Sorriso sepolto

di holls
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Noi
   


Ho paura, sì.
Ho paura mentre faccio scorrere le mie dita sul tuo corpo, mentre sento il tuo cuore pulsare forte, e non capisco se sia paura o emozione. Sento la tua pelle calda, sento le tue labbra sulle mie, sento i gemiti tra un respiro e l’altro.
Vedo il tuo sorriso malizioso, che, insieme al tuo coraggio, è tornato alla luce un po’ sporco di terra, ma delizioso come sempre; vedo i tuoi occhi voraci, desiderosi, imploranti: mi vuoi. Non c’è paura, nel tuo sguardo: c’è attesa, c’è emozione, forse un po’ di esitazione, ma non paura. Non nei tuoi occhi.
Mi faccio strada dentro di te, mentre studio ogni impercettibile cambiamento, qualcosa che lasci presagire un mio errore - non c’è. Tu socchiudi le palpebre e inarchi la schiena, mentre sul tuo viso si apre un sorriso beato, quello di chi non conosce dolore.
E allora ti faccio mio e mi lascio andare completamente; i tuoi gemiti che aumentano, il tuo respiro che si ingrossa, il mio piacere che cresce a ogni spinta.
Cresce, cresce e cresce ancora; cresce mentre mi baci distratto, cresce mentre mi accarezzi la testa, cresce mentre ti guardo accarezzare il tuo corpo.
È questione di un istante e l’eccitazione lascia spazio alla stanchezza, spossato tutto insieme, come non mi sentivo da tanto tempo, come non ti sentivi nemmeno tu.
Ti abbandono con delicatezza e osservo il tuo sguardo compiaciuto. Le mie labbra sfiorano delicatamente la tua fronte e tu ti lasci andare a un sorriso soddisfatto, senza tracce di pentimento.
Mi lascio cadere a peso morto, accanto a te, e ascolto i battiti farsi meno insistenti, il respiro meno affannato. Tu avvolgi il mio corpo in un abbraccio e mi accarezzi il petto con movimenti regolari, con un’intimità che non sentivo da tempo.
«Sono felice», mi dici. E mi sorridi sincero, un sorriso troppo grande per una bocca così piccola, che non riesce a esprimerlo come vorrebbe.
«Anch’io.»
Infilo le dita tra le tue ciocche bionde e ti gratto la nuca, mentre penso che sì, è arrivato il momento.
«Questo weekend tieniti libero.»
Le tue carezze si fermano; rizzi il capo verso di me, con quei tuoi occhi curiosi.
«Dove andiamo?»
Sorrido.
Sarà una bella sorpresa, Nathan.
 





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