Allergie

di D SNike
(/viewuser.php?uid=714560)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Jake si fece coraggio, prese tutte le ferraglie che aveva appoggiato alla scrivania e avanzò qualche passo fuori dalla porta. 
Si guardò attorno, nulla di strano, a parte uno stretto coridoio buio, illuminato solo in fondo dalla luce lunare che, come edera, tentava d'entrare da una porta socchiusa, la porta verso la quale avrebbe dovuto dirigersi. 
Sentì Lillo, il suo abbaiare acuto e sforzato costringeva la mente di Jake a pensare a cose orribili.
Dietro la porta della cucina intravide un'ombra che si avvicinava. 
Jake goffamente si nascose nel bagno, situato a destra del coridoio, praticamente la stanza più vicina, socchiuse la porta silenziosamente.
Il rumore della carne squarciata da qualcosa di aguzzo attraversava le orecchie di Jake.
"Lillo" pensò amaramente. Pensiero accompagnato da aspre lacrime.
Gli ultimi boati del cane fu ciò che sentì.
Si voltò verso l'estremità opposta del bagno, ricordandosi della finestrella sopra la vasca. Unica possibilità di salvezza.
Velocemente, con i piedi sopra i bordi della vasca, afferrò la maniglia della finestra, mentre passi pesanti percorrevano il coridoio.
"Maledizione".
Aprì la finestra.
Tentò di aggrapparsi al davanzale ma scivolò per l'agitazione, urtando di schiena contro il fondo della vasca. 
I passi si fermarono.
Attimi di silenzio.
Nel frattempo Jake si era rialzato, ora stava per metà sul davanzale,tentando di scivolare via, fuori di li.
La porta si spalancò.
Sentì un ruggito e passi veloci che si avvicinavano, rimbombavano nella sua mente.
Jake iniziò ad agitarsi come un pesce nella rete. Gridava.
Artigli affilati e spessi afferrarono le gambe, penetrando nella carne.
Percepiva il suo sangue scivolargli lungo i piedi per poi sgocciolare nella vasca.
L'essere lo tirò verso sè -No!- gridò afferrandosi al davanzale.
Gli artigli pungenti fissi nelle gambe non gli davano pace. 
" E' finita" pensò.
Si girò per guardare il volto di quell'orrido mostro.
Vide null'altro che un'ombra sottile che gli sorrideva "Non sembra un pokemon...".
Mollò la presa con una mano, ritrovandosi con il corpo sospeso, mantenuto ad un estremità dalla presa del mostro all'altra dalla sua mano.
Sfilò la cinta dalla tasca ed iniziò a lanciare colpi, non sapendo neppure bene dove, uno gli arrivò sul suo stesso dorso, udiva quella creatura ridacchiare mentre continuava ad avvinghiarsi alle sue gambe, avvicinandosi alle cosce.
Un violento graffio alla schiena e mollò la presa, cadde colpendo il mento sul davanzale per poi sbattere contro la doccia, il sangue che fioccava lungo la schiena era tanto, troppo.
I battiti rallentavano.
Un morso spietato dietro la testa, così potente da frantumargli il cranio fu l'ultima cosa che sentì.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2711139