Come un Gatto possa essere meglio di Cupido
Tra tutte le cose assurde che Hilary Tachibana avesse mai
visto, l’immagine di Kai Hiwatari che dava da mangiare ad un gatto rientrava
sicuramente nella top ten. Facciamo anche top five. Quell’immagine contrastava
totalmente con quello che lei aveva di lui, con quella dell’asociale, freddo,
distaccato giocatore di bey. Non aveva senso. Forse aveva preso una botta in
testa e ora stava delirando, perché Kai non poteva perdere tempo con un gatto,
giusto? Il ragazzo che lei conosceva, quello troppo preso dal bey per fare
anche solo colazione insieme a loro, o sprecare due parole per rispondere ad
una domanda, stava dando da mangiare ad un gatto. E lo accarezzava pure. Kai
stava accarezzando un gatto… e non sembrava nemmeno infastidito dalla cosa,
anzi sembrava quasi rilassato. Kai rilassato, e che accarezzava un gatto. Si,
Hilary stava decisamente delirando. Ma quella scena la vide anche la sera dopo,
e quella dopo ancora, sempre uguale. Kai, nel giardino del dojo, con un gatto.
Per un’intera settimana vide quella scena ripetersi, quando una sera, presa
dalle curiosità, decise di avvicinarsi al blaider e cercare di capirci
qualcosa.
-Come si chiama?-
Kai si limitò a guardarla, senza risponderle.
-Lo sai che è buona educazione rispondere quando ti viene
fatta una domanda?-
Per tutta risposta Kai rimase ancora in silenzio. Almeno quel
lato del suo carattere continuava a combaciare con quello che lei conosceva.
-Ti da fastidio se mi siedo qui con te?-
Ancora silenzio.
-Lo prenderò come un si-
Rimasero in silenzio per un tempo che ad Hilary parve
infinito. Per cercare di fare qualcosa, Hilary allungò una mano verso il gatto,
per cercare di accarezzarlo, ma tutto quello che ottenne fu un gatto
notevolmente infastidito, che le sgusciò via da sotto la mano e si nascose tra
le braccia del blaider della fenice, che si mise ad accarezzarlo.
-Perfetto… non piaccio nemmeno ad un gatto-
-Non gli piacciono gli sconosciuti-
-Ma non volevo mica fargli niente di male… volevo solo accarezzarlo-
Per tutta risposta il gatto le soffiò contro, prima di
mettersi a fare le fusa per le carezze che Kai gli stava facendo.
-Da te si fa accarezzare però…-
-Mi prendo cura di lui-
Hilary alzò gli occhi al cielo. Per poco non si mise a
gridare, quando sentì una massa di pelo appoggiata sulle sue ginocchia. Spostò
lo sguardo verso le sue gambe e fu stupita di trovarci il gatto, tenuto fermo
dalle mani di Kai.
-Cosa stai facendo?-
Chiese visibilmente imbarazzata. Le mani di Kai erano sulle
sue ginocchia. Ok, tenevano un gatto tra le mani, ma erano comunque su di lei.
-Volevi accarezzarlo o sbaglio?-
Hilary fissò Kai
come se gli fosse spuntata una seconda testa.
-Muoviti, o si metterà a graffiare in giro e perderai la tua
occasione-
La mano di Hilary si mosse lentamente. Appena entrò in
contatto con la pelliccia del felino fu stupita si sentirla così morbida. Si
mise a fargli piccole carezze sul dorso, spingendosi lentamente sempre più
verso la testa dell’animale. Il gatto all’inizio infastidito da quelle carezze
piano piano, si rilassò contro la mano della ragazza e quando si mise a fare le
fusa, Hilary si mise a sorridere.
-Grazie-
Disse tutta sorridente a Kai. Per tutta risposta lui si limitò
a fare un piccolo cenno con la testa. Se non fosse stata sera, Hilary avrebbe
giurato di vedere del rossore sulle guance del blaider.
“Impossibile”, si disse, “perché mai dovrebbe essere
imbarazzato?”
Da quel momento in poi, Hilary prese l’abitudine di sedersi
con Kai in giardino a prendersi cura di quel gatto. Non si parlavano molto,
stavano semplicemente lì, ad osservare quel piccolo micetto che si mangiava il
suo cibo, e poi a fargli delle coccole. Il gatto sembrava avere accettato la
presenza di Hilary, e passava le serate a dividersi tra le carezze di Kai, che
comunque rimaneva il suo preferito, e quelle di Hilary.
-Dovremmo dargli un nome, non credi?-
-Gatto va più che bene-
-Non puoi continuare a chiamarlo gatto!-
-Perché no? È quello che è, un gatto-
-Ma non ha senso come cosa!-
-Il gatto resta Gatto-
Hilary sbuffò.
-E se facessimo decidere a lui invece?-
Chiese Hilary, indicando il gatto che ora si stava rotolando
in giardino.
-Perfetto. Gatto, vieni qui-
Appena sentita la voce di Kai, il micio prontamente si
precipitò tra le braccia del blaider russo. Il ragazzo si mise ad osservare
Hilary, un sorriso sarcastico sul volto.
-E va bene, che Gatto sia!-
Fu durante uno degli allenamenti giornalieri dei bladebreakers
che accadde qualcosa di strano. Era iniziata come una classica giornata al
dojo. Max e Takao si stavano allenando sotto la supervisione del prof Kappa,
Rei e Kai erano in un angolo, seduti, a guardare, mentre Hilary stava leggendo
un libro appoggiata ad una colonna del portico. Era tutto normale, fino a
quando un piccolo gatto grigio non fece irruzione, atterrando al centro del
cortile. Le reazioni furono le più diverse. Takao per la sorpresa, cadde a
terra, Max fece un salto indietro, Rei si alzò di scatto, osservando stupito
quella piccola palla di pelo mentre Kai, impassibile come sempre, osservava la
scena tranquillo. Gatto, stupito di tutta quella confusione, rimase a fissare
per alcuni secondi i bey di Max e Takao. Si avvicinò lentamente a Dragoon, ma
in quel momento il bey fece un movimento brusco, spaventando Gatto, che fece un
balzo indietro e si mise a soffiare contro il bey, arruffando tutto il pelo.
Stava per partire all’attacco del bey, quando fu sollevato da terra dalle mani
di Hilary.
-Ora vuoi metterti a graffiare i bey? Lo sai che se lo fai
finisce che ti fai male tu?-
Gatto, per tutta risposta, si mise a miagolare, iniziando a
fare le fusa. Hilary gli sorrise, e si mise a coccolare quella piccola palla di
pelo.
-Hilary!-
urlò Takao.
-Porta subito quel demonio del tuo animale fuori di qui!-
Hilary scoccò un’occhiataccia a Takao.
-Primo, Gatto non è un demonio, e secondo non è il mio gatto-
Disse Hilary, con tutta calma, continuando a coccolare il
gatto.
-Se non è tuo… di chi è allora? I gatti mica si mettono a fare
le fusa al primo che passa!-
Continuò imperterrito Takao.
-Il suo-
Disse Hilary, puntando il dito contro Kai. Tutti i ragazzi si
voltarono verso Kai, che era rimasto impassibile e immobile per tutto il tempo.
Takao, dopo un primo momento di smarrimento, si mise a ridere sonoramente.
-Oh andiamo Hilary, non dire cavolate. Kai con un gatto, ma
figurati…-
Anche gli altri ragazzi non riuscirono a trattenere un
sorriso.
-Vuoi vedere? Gatto, va da papà, su-
Hilary appoggiò per terra Gatto, che si mise a guardare
Hilary.
-Forza Gatto dai. Va da papà, da bravo micetto-
-Hilary andiamo, non c’è bisogno di umiliarti così…-
Ma Takao non fece in tempo a finire la frase che Gatto si mise
a trottare tranquillamente verso Kai. Una volta arrivato dal ragazzo, si mise a
strofinarsi contro la sua gamba, iniziando a fare le fusa. Kai, tranquillamente,
allungò una mano e si mise ad accarezzare Gatto.
-Ora mi credi?-
Disse una sorridente Hilary verso Takao. Senza aggiungere
altro, la ragazza raccolse il suo libro e si avviò lentamente verso l’uscita
del dojo. Prima di uscire, però, si girò verso Kai.
-Ricorda di dargli da mangiare. Se è qui adesso vuol dire che
ha fame-
Kai, per tutta risposta, fece un piccolo cenno con la testa.
-Sono l’unico a non averci capito niente?-
Domandò un allibito Takao rivolto agli altri.
-E poi scusate, da quando voi due vi parlate?-
Chiese rivolto verso a Hilary e Kai. L’unica risposta che
ricevette fu un miagolio.
Quella sera fu Rei a raggiungere Kai invece di Hilary. Lo
trovò seduto in cortile, con gli occhi chiusi. Se non l’avesse conosciuto
meglio avrebbe potuto dire che stava dormendo, invece stava solo meditando. Rei
si sedette accanto al suo amico.
-Così tu e Hilary avete deciso di adottare un gatto, è?-
Chiese il cinese. Kai si limitò a guardarlo.
-Non c’è bisogno di essere così sulla difensiva...-
-…-
-Va bene. Ma se ne vuoi parlare, sai dove trovarmi-
Rei fece per andarsene, ma fu fermato dalla voce di Kai.
-Hilary non c’entra. L’ho trovato io-
-Quando?-
-Un paio di mesi fa. Era nascosto in mezzo ad un cespuglio e
aveva fame. L’ho preso e l’ho portato qui e gli ho dato da mangiare. Lui poi ha
continuato a venire e da allora me ne prendo cura-
-Non sapevo ti piacessero i gatti-
-Non mi piacciono i gatti… ma questo non è male-
Disse Kai. Rei si mise a ridere
-Sai che credo che questa sia la conversazione più lunga che
io e te abbiamo mai fatto?-
Kai lo guardò male.
-Scusa, non volevo offenderti-
Rimasero in silenzio per alcuni minuti.
-Il gatto dov’è stasera?-
-Se ne è andato…-
-Capito-
-È stato qui per un po’ poi ha visto che non c’era lei ed è
andato via-
-Parli di Hilary?-
Kai annuì.
-Sai sono stupito. Insomma, tu e Hilary, qui ogni sera, da
soli…-
-Cosa vuoi dire?-
-Niente… solo che è strano-
Kai guardò Rei.
-Non vorrai insinuare…-
-Si. Insomma, quando mai tu e lei avete passato del tempo
insieme? Mai. E ora vi prendete cura di un gatto?-
-Non facciamo niente di male. Non parliamo nemmeno-
-Ma stai comunque molto tempo con lei-
-…-
Restarono in silenzio per il resto del tempo. Kai silenzioso e
pensieroso, Rei visibilmente divertito. Certo, il suo amico era un genio per
quanto riguardava il bey, ma in quanto a capire se stesso era proprio un
imbranato.
Il giorno seguente iniziò come tutti gli altri, con la sola
differenza che, anziché aver dormito lì ed essere con loro dalla mattina
presto, Hilary arrivò a metà mattina, ad allenamento già iniziato. Si sedette
accanto a Rei, e iniziò a parlare con lui. Quando Gatto si fece vedere, di
nuovo, anche quel giorno, nessuno sembrava stupito più di tanto. Gatto andò
direttamente da Hilary, e le si acciambellò sulle gambe, iniziando a fare le
fusa.
-Credo tu gli sia mancata ieri sera!-
-Anche lui è mancato tanto anche a me. Ti è mancata la mamma
Gatto?-
Hilary strofinò il suo naso su quello di Gatto, che si mise a
fare ancora più fusa del solito.
-Perché continui a chiamarlo gatto? Non ha un nome-
-Perché è il suo nome. Si chiama Gatto-
Rei guardò sconvolto Hilary, che alzò le mani in segno di resa
-Non guardare me così. Ringrazia il tuo amico-
-Gatto è perfetto per lui-
I due ragazzi si voltarono, e videro il blaider della fenice
dietro di loro. Appena Gatto vide Kai fece un salto, e dalle gambe di Hilary
passò alle braccia del russo.
-L’hai veramente chiamato Gatto?-
-Se lo chiamo così lui viene-
-Ma povero animale!-
Kai si sedette accanto ad Hilary.
-Non iniziare Rei, è una partita persa. E poi a Gatto piace
come nome…-
Rei guardò prima Hilary, poi Kai e infine il gatto. A quel
punto si alzò, e si avviò verso il centro del cortile. Prima però, si voltò
verso i suoi due amici. Hilary si era leggermente girata verso Kai, e stava
cercando di riprendersi Gatto, ma Kai lo teneva stretto, e spostava sempre le
mani in modo da non farglielo prendere.
-Dai, dammelo. Voglio tenerlo io-
-Gatto è mio e lo tengo io!-
-Andiamo Kai! Poi tu non devi allenarti? Lo tengo io-
Ma Kai non lo mollava. Dopo qualche minuto di battibecco,
Hilary lasciò perdere, scoccando un’occhiataccia al blaider e anche a Gatto,
che aveva preso a fare un sacco di fusa al suo padrone. Kai, invece, sorrideva
divertito e compiaciuto di avere ottenuto ciò che voleva.
Rei scoppiò a ridere.
-Sapete ragazzi, visti da qui sembrate proprio una bella
coppia. Chi l’avrebbe mai detto che un gatto potesse fare da cupido?-
Hilary divenne bordeaux, mentre a Kai si arrossarono
leggermente le guance.
-REI!-
Gli urlò Hilary. Rei rise ancora di più, mentre una
imbarazzatissima Hilary gli dava uno schiaffo sulla testa. Ma Rei ne avrebbe
presi volentieri altri dieci, solo per vedere le loro reazioni un’altra volta.
Quella sera, quando Hilary si avviò verso il suo incontro
serale con Kai, cioè con il gatto, era terribilmente imbarazzata.
-Ci vado solo per il gatto. Non ho altri motivi. Se non ci
fosse il gatto me ne andrei a dormire. Figurati se vado per passare un po’ di
tempo con quel musone, taciturno, criptico blaider…-
-Guarda che ti sento-
Hilary fece un salto dalla sorpresa. Seduto al solito posto
c’era Kai.
-Kai, mi hai spaventata-
-Se tu parli e non guardi non è colpa mia-
-Mi hai spaventata comunque-
-Non mi scuserò-
-Figurati se me lo aspettavo…-
La ragazza si sedette per terra sul legno del portico, Kai
invece era appoggiato ad una colonna, braccia incrociate al petto. Rimasero lì,
fermi, senza dire niente per molto tempo. Fu solo dopo un po’ che Hilary si
rese conto che da quando era arrivata, non aveva ancora sentito i soliti
miagolii del gatto.
-E Gatto?-
-Non c’è-
-Oh… non mi sono nemmeno resa conto che se n’è andato-
-Stasera non è ancora venuto…-
-Oh-
-… non credo verrà-
Ancora silenzio.
-Allora io vado. Cioè, insomma, non ho nessun motivo di
rimanere. Non vorrei disturbarti oltre e…-
-Non mi dai fastidio. Puoi restare-
-Bene-
Hilary non sapeva da che parte guardare. Era terribilmente
agitata, e nervosa, e imbarazzata. “Riprenditi Hilary, è solo Kai. Il freddo,
asociale, scorbutico ragazzo di sempre! Va bene, è forse uno dei ragazzi più
belli che tu abbia mai visto e…. aspetta, che cosa? Questa da dove viene fuori!
Hilary, riprenditi” Per cercare di darsi una regolata, Hilary si schiaffeggiò
leggermente le guance.
-Che stia facendo?-
Le domandò Kai.
-Cerco di riprendermi…-
Kai la guardò alzando un sopracciglio. Hilary si voltò verso
di lui, diventando del colore del pomodoro.
-Cioè io… io non mi sento troppo bene oggi. Credo che sia
meglio che vada, prima di fare altre figuracce, come questa. Buona notte Kai-
Tutto quello che accadde dopo fu molto veloce, e confuso.
Hilary si era alzata, e stava andando via, quando una piccola palla di pelo
grigia le passò a tutta velocità sotto le gambe, facendole perdere l’equilibrio
e facendole afferrare la cosa più vicina a lei. Quella cosa era Kai. Così
Hilary si trovò sdraiata sul pavimento, con la schiena dolorante per la botta
subita, e con Kai steso sopra di lei.
-Tutto bene?-
-Si, a parte la schiena-
Disse la castana aprendo gli occhi. Fu in quel momento che si
rese conto di quanto lei e Kai fossero vicini. Mai prima di quel momento aveva
visto così da vicino quegli occhi così particolari.
-I tuoi occhi… sono veramente color ametista!-
Disse Hilary. Kai, in risposta si mise a ridere. Una risata
vera e propria.
-Tu sei… ti rendi conto in che situazione siamo? E tu ti metti
a parlare dei miei occhi?-
e Kai continuava a ridere.
-Perché? Che vuoi dir…-
Hilary non finì la frase perché capì subito. Era sdraiata per
terra con un ragazzo sopra di lei. Divenne tutta rossa in volto, e poi, ferita
un po’ nel suo orgoglio, diede un piccolo schiaffo sulla testa di Kai.
-E questo per cos’era?-
-Stai ridendo di me!-
Hilary cercò di ostentare uno sguardo risoluto nonostante
tutta l’assurdità della situazione. Sentiva fin troppo bene il peso del corpo
di Kai contro il suo, e i battiti furiosi del suo cuore di certo non aiutavano
a farla concentrare o ragionare con calma. Se poi si aggiungevano quegli occhi
così belli che continuavano a fissarla… e perché lui non si muoveva da lì?
-Senti, non è che ti dispiacerebbe alzarti così posso andarm…-
Hilary non riuscì a terminare la frase perché un paio di
labbra si posarono sulle sue. Kai Hiwatari la stava baciando… Kai la stava
baciando! Il suo cervello decise in quel momento di andare completamente offline.
Si ritrovò a baciarlo a sua volta. Kai fece scivolare le sue mani sui fianchi,
mentre lei le intrecciava dietro la nuca di lui. Non si sarebbero mai
allontanati l’uno dall’altra se ad un certo punto, sulle loro guance, non
sentirono qualcosa di ruvido e bagnato. Si girarono e videro Gatto, che li
fissava, decisamente disturbato per il fatto che nessuno dei due gli dedicasse
le dovute attenzioni. Hilary passò una mano sulla testa dell’animale, prima di
concentrarsi di nuovo sullo splendido uomo che stava ancora sopra di lei.
-Credo che Rei avesse ragione oggi… Gatto è stato il nostro
cupido, non trovi?-
Kai non le diede né ragione né torto. Semplicemente annullò
ancora la distanza tra le sue labbra e quelle della castana, e la baciò di
nuovo.
Dall’altra parte del portico, un Rei decisamente troppo
soddisfatto stava guardando la scena. Non sapeva di preciso cosa fosse
successo, ma aveva intuito l’essenziale.
-Kai e Hilary… chi l’avrebbe mai detto?-
Alla sua domanda rispose un miagolio.
-Scommetto che c’è il tuo zampino dietro, vero Gatto?-
Gatto si strusciò contro la gamba del cinese. Rei si chinò,
prese il gatto e si avviò lentamente verso l’interno del dojo.
-Sai Gatto, credo che d’ora in poi avremo un sacco di problemi
in più qua dentro! E tutto per merito tuo…-
L’unica risposta di Gatto fu un miagolio che sembrava
esprimere una sola cosa: soddisfazione.
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Salve a tutti! Eccomi qua con questa storia. L’avevo scritta
molto tempo fa, ma solo adesso l’ho ripresa in mano e ho deciso di pubblicarla.
Adoro il fatto che Kai ami così tanto i gatti, come si vede nella terza serie,
e allora ho deciso di approfittarne e usare l’animale come un piccolo, tenero
cupido!
Ho preferito mettere l’OOC perché mi sono resa conto che forse
Kai non è proprio uguale a quello dell’anime. Diciamo che è per stare dalla
parte del sicuro!
Spero che la storia vi piaccia. Grazie a chi legge e chi
volesse lasciare una recensione, è il bene accetto!
Un bacio grande,
Juls