Ad una ragazza

di Nukuhiva
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Pagine bianche, vorrei
saper scrivere tutto ció che sei.
Scrivere ogni tuo riflesso,
abbandonare me stesso.
Espropriare ogni mio mostro,
attraverso quell'inchiostro.
Una minuta esistenza
per celebrare la tua essenza,
dalla tua anima
oscuramente candida.
Ai tuoi capelli,
stormi d'uccelli
al vento.
Il tuo viso talvolta spento,
le tue lacrime dagli occhi.
Nelle guance bianche, fiocchi
che ornavano il tuo capo
e il tuo tremulo fiato.
Aria fatta donna, e viceversa:
donna fatta aria, una tempesta.
Finisco,
ribadisco
ciò che non conosco,
un profumo di bosco:
mosto, ebbrezza intorno
al sapore del giorno.
Foglie, frutti, rametti
pioggie, sui tetti.
Dovrei dirti, parlarti
comunicarti.
Non vorrei temere,
anche se so di non sapere
l'essenziale.
Sei speciale.
Vorrei, non essere timido
sennò resterai un livido
nei miei ricordi,
quando ormai saranno sepolti.
I miei sogni
dentro scrigni
che non volli aprire,
stupido, infantile.
Perché già sapevo
ch'io sarei stato soltanto un peso.




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