THIRD SEASON
Ho sempre odiato i pagliacci.
Miles lo pensa o forse lo dice, non sa. È troppo preso a salvarsi la pelle per soffermarsi troppo su un solo pensiero.
- SONO TROPPI, MILES! CHE FACCIAMO ADESSO?
È Bass che urla, sprangando la porta con il fucile ormai scarico. Hanno finito i colpi lungo la strada.
Non sanno cosa sia successo, non sanno perché diamine una folla
sterminata di gente li abbia seguiti e circondati e costretti a
rintanarsi in quel buco. Li hanno visti arrivare, come una legione
infernale, dall'alto di una torretta di Willoughby. Hanno raso al suolo
la cittadina e hanno continuato la loro marcia, imperterriti. Anzi, no,
non imperterriti: vuoti. Come posseduti.
Miles non poteva metterci la mano sul fuoco, ma avrebbe scommesso che fosse opera dei nanorobot.
Lui e gli altri avevano raccolto tutto quello che potevano ed erano
fuggiti. A circa una trentina di chilometri dalla città, un
corteo di quelle cose li aveva circondati e costretti a separarsi.
Avevano visto Charlie oltrepassare una recinzione senza particolari
difficoltà e sparire dall'altro lato, mentre Rachel e Aaron
erano scomparsi in chissà quale direzione.
Loro due erano rimasti insieme.
- Dobbiamo uscire da qui.
Bass ride, nervoso e con una punta di sarcasmo rassegnato nella voce.
Sussulta, assorbendo gli urti che giungono dall'esterno, la folla che
spinge, contro la porta e contro le sue spalle, mentre cerca di
puntellarsi contro la fragile intelaiatura per non farla cedere, le
mani strette sugli stipiti. I ganci del fermaporta stanno cedendo, la
serratura esploderà e il fucile cadrà a terra, e non
potranno più fermarli.
- E come? Saranno arrivati anche sul retro ormai! Mi dici che diavolo hai in mente???
Lo sapeva che non avrebbero dovuto abbassare la guardia.
Bass aveva preso la storia dei Patrioti molto sul serio, e averli tolti
di mezzo lo aveva riempito di soddisfazione. Pensava al dopo, pensava a
un possibile futuro.
Pensava che, nella tranquillità assoluta che sarebbe seguita,
avrebbe avuto tutto il tempo e la possibilità di riprendersi
Miles, di ricucire tutti gli strappi, di dimostrargli che la fiducia
che gli aveva concesso stavolta non sarebbe stata tradita.
Aveva pensato a un sacco di cose, ma poi...
Miles si guarda attorno, anche se nella semioscurità
dell'edificio è quasi impossibile orientarsi. Sente Bass gemere
nel tentativo di resistere, e il legno cedere, con un rumore sinistro.
Non sa per quanto ancora potrà reggere.
Troppo poco, comunque.
- Dev'esserci un modo... - sussurra, rivolto più a sé
stesso che a Bass, sudato e stanco, artigliato alla porta con il cuore
in gola. Sente il battito impazzito premergli nelle vene. Ci saranno
miliardi di modi per morire, pensa. Non voglio finire squartato da
un'orda di zombie stronzi.
Bass lo richiama, esausto, quando vede Miles allontanarsi nel buio.
- Ehi! Miles, aiutami, cazzo! Dove vai?
L'altro riappare per rassicurarlo.
- Tieni duro, va bene? Vado a dare un'occhiata qua dietro, ho un'idea.
Dice soltanto questo, prima di dissolversi nell'ombra. Bass impreca, rimasto solo, mentre i mostri là
fuori continuano a tirare e spingere e graffiare e tirare calci e pugni
e spallate per entrare, e lui è solo, porca miseria, solo contro
una porta marcia e senza uno straccio di arma... Chiuso all'angolo
proprio quando pensava che le cose si fossero finalmente messe a posto.
Che stupido.
La voce di Miles lo riporta alla realtà.
- BASS!
Si volta verso di lui. Ha l'aria di uno che ha vinto alla lotteria.
- C'è una mezza dozzina di bombole di gas, qua dietro, - lo informa. Un ghigno vendicativo si allarga sul volto di Bass.
- Oh sì.
Non hanno bisogno di parlare, non hanno bisogno di spiegarsi.
È chiarissimo a tutti e due che l'unico modo di sopravvivere in
quella situazione è farli saltare tutti in aria.
Miles, a poco a poco, sostituisce la presa di Bass con un vecchio
tavolaccio di legno, massiccio e pesante, che spinge contro la porta
permettendo all'altro di muoversi liberamente. Il tavolo sussulta e le
gambe stridono sul pavimento, mentre ancora l'assembramento di gente
dagli occhi vuoti continua a martellare e scuotere, e per un attimo
Miles e Bass si guardano inorriditi.
Hanno una sola possibilità di salvarsi, ma ci vorrà qualche minuto,
e non sanno se hanno sufficiente tempo a disposizione. Si precipitano
nell'altra stanza, cercando di fare tutto il più velocemente
possibile.
Sigillano le finestre con nastro isolante e stracci, poi Bass apre
l'ultima cartuccia calibro 12 rimasta nel fucile di Miles e
ammonticchia la polvere da sparo in un angolo, sul pavimento. Hanno
bisogno di una corda che faccia da miccia e magari di un po' di
benzina. L'unica cosa che trova è un gomitolo di spago e una
bottiglia di Jack Daniel's. Non sa se prenderà fuoco, ma tanto
vale provare.
Miles intanto svita le valvole, apre il gas. L'odore intenso e
penetrante si spande nell'aria, investe i polmoni. Hanno sigillato le
finestre per impedire al gas di uscire. Quando la stanza sarà
satura, divverrà un'enorme bomba di mattoni.
Agiscono senza riflettere troppo, anche se non sanno assolutamente cosa
potrebbe accadere di lì a poco. Potrebbero non essere
abbastanza lontani quando la miccia accesa raggiungerà la polvere da
sparo e la scintilla prodotta regirà col gas facendo saltare
tutto. Potrebbero venire accerchiati, afferrati, trascinati in mezzo
alla folla. Potrebbero accadere un sacco di cose spiacevoli.
Potrebbe essere l'ultima volta che si rivolgono la parola.
Per questo, mentre inzuppa di alcol la miccia, Bass dice quello che deve dire.
- Sappi che mi dispiace per tutto quanto. Mi dispiace per tutto
il tempo che abbiamo passato separati. Mi dispiace non averti dato
ragione. Mi dispiace averti fatto del male. E mi dispiace non averti
detto abbastanza che ti amo...
I colpi sordi contro la porta infuriano come una scarica di tuoni, come
granate che esplodono. È come essere tornati in trincea.
Miles si volta. Ha sentito quello che Bass gli ha detto. E vuole che
sia tutto chiaro, se davvero quella è l'ultima volta che
può chiarirsi con lui.
- E tu sappi che non ce l'ho mai avuta con te. Avrei voluto aiutarti
invece di assalirti, avrei dovuto proteggerti invece di abbandonarti, e
non me lo perdonerò mai. E se stiamo per andare all'inferno sul
serio, ora, voglio che tu sappia che non ho mai smesso di amarti. -
Appena il tempo di un respiro. - Ti amo anch'io, Bass.
La trappola è finita, si alzano. Si guardano negli occhi. Hanno
perdonato tutti gli errori, hanno cancellato tutti i passi falsi. Si
amano e basta.
Si abbracciano e si baciano come se non ci fosse un domani.
Letteralmente.
- Sei pronto?
Bass annuisce.
Sguainano le spade. Devono riuscire a crearsi un varco e allontanarsi
il più in fretta possibile, prima che l'edificio salti e li
spazzi via per sempre.
La porta sul retro si apre con un chiavistello, ma è arrugginito e il rumore attira quei cosi, come un sonaglio per una cucciolata di gatti.
Non c'è più tempo per pensare, per rimpiangere, per esitare, ora.
Bass getta a terra il fiammifero.
Si gettano nella mischia e corrono.
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Nota:
Dal momento che, molto stupidamente,
la NBC ha deciso di non rinnovare Revolution per una terza stagione, ho
pensato di scrivere un'ipotesi di quello che avremmo potuto aspettarci
da una prima puntata incentrata sui tizi che abbiamo visto camminare,
compatti e "zombificati", nell'ultimo episodio della serie.
Peccato che non sapremo mai come andrà a finire, perché
una minaccia "di massa", come questa, avrebbe potuto aprire scenari
mooolto interessanti. Avremmo potuto aspettarci il ritorno dell'energia
per una guerra vera e propria, con tanto di carriarmati arrugginiti che
tornano a marciare per le strade, oppure una svolta fantascientifica -
e magari il debellamento definitivo dei nanorobot.
Senza contare che ci sono ancora un sacco di elementi che il finale non
ha assolutamente risolto e che non mi piace la piega che il rapporto
tra Miles e Bass ha preso. Voglio dire, venti episodi solo per non
farli odiare più, e poi? Poi non si sa. Però, siccome
nella FF posso far andare le cose come voglio, ho deciso di rimetterli
insieme una volta per tutte perché secondo me sono una coppia
stupenda :)
Grazie a chi leggerà!
A.
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