L’amore
è un cencio
fornito dalla natura e ricamato dall’immaginazione.
{Voltaire}
La
voce del mare
~
Ogni tanto
capita di trovarsi da soli davanti
a qualcosa di grande. Immenso.
Ogni tanto capita di chiudere gli occhi e lasciarsi semplicemente
avvolgere da
quello che abbiamo intorno.
Ogni tanto capita di sognare di andare un po’ più
lontano...
E’
così che si sente quel ragazzo, laggiù, in
fondo, lontano da tutto e da tutti.
Quel ragazzo che ha sale fra i capelli bruni e negli occhi gli abissi
marini.
Se ne sta seduto su uno scoglio, le gambe a penzoloni verso
l’acqua e di fianco
un secchio, dei vermi striscianti e una bottiglietta d’acqua
calda da quanto è
stata sotto il sole.
Anche Fideo è sotto i raggi del sole da tempo ormai, ma non
se ne cura.
Ricorda ancora bene la prima volta che suo padre l’ha portato
a pescare…
-Papà!
Dici che abboccheranno tanti pesci?-
-Ahah, ma sicuro figliolo. Il mare brulica di vita, sotto la sua
superficie
cristallina e tranquilla non immagini nemmeno quanto movimento
c’è…!-
-Wow! Ma è fantastico!-
Ed è
vero ma misterioso. Il ragazzo lo sa
bene, è quasi un anno che va a pescare da solo; suo padre
è troppo anziano
ormai, non riesce a stare sotto il sole così a lungo.
Il viso di Fideo è ustionato, le mani piene di vesciche ma
il sorriso persiste
sulle sue labbra seccate dal vento marino.
Fischietta, dando lenza. Sta bene
lì, con quell’odore di mare e quella vista celeste
a inebriarlo.
Ecco spuntare un granchio sullo scoglio proprio sotto di lui.
“Ora si tufferà
in acqua” pensa, e infatti poco dopo il crostaceo sparisce
tra i flutti.
“Fosse
così facile…” sorride, riposando gli
occhi sul grande mare. “Fosse così facile
mi tufferei anch’io e andrei a esplorare là sotto
cosa c’è…”
-Il
mare è un mondo tutto unico e speciale, laggiù ci
vivono
creature che ignorano la nostra esistenza come noi ignoriamo la loro.
Ci sono certi equilibri che bisogna rispettare; le regole son
regole… -
-Eh
sì, le regole son regole…- si ripete,
ogni volta che gli passano per la testa strane idee come questa.
Il mare è sempre stato per lui un compagno di giochi
splendido.
Abitando in una piccolo paesino di pescatori non si può
chieder di più che una
manciata di sale per tenere fresco il pesce e uno scoglio tranquillo
dove
sistemarsi.
Un gabbiano vola a largo, Fideo lo segue con gli occhi.
La canna è pesante, se l’appoggia un poco sulle
ginocchia… “Tanto non
scivolerà” si rassicura.
I gabbiani sono gli uccelli del mare. Sono amici dei marinai, questo lo sa per certo.
Quando era più piccolo c’era per le strade un
vecchio omone tutto tatuato che
sapeva di gin, e raccontava splendide storie di mare e di pirati.
Tutti in verità dubitavano che lui fosse un vero pirata e
avesse vissuto tutte
le avventure che era solito a favoleggiare, ma i bambini amavano i suoi
racconti e anche Fideo li ricorda tutti perfettamente.
Dopo quelle storie, puntualmente andava a scrutare bene il mare
sognando con
occhi da fanciullo di veder apparire dalle nubi di una notte tempestosa
un
vascello dalle vele strappate e procedere disperatamente verso il porto.
Ovviamente non ha mai visto niente del genere, ma molte volte quando il
sol
leone batte forte e gli toglie la veglia, ha fantasticato approdi di un
veliero
di corsari.
Ora invece il mare è piatto e luminoso, il gabbiano ci vola
sopra lanciando,
probabilmente, richiami ai compagni.
Fideo sospira, mentre i candidi uccelli bucano la superficie bluastra
per poi
rispuntare con un pesce nel becco.
“Fosse così facile… Fosse
così facile volerei via anch’io, fino a sparire
laggiù.”
E gli occhi cerulei del ragazzo sono rivolti verso il punto dove cielo
e mare
non si distinguono più. L’orizzonte.
La canna si
tende improvvisamente, il giovane
balza in piedi e per poco non vede la sua canna volar giù
dallo scoglio. “Accidenti,
c’è mancato poco! Devo stare più
attento…!”
Si mette subito in posizione, cercando di dar lenza e aspettando il
momento in
cui il pesce avrà ben piantato l’amo in gola. A
quel punto, uno strattone forte
e avrà un altro bel pesce da portare a casa questa sera.
“Eccoti qui!” Esclama, appena tira su la lenza e il
pesce ancora si dimena
cercando l’acqua.
“Perdonami amico…” Sussura, dando una
botta mirata alla testa
dell’animale che rimane sullo scoglio, umido e morto.
-Questo
è il momento più delicato Fideo. Togliamo la vita
a un
essere che poco prima nuotava e non dubitava che niente di tutto
ciò potesse
accadere.
Ma la vita è questo, è imprevedibilità.
Non la possiamo controllare, così come non la può
controllare qualsiasi altro
essere vivente su questa terra.
La morte ci rassomiglia tutti figliolo. E’ nella vita che
dobbiamo
distinguerci.-
“Papà
diceva che nella morte siamo tutti
uguali… Sarà davvero così?”
Ma a Fideo non piace pensare alla morte quando è a pesca,
perciò dopo essersi
occupato del pesce appena acchiappato torna a sedersi.
Si passa una mano umida
di acqua marina fra i capelli, cercando di impedire a quel ciuffo di
cadere
sempre sulla fronte. E’ molto fastidioso…
Non ha più la canna da pesca in mano, è
soddisfatto del suo bottino e
certamente anche a casa saranno contenti.
Solo che ancora non se ne va. Ancora no.
Rimane seduto a guardare il mare: lui lo chiama “lo specchio
del cielo” e sa
che non è il contrario.
Il cielo non riflette niente, è troppo arrogante e
pieno di sé per far da specchio a qualcosa.
Il mare invece sarà anche un
brontolone ma è buono, sa ripulirsi da solo della sua
sporcizia e guarda sempre
in alto, verso il cielo; il mare punta sempre in alto, mentre il cielo,
che è
già lassù, può solo guardare in basso.
Il cielo non può aspirare a niente, ma proprio
perché è così in alto si sente
superiore.
Il mare invece è pacato e tranquillo, ma dentro
desidererebbe volare in alto
anche lui.
Sua mamma ha sempre paragonato il mare a papà, e anche lui
si è detto d’accordo
in più di un’occasione.
“Ora il cielo si prepara per il suo
arrivo”
ridacchia fra sé il giovane, con lo sguardo fisso ai due
universi blu fra i
quali vive lui.
Ed eccola, la superstar di cielo e mare: il Sole.
Il sole con la sua veste porpora scende lentamente dal cielo, lanciando
spruzzi
d’arancione e di violetto alle nuvolette passeggere.
Il mare da sotto guarda lo spettacolo vermiglio, e
dall’emozione freme e le sue
acque si tingono dei colori del cielo.
Il cielo in questo non può farci proprio niente, il mare
è un grande imitatore.
-Sei il migliore pittore di tutti i tempi!-esclama gioioso Ardena,
immergendo
una mano dentro l’acqua.
“Ma è il sole il vero centro di tutto,
è lui a fornire cielo e mare di tutti i
colori di cui necessitano per dipingere così. Se solo la
smettessero di contendersi
a vicenda l’astro diurno…!” Fideo
scrolla le spalle, ma continua a ridacchiare.
Appena alza gli occhi, qualcosa lo folgora.
Laggiù,
laggiù… Su uno scoglio… In mezzo al
mare…
Non c’è forse qualcuno?
Fideo si sporge,
cauto ma curioso, cercando
di vedere meglio.
Il sole lo abbaglia…
S-Sì!
Sembra proprio una ragazza… Ma cosa ci può fare
una ragazza così a largo, su
uno scoglio, da sola…?
E nel silenzio
del tramonto, dolcemente come
lo sciabordio delle onde contro gli scogli, si alza un canto.
Soave, melodioso, trasportato dal vento, sfiora il giovane come una
carezza.
E lui rimane così, immobile, perso in chissà
quali pensieri. In chissà quali
silenzi…
Uno
spruzzo d’acqua. Uno spruzzo di sole.
E mentre la luce del giorno si spegne nelle oscurità marine,
una creatura
adagiata su uno scoglio in lontananza si tuffa fra i flutti.
Illuminata dai
raggi dell’ultimo sole, una pinna verde e
null’altro.
Il sole è calato.
Fideo
è un ragazzo come tanti altri nel suo
paese.
Una canna da pesca in spalla, un secchiello pieno d’acqua
marina e alcuni pesci
e l’odore di salsedine fra i capelli.
I suoi occhi sono blu, colore del mare.
Ma oggi ha un sorriso strano dipinto sul volto.
Un sorriso che suscita meraviglia fra le gente che incontra passando
per il
porto.
Un sorriso che potrebbe essere quello di bambino che scopre il mondo.
Un sorriso che potrebbe essere quello di un ragazzo che scopre
l’amore.
Ogni
cosa intorno a noi ha una voce e un colore.
Il colore del cielo è l’azzurro candido delle
nuvole.
La voce del cielo è lo stridio dei gabbiani.
Il colore del mare è il blu offuscato degli abissi.
E quel canto… Quel melodioso canto che ho
sentito… Quello era la voce del mare?
Angolino del mare
Ma
buongiorno bella gente <3
Piaciuta
la shot? Spero di sì ^^
Come
già scritto nella presentazione è tutta dedicata
a S m i
l e y S u n
per il suo
compleanno~
Tanti
auguri tesoro <3
Ho
fatto il possibile per rendere la shot credibile, ma non essendo molto
esperta di ambienti “marini” mi sono dovuta
arrangiare ^^
Lascio
la parola a voi, oh anime pie che avete gradito ciò uwu (?)
A
presto, e un forte abbraccio alla festeggiata <3
Sissy~
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