polverenera
Oh, piccolo principe, ho
capito
poco a poco la tua vita malinconica.
Per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei
tramonti.
Il Piccolo Principe (incipit cap. VI)
iedi
dinanzi al mare con le mani in grembo.
Solo, minuscolo di fronte all’immensità del mondo,
i raggi del sole ti rigano il volto come lacrime amare.
“Non partirai”,
ti ha detto Doran, giusto prima che tu gli sbattessi la porta in faccia
per barricarti nelle tue stanze. “Dorne non combatterà
un’altra guerra.”
Come ha fatto a convincerti?
Guardi il sole di Dorne tramontare e ti maledici.
Perché Elia è laggiù, è
dove i cavalieri combattono la guerra, dove le spade sibilano, dove la
gente muore.
“Nessun luogo
è più sicuro della Fortezza Rossa.”
Nella tua testa, il tono di Doran è duro, è
distante. Nella tua testa, Doran non è un fratello ma un
principe che difende la sua gente.
E lui che è tanto potente, lui che nonostante tutto ammiri e
ami come il padre di cui non hai memoria, lui dimentica Elia e difende
Dorne.
È talmente grande, Doran Martell.
Tu, tu sei piccolo quanto una nave in mezzo al mare che tanto ti perdi
a rimirare. Un’insignificante imbarcazione sulle acque di un
gioco che ti vuole annegare.
Perché non corri a prendere Elia?
Salva lei, salva i suoi
figli.
Continui a ripetertelo, piccolo principe, ma i tuoi piedi non si
muovono, la tua anima giace fissa davanti a un abisso d’acqua
e pensieri.
Rimani immobile a guardare il mare, i tuoi occhi si tuffano nel
tramonto e ci annegano in silenzio senza che tu muova un dito per
salvarli.
Vuoi Elia e vuoi i suoi bambini; li vuoi stringere, vuoi baciare i loro
capelli, sussurrare il loro nome.
Vuoi, vuoi, vuoi.
Quante cose vuoi, piccolo principe;
la Vipera si prende
quello che vuole.
Ma non sei una vipera, in questo momento, sei il piccolo principe che
annega nel mare rosso dei suoi ricordi.
Solo, emaciato, lontano, implori te stesso di ribellarti e ancora
qualcosa ti trattiene, ancora qualcosa ti stringe a sé
dinanzi al mare su quella poltrona su cui hai amato, hai odiato, hai
pianto.
“Elia di Dorne
vivrà”, ti ha detto Doran. “Nessuno farà breccia
nella Fortezza.”
Stingi i pugni e digrigni i denti, mentre il disco solare scende
lentamente verso la superficie limpida dell’acqua. E, quando
il mare si tinge di rosso, quando dinanzi a te non hai più
l’immensità ma il sole della tua stessa casata, le
sue grida ti giungono talmente strazianti da asciugare ogni lacrima.
Non sai dove e non sai perché, ma sai che Elia di Dorne non
c’è più.
Non versi una lacrima, piccolo principe, e ti rannicchi sulla tua
poltrona, le braccia molli in grembo, lo sguardo annegato nel mare.
Un fulmine di stelle ti sveglia e con la sera ti desti: esiti, ma poi
ti alzi e cammini lentamente verso il parapetto del balcone. Fai un
passo, il mondo non si muove.
Non c’è che un guizzo di dolore nei tuoi occhi
vuoti.
Rimani immobile per un istante. Non gridi. Cadi dalla ringhiera come un
albero cade sulla terra.
Assieme al pianto della tua anima, esplode la tempesta.
Note
Ho
un amore duraturo e incondizionato per Antoine de
Saint-Exupéry e non potevo che infilarlo anche in questo
fandom. Scusate, scusate davvero, ma non ho saputo resitere.
Non ho davvero nulla da aggiungere,
si tratta di qualche riga scritta di getto su un vecchio quaderno. Le
righe finali vengono direttamente dal finale del libro di
Saint-Exupéry. Sono state riadattate al contesto, ma
più o meno il succo è quello.
Ringrazio chi ha letto e chi
leggerà, chi si fermerà anche solo a leggere il
titolo e chi invece si sentirà in dovere di insultarmi. Sono
qui per voi, signori B|
Tante pastine e fragoline (?),
Lechatvert
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