PROLOGO
Sangue, devastazione, morte...
Le parole che preferiva fra tutte.
Di fronte a sé vedeva solo il rosso, quel colore abbagliante
lo circondava. Ciò che aveva davanti era il suo capolavoro personale, lui era
il macabro pittore che aveva fatto tutto questo.
Tutto era infuocato, le fiamme lambivano la vegetazione
dando la luce adatta a tutto ciò che lo circondava. Il sangue nemico che
macchia la sua preziosa spada, suo pennello personale che aveva permesso di
creare tutto questo.
Lo avevano invocato e
lui era lì per giocare con loro a quel gioco di morte.
Il mortale ai suoi piedi si contorceva di dolore sulla terra
bagnata del suo stesso sangue e dalle sue stesse carni. Le sue grida erano
troppo acute e agonizzanti, gli davano fastidio.
Affondò l’enorme spada, la sua Tessaiga, nel petto
dell’uomo, riducendo in poltiglia con un movimento rapido tutti gli organi
vitali presenti l’ì dentro e l’uomo stesso. Seccato, si girò nuovamente verso
il suo spettacolo notando che finalmente stava arrivando l’alba.
Lui era lì, stava
facendo quello che più amava nella sua vita.
Sorrise, presto sarebbe arrivata un'altra ondata di esseri
inutili ad alimentare la sua opera: non c’erano ancora abbastanza cadaveri
intorno a lui, per non parlare del fatto che lui preferiva veder il sangue
schizzare via dal corpo piuttosto che vederlo a terra immobile.
Delle grida di uomini che si lanciavano l'un l'altro come
carne da macello diede conferma ai suoi pensieri e poco dopo li vide.
La Guerra era un’Arte.
Si mise in posizione mentre vedeva dei folli che osavano
sfidarlo, sicuramente non sapevano chi era. Corsero verso di lui una ventina di
persone, ma erano tutti troppo lenti e se c’era una cosa che lui odiava era la
lentezza. Con un salto si precipitò in mezzo al piccolo plotone e muovendo
appena la sua arma tranciò di netto due uomini. Il sangue schizzò via dai loro
corpi fra grida di morte e terrore, provocando la gioia dell’essere, mentre i
restanti uomini capivano finalmente chi si trovavano davanti.
Lui era il Dio della Guerra.
I suoi cappelli argentei erano velati di sangue come le sue
vesti. Gli stessi occhi erano color del sangue. Il sorriso sadico che rivolse
loro mostrava due acuminati canini. Non pensava a nient’altro, solo a
sterminare gli esseri umani di fronte a lui. Si concentrava solo e unicamente
ad affrontare il nemico.
Lui, Inuyasha.
Salve a tutti! Finelmente ho trovato la forza di pubblicare questa mia fanfiction. Non so chi saranno i pazzi che lo leggeranno, ma sarò contenta di qualsiasi commentino e critica! Spero di avervi, almeno un pò, intrigato col prologo. Siate clemennti, è il primo lavoro che pubblico!
Arrivederci al primo capitolo!