C'è qualcuno che può rompere il muro del suono? (aka il momento giusto per dire ti amo non è mai il momento gius

di Inathia Len
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C'è qualcuno che può rompere il muro del suono?

(aka   Il momento giusto per dire "ti amo" non è mai il momento giusto per dire "ti amo") 

John, there's something I should say, I've meant to say always and I never have.
Since it's unlikely we'll ever meet again, I might as well say it now.




Partire è un po' come morire. 
Quante volte ha sentito questa frase, quante volte ha riso del sentimentalismo di questo cliché, solo perché non lo capiva fino in fondo?
Ma ora è diverso.
Ora sa. 
E con John davanti a lui, non riesce a dire nulla. 
E come nel peggior film sdolcinato, rivede tutta la tua vita. 
Perché sta per partire. 
Perché sta per morire. 
E rivede ogni singolo istante della sua vita, quella che ha vissuto con John. Perché ora lo sa, quella di prima non era vita, quella di prima non conta. Era solo un susseguirsi di giorni, notti e dì alla rinfusa, alla ricerca disperata della giusta dose di adrenalina che lo tenesse lontano dalla droga. 
E poi è arrivato John, come un dono mandato da quel Dio in cui non ha mai creduto davvero, ma che ha provato la sua esistenza regalandogli l'uomo migliore che un sociopatico iperattivo come lui potesse desiderare di meritare. 
Rivede tutto. 
Dall'attimo che ha deciso tutto, quando gli ha prestato il telefono, alla prima corsa insieme. Le risate, gli screzi. Le rappacificazioni davanti a una candela, quando negavano la realtà. 
Ma partire è come morire, e cosa direbbe se fosse in punto di morte? 
Glielo ha chiesto, una volta, ma la risposta non lo aveva soddisfatto. 
Non avrebbe mai saputo cosa dire, non lo sa tuttora, ma solo di una cosa è certo. Non vuole ricordare le lacrime, i balbettii imbarazzati. 
Vuole la sua risata, perché è quella che lo ha conquistato fin da subito, che si è scavata un posto nel suo cuore. Quando credeva di non averne uno. 
Ed è così che vuole ricordare John, con il sorriso sulle labbra. Su quelle labbra che ora vorrebbe solo baciare.
Anche davanti a sua moglie e a tuo fratello. 
Perché lo ama, solo all'ultimo lo ha capito, anche se è certo di averlo sempre saputo, soprattutto quando, durante i tre anni trascorsi in solitudine, la sua voce era l'unica cosa che preveniva la pazzia. Ma non può dirlo. Non ora. 
Né mai. 
Non è così che funziona tra di loro. 
Solo una cosa esige, alla fine. 
La sua risata, da portare con sé per sempre.
E allora il "ti amo" scivola di nuovo giù per la gola, lontano dalla bocca, lasciando spazio ad altre parole. 

 

 

 

 

Sherlock is actually a girl's name.

 

 

 

 

 

 

Inathia's nook:

Salve gente, ammettetelo, queste mie belle fic strappacuore vi mancavano! 

*la gente si guarda intorno, chiedendosi con chi stia parlando la pazza... cumuli di paglia rotolano per le vie deserte mentre le cicale cantano*

Ok, forse non vi sono mancata così tanto, ma questa fic è nata sul momento e ho comunque voluto condividerla con voi.

E' una Johnlock appena accennata, diciamo che sono tornata alle origini, quando ammiravo le johnlock serie ma non riuscivo nemmeno a scrivere di loro che si tenevano la mano. 

In questa, in particolare, non viene detto se John provi qualcosa per Sherlock, è più che altro un'epifania di quest'ultimo, che solo alla fine riesce a dedurre se stesso e a fare due più due, capendo di amare John.

e......... niente. Ringrazio Johnlock is the way per il betaggio lampo... vi consiglio di passare dalla sua pagina, scrive niente male la ragazza ;) e poi ha una beta che è la fine del mondo (*grida: SONO IOOOOO! la gente: E CHISSENE FREGAAAAAA!*)

Bene, saluti a tutti. Spero vogliate dirmi che ne pensate.


ps: il titolo è preso da una canzone di ligabue che secondo me ci stava troppo

 





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