanto tempo e tanta fatica, Naruto aveva
fatto
strada ed era diventato un eroe ancora più di prima. Non
poteva essere più
felice e soddisfatto.
Svoltando in
un’altra via, un vecchietto
passò vicino a loro ed alzò debolmente un braccio
per salutare l’Hokage. Fu Eri
a salutarlo per prima, sporgendosi dalle braccia del padre e salutando
calorosamente con la manina. Era sempre stata una bambina allegra, con
la
voglia di trasmettere a tutti il suo ottimismo.
- Ma chi si vede
all’orizzonte … Naruto,
Hinata, come va?-
Una voce nuova fece
girare la bimba
nella direzione in cui stavano camminando i genitori, che si fermarono
sorpresi. Davanti a loro, un ninja dagli strani capelli grigi a
spazzola e gran
parte della faccia coperta stava rivolgendo un’occhiata
amichevole alla
famiglia.
Naruto
allargò un sorriso ed esclamò:
- Kakashi-sensei,
stavamo per venire a trovarla! Stiamo tutti bene, e lei?-
Incuriosita, Eri
tacque. Se Hinata le
aveva trasmesso qualcosa, quella era la timidezza. Restò
aggrappata in braccio
al papà, aspettando che poi fossero lui e la mamma a
presentarla al maestro
Kakashi.
- Anche io sto bene,
faccio un po’ la
solita vita … - fece quest’ultimo pigramente,
prima di notare la figlia del suo
allievo. - Uh? Ma guarda un po’, c’è
anche la piccola Eri!-
Sentendosi nominare,
la bambina arrossì.
Naruto la mise giù, mentre Hinata la incoraggiò:
- Forza, vai a
salutarlo.-
Eri stette immobile
sul posto per un
momento, incerta. Kakashi, nel frattempo, si abbassò per
poterle stringere la
mano e farla sentire a suo agio. A quel punto, vinta dalla
curiosità, la
piccola si avvicinò a lui e mormorò:
-
Salve, maestro … -
Il jonin non
riuscì a non intenerirsi di
fronte a quegli occhietti così vispi, nonostante
l’atteggiamento di imbarazzo
manifestato dalla bambina. Era l’esatta e perfetta unione tra
Hinata e Naruto,
non smetteva mai di ripeterselo ogni volta che la vedeva. Era contento
di
potersi finalmente presentare come si deve.
- Accidenti, Eri!
Dall’ultima volta che
ti ho vista sei diventata parecchio robusta.- disse, poi
sollevò una mano e la
poggiò amichevolmente sulla sua testa bionda. - Sono sicuro
che tra qualche
anno sarai una ragazza bellissima!-
Eri divenne ancora
più rossa ed abbassò
lo sguardo dall’imbarazzo, accennando appena un sorriso. I
genitori si
scambiarono un’occhiata d’intesa e ridacchiarono,
come per concordare con
l’affermazione di Kakashi.
Il maestro, per
sciogliere la tensione e
far ridere anche la piccola, aggiunse:
- Mi raccomando, non
diventare una testa
quadra come tuo padre!-
- Ehi,
perché oggi continuate a dirmelo
tutti, dattebayo??-
ribatté
prontamente Naruto, accigliato.
A quello scambio di
battute, Eri non
poté resistere e scoppiò a ridere di cuore,
seguita dalla mamma e dal maestro.
Alla fine, contagiato da tutti, anche Naruto si mise a ridere con loro.
E mentre alle loro
spalle il sole andava
a dormire dietro le montagne, Kakashi accolse la piccola famiglia nel
suo
modesto appartamento da scapolo quarantenne.
Seduta sul tappeto,
in un angolino della
stanza, Eri sfogliava distrattamente una vecchia rivista. Non guardava
davvero
le figure o le scritte … pareva piuttosto persa nei suoi
semplici pensieri da
bambina.
Ciò fu
comodo per i suoi genitori e per
il maestro Kakashi, che poterono quindi discutere serenamente, visto
l’argomento della loro conversazione.
- Allora, volevate
parlarmi di qualcosa?-
chiese Kakashi con cordialità, accomodandosi al tavolo dopo
essersi assicurato
che Eri non mettesse le mani su “Le Tattiche Della
Pomiciata”.
Naruto e Hinata
misero giù le loro tazze
di tè e si scambiarono un’occhiata complice.
L’Hokage si schiarì la voce ed
esordì:
- Si tratta di Eri.-
Il maestro
alzò le sopracciglia,
incuriosito.
- Cosa? La piccola
Eri?- fece,
voltandosi a guardare la piccola in questione.
Dopo averla osservata
per un attimo,
continuò:
- Oh beh, in fondo
non c’è da stupirsi.
Dopotutto Eri è la figlia dell’ultimo Hokage di
Konoha, che è anche la forza
portante della Volpe a Nove Code, nonché di colei che una
volta era la
capostipite del nobile clan Hyuga. Come potrebbe Eri essere una bambina
normale
con dei genitori come voi?-
A quelle parole,
Naruto si passò una
mano sulla nuca, dandogli ragione con imbarazzo.
- Sì, in
effetti ce ne siamo resi conto
anche noi, maestro Kakashi.- fece sorridendo, poi tornò
serio ed espose la
questione di cui voleva assolutamente parlare. - Vede, nostra figlia
non si è
mai ammalata seriamente. A parte qualche piccolo raffreddore, Eri
è sempre
stata sana come un pesce. Inoltre, quando prima al parco è
caduta e si è ferita
al ginocchio, non è rimasto nessun segno e il ginocchio
è tornato a posto da
solo in pochi attimi.-
- Mi stai dicendo che
la ferita si è
rimarginata immediatamente?- fece il sensei, cercando una conferma.
A quel punto
intervenne Hinata:
- Sì,
è così, maestro. Ecco, a me e
Naruto era sorto un dubbio … -
Kakashi fece vagare
lo sguardo nel
vuoto, pensieroso. La situazione non gli parve affatto nuova.
Istintivamente gli
tornò alla memoria
l’immagine di una mano infilzata da un kunai. Era la mano di
Naruto, che quando
lui era appena genin si era pugnalato in un raptus di rabbia,
probabilmente nei
confronti di se stesso.
All’inizio
a Kakashi non fu chiaro il
perché si fosse ricordato di quell’episodio, ma
poi si rese conto.
- Sì,
anch’io ora sto pensando la stessa
cosa, Hinata.- disse il maestro con serietà estrema,
guardando però verso
Naruto.
Quest’ultimo
aveva capito che anche il
maestro aveva il suo stesso sospetto, così chiese subito
spiegazioni, battendo
una mano sul tavolo e alzando il volume della voce:
- Maestro Kakashi, ma
com’è possibile, ‘ttebayo?
Sa bene che questi effetti li
ho anch’io, ma sono causati dalla presenza di Kurama
all’interno del mio corpo.
Come può essere che anche Eri guarisca velocemente come me,
senza il chakra di
Kurama?-
Quella volta, la mano
di Naruto era
guarita in fretta, nonostante si trattasse di una ferita profonda.
Kakashi
aveva intuito subito che era la presenza della Volpe a Nove Code ad
attribuirgli questa capacità e, in cuor suo, non aveva mai
escluso la
possibilità che la stessa cosa potesse succedere alla
bambina.
Mantenendo la solita
calma, domandò:
- … Non
hai notato i segni sul viso?-
Dapprima stupito,
Naruto ammutolì e
rivolse un rapido sguardo verso Eri, come per avere
un’ulteriore conferma di
quel suo insolito tratto. In effetti, come suo padre, la piccola aveva
dei segni
sulle guance che ricordavano dei baffi felini. Non erano molto
evidenti, ma pur
sempre visibili e facevano di lei la fotocopia di Naruto.
Purtroppo
l’Hokage non comprese
immediatamente e sbottò:
- Certo, è
una caratteristica fisica che
ha ereditato da me, e allora?-
- Non sono dei segni
qualsiasi … -
aggiunse Kakashi. - Mi ricordano qualcosa. Tu sai di cosa parlo, non
è vero,
Naruto?-
A quel punto, anche
l’altro capì a che
cosa si riferisse il maestro. Era una teoria che Kakashi aveva in mente
fin
dalla nascita di Eri, ma che si avverasse, i genitori non ne avevano
mai
considerato davvero l’eventualità.
Naruto
mormorò:
- Mi … mi
sta dicendo che …?-
- Già.
Probabilmente Eri ha ereditato
una parte del chakra del demone attraverso il tuo patrimonio genetico.
Sembra
incredibile, ma potrebbe veramente essere così.-
Per tanto tempo
Hinata e Naruto avevano
messo da parte quell’ipotesi. Come avrebbe mai potuto il
chakra di un
cercoterio essere trasmesso geneticamente ad un figlio? Per di
più, Eri aveva
ereditato questo tratto genetico dal padre e non dalla madre: se la
forza
portante fosse stata Hinata, che aveva portato sua figlia in grembo per
nove
mesi, la cosa sarebbe stata più plausibile. Possibile che su
tutte le
probabilità esistenti, invece, Naruto le avesse trasmesso
con il suo dna
persino il chakra della Volpe?
La risposta era
sempre stata no. Almeno
fino a quel giorno.
Hinata, siccome la
questione era
piuttosto importante, si dimostrò preoccupata:
- Ma allora avremmo
dovuto accorgercene
molto prima …!-
- Forse è
una parte di chakra talmente
minima che non avrebbe mai potuto veramente manifestarsi.-
ipotizzò Kakashi. - Eri
ha più o meno il tuo stesso tipo di chakra, giusto, Naruto?-
- Sì
… - annuì lui, altrettanto nervoso.
- Allora dovrebbe
essere abbondante e
resistente, proprio come il tuo. Se una piccola parte del chakra della
Volpe è
davvero presente dentro di lei, Eri non dovrebbe avere problemi a
controllarla,
se questa dovesse uscire fuori.-
Mettendo insieme i
ragionamenti del
maestro, questi come al solito filavano. Tuttavia, ai due ansiosi
genitori
sembrava incredibile quanto lui riuscisse a restare tranquillo,
formulando
un’ipotesi dopo l’altra come se si trattasse di una
sciocchezza.
- Ma è
solo una bambina!- fece Hinata,
in parte stentando a credere alle teorie del sensei e in parte
mostrando tutta
l’apprensione di una madre.
Sempre fiducioso
nella logicità delle
sue supposizioni, Kakashi cercò di calmarla:
- Stai tranquilla.
Anche se è ancora piccola,
Eri è già molto forte, credetemi.-
Sul fatto che la
piccola Eri fosse una
bambina fuori dal comune, tutti erano d’accordo. Il fatto di
avere due genitori
come Hinata e Naruto la rendevano speciale agli occhi della gente.
Anche che
avesse ereditato una minuscola parte del chakra di un demone, ormai era
stato
appurato. Kakashi aveva ragione su ogni cosa, insomma.
Eppure, allo stesso
tempo, Eri Uzumaki
era una normalissima bimba di sei anni.
Siccome a Kakashi
forse non era ben
chiaro questo fatto, Naruto si alzò bruscamente in piedi e
lo fissò con una serietà
incredibile per uno come lui.
- … Questo
non toglie che sia una
bambina. La mia bambina.-
Quella frase
risuonò nella stanza come
un fulmine a ciel sereno. Neanche il maestro seppe come reagire e anche
Eri
aveva alzato la testa, incuriosita da quell’improvviso
silenzio.
- Eri
crescerà e diventerà una grande
ninja, ma lo farà come tutti gli altri.- aggiunse poi Naruto.
- Che cosa vuoi
dire?- disse Kakashi,
interrogandolo con gli occhi.
Non capendo di cosa
si stesse parlando,
Eri tornò a sfogliare i suoi giornali, mentre suo padre
spiegò:
- Voglio solo che Eri
cresca nella più
completa serenità. Io non ne ho avuto la fortuna
… ma Eri merita il meglio e
non voglio che sopporti le conseguenze della sua diversità
come ho fatto io.-
Solo allora il
maestro Kakashi si
accorse che era quella, l’unica reazione che si sarebbe
dovuto aspettare da un
padre.
- Devo dedurre che
non hai intenzione di
dirle nulla riguardo alla Volpe?-
- Esattamente.-
annuì Naruto, sempre più
convinto. - Hinata … sei d’accordo con me?-
Lei gli sorrise e
rispose:
- Certo, Naruto-kun. Quando Eri sarà
più grande e matura, allora potrà
prendere coscienza della sua diversità.-
Nonostante il maestro
pensasse che la
cosa migliore fosse tenere la verità allo scoperto,
sospirò e diede ragione ai due
giovani genitori.
- Ho capito. Se
è questo che volete,
anche io sono d’accordo. In fondo è comprensibile
da te, Naruto … -
- Grazie, maestro.-
sorrise
quest’ultimo, sollevato. - Chissà, quando Eri
sarà cresciuta, potrei essere io
stesso ad allenarla. Mi piacerebbe davvero tanto.-
Era appena calato il
silenzio, in
riflessione di ciò che aveva detto Naruto, quando un forte
gorgoglio fu
avvertito dai presenti. In un attimo, tutti fissarono Eri con
perplessità. La
piccola arrossì e si mise una mano sullo stomaco,
ridacchiando con imbarazzo.
Eh sì, era
ora di cena.
Si stava facendo
sempre più buio.
Kakashi alzò la mano in segno di saluto per
un’ultima volta, sorridendo nella
maschera. Eri ricambiò, girandosi verso il maestro e
continuando a tenere la
mano del papà. Quando ormai la famigliola era lontana,
Kakashi sospirò e
ripensò a ciò che aveva scoperto insieme a Hinata
e Naruto.
Come era abituato a
fare da qualche
anno, si arrampicò su per il palazzo dove viveva, saltando
da una ringhiera
all’altra, per poi fermarsi sul tetto ed osservare la strada
sotto di lui. Il
suo sguardo si soffermò sulle figure lontane della famiglia
Uzumaki.
“Naruto ha
ragione a volere un futuro
felice per sua figlia … ma spero si renda conto che Eri
è destinata a non avere
una vita facile,” cominciò a pensare lui.
“Possiede i geni del clan Uzumaki e
quelli del clan Hyuga; queste due famiglie sono lontanamente
imparentate con il
clan Uchiha e il clan Senju, che a loro volta affondano le loro radici
proprio
in lui … l’Eremita delle Sei Vie della
Trasmigrazione.”
Kakashi si
soffermò proprio sulla
bambina, fissando i suoi lunghi capelli che si muovevano ad ogni passo.
Pareva
così pura e innocente … e in cuor suo, il maestro
si augurò che restasse sempre
così.
“Eri
diventerà una dei più potenti
shinobi della storia ed è probabile che dovrà
affrontare dei nemici
straordinariamente temibili proprio per questo motivo. Naruto, Hinata
…
vegliate bene su di lei.” pregò infine.
Alle sue spalle,
Kakashi avvertì
improvvisamente una presenza nota, seguita da una voce altrettanto
familiare:
- Sono già
andati via … -
Il maestro si
girò e come si aspettava
vide il suo vecchio amico dell’Arte del Legno.
- Tenzo! Qual buon
vento?- disse,
infilando stancamente le mani in tasca.
- Quante volte ti ho
detto che preferisco
essere chiamato Yamato?- ribatté l’altro,
lanciando al collega un’occhiata
storta. - Ad ogni modo, sono passato perché volevo salutare
Naruto, Hinata ed
Eri. Li avevo visti parlare con te, ma avevo prima una commissione da
sbrigare.
Ora che stanno andando a casa, però, penso sia meglio
lasciarli tranquilli.
Passerò nei prossimi giorni a trovarli.-
- Già.
Naruto ha avuto l’ennesima
giornata lunga, piena delle solite scartoffie. È per questo
che ho lasciato
l’incarico a lui dopo qualche anno dalla mia elezione.-
Pur sapendo che era
ironico, Yamato mise
le mani sui fianchi con severità e lo rimproverò:
- Kakashi, sei sempre
il solito.
Rinunciare al titolo di Hokage pur di non doverti occupare di tutte
quelle
pratiche, per poi permettere che sia il giovane Naruto a farlo.
Di’ un po’, non
ti vergogni?-
L’altro
passò mentalmente in rassegna il
breve periodo in cui era stato ufficialmente Hokage. Dopo la tragica
scomparsa
di Tsunade, l’incarico era stato assegnato a lui; dopotutto
già una volta era stato
pensato come suo successore. Il motivo per cui aveva accettato di
diventare
Hokage era il semplice fatto che Naruto non era ancora pronto per
ricoprire una
carica simile. Era troppo giovane e inesperto, aveva prima altro da
imparare.
Con gli anni, Naruto raggiunse una maggiore maturità e
quando Kakashi si rese
conto che il suo ex allievo sarebbe stato un Hokage migliore di lui,
non esitò
a passargli il testimone.
- Piantala, Yamato.-
sbottò quindi lui.
- Sai bene che Naruto merita il titolo di Hokage più di
chiunque altro … e più
di chiunque altro, lui ci tiene.-
- Sì,
stavo solo scherzando. Lo conosco,
infatti non avevo dubbi sul fatto che sarebbe riuscito a cavarsela,
nonostante
non sia adatto per stare in ufficio tutto il giorno.- rise
l’altro, dandogli
ragione.
Kakashi sorrise a sua
volta, tornando a
guardare nella direzione in cui era sparito Naruto. I suoi occhi non
mentivano:
erano pieni d’orgoglio.
- Ma certo, che se
l’è cavata. Come
sempre, d’altronde.-
*
Vi ringrazio
infinitamente per aver letto fino a qui, minna! *-*
Ed ora, l'immagine che vi avevo promesso... è una fanart,
come quasi tutte le immagini che vedrete, ma l'ho trovata molto carina!
La bimba somiglia tantissimo ad Eri! <3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero altrettanto vivamente che
mi lasciate qualche recensione! Mi piacerebbe tantissimo sapere se
è il caso che continui a postare... fatemi sapere!
Ringrazio tutti tantissimo e vi mando un bacio! :*
Eliot
;D
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