Questi personaggi non mi
appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi
Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di
lucro.
Questa raccolta è una collaborazione di Mirella__
e
Scintilla19
At First Fight
- Chi sarà il
primo a colpire? -
Sviste...
La vista
è forse il più
importante dei cinque sensi dell’uomo poiché
spesso è il più utile ed immediato
per stabilire un contatto con le persone che ci circondano.
Non a
caso, esistono alcuni modi
di dire, come “amore a prima vista” o
“sparare a vista”, esemplificativi di
quanto la vista sia, alle volte, fondamentale.
Si dice
infatti che il primo
sguardo sia decisivo per capire una persona, e tra Light e Ryuzaki di
sguardi
ce n’erano stati fin troppi per non farsi un’idea
di come ci si volesse
rapportare all’altro; in parole povere, se spararlo a vista o
saltargli addosso
nel senso meno pulito del termine.
Il fatto
era che Light e Ryuzaki
si adattavano perfettamente ad entrambi i modi di dire di cui sopra, ma
non
l’avrebbero mai ammesso neanche sotto tortura per ovvi motivi
di coerenza con
se stessi e con le loro identità vere o presunte, per questo
tra loro si era
instaurata una sorta di sfida all’ultimo sangue per stabilire
chi fosse il
migliore, che altro non era che una trasposizione del reciproco
desiderio di
dominazione sull’altro, nel senso più sporco del
termine.
E dunque,
quando ebbero
l'opportunità di convivere, il desiderio di
“battere” l'altro, non solo aveva
perso una “s” per strada, suonando così
molto meglio, ma raggiunse anche
livelli inauditi.
Ogni
minima cosa diventava
oggetto di competizione: da chi riuscisse a tenere in piedi il
ragionamento più contorto anche contro ogni buon senso, a
chi elaborasse il
piano più cinico e privo di scrupoli per catturare Kira, per
finire con strenue
sessioni private di lotta libera, spontanea conseguenza di ogni sfida
intellettuale
finita in parità.
Una
mattina, i due ragazzi si
presentarono a lavoro conciati veramente male: Ryuzaki aveva un occhio
nero e
Light il sopracciglio e il labbro spaccati, per non parlare di altri
segni di
pizzicotti e botte varie sul resto del corpo, che non erano visibili
perché
coperti dagli abiti.
«Ma
che vi è successo?!» esclamò
preoccupato il sovrintendente Yagami quando vide suo figlio e Ryuzaki
così
ridotti.
«Sono
scivolato nella doccia»,
«sono caduto dal letto», mentirono i due
all'unisono, sotto lo sguardo
perplesso del sovrintendente.
«Siamo caduti dal
letto», «Siamo
scivolati nella doccia», si corressero subito
dopo in coro, mentre il
sovrintendente passava lo sguardo scioccato da uno all'altro.
I due
alzarono gli occhi al
cielo, sbuffando.
«È
come dice lui» dissero
indicandosi a vicenda, e si avviarono zoppicando alle loro postazioni
senza più
rivolgersi la parola, mentre Watari portava una camomilla al povero
sovrintendente sconvolto dalle dichiarazioni dei ragazzi.
«Non
si preoccupi, son
ragazzi...» disse il maggiordomo, porgendo la tazza al signor
Yagami.
«Appunto»
fu la sola risposta del
sovrintendente.
Era ormai
chiaro a tutti che
Light e Ryuzaki avevano litigato, infatti nell'aria aleggiava una
tensione
palpabile che rendeva nervosi tutti quanti.
Matsuda
rovesciò il caffè sui
documenti ben due volte, quella mattina, Mogi aveva quasi preso a pugni
Aizawa,
che attaccava briga con tutti più del solito, e il
sovrintendente Yagami aveva
sudato letteralmente sette camicie per la tensione che si era
accumulata in
quella stanza.
Watari,
intanto, aveva preparato
camomilla per tutti al posto del solito caffè, ma non
servì a nulla, perché
Light e Ryuzaki, non avendo più la forza di malmenarsi,
avevano tacitamente
cominciato un nuovo tipo sfida.
Tutti gli
agenti accolsero con un
respiro di sollievo la pausa pranzo, grazie alla quale potevano
finalmente
allontanarsi qualche manciata di minuti da quei due.
Light e
Ryuzaki, invece, rimasero
lì seduti tutto il tempo, senza dire una sola parola o
accennare un minimo
movimento. Nonostante i muscoli gli dolessero e avesse bisogno di
sgranchirsi
le gambe, per come stavano le cose in quel momento, Light non si
sarebbe mai
umiliato chiedendo a Ryuzaki se per favore poteva alzarsi almeno cinque
minuti.
Se quello sgorbio riusciva a stare fermo immobile per ore, ci sarebbe
riuscito
anche lui, e mille volte meglio. Gli avrebbe dato una bella lezione di
umiltà.
Ryuzaki
aveva indubbiamente un
grosso margine di vantaggio, visto che la maggior parte della sua vita
l'aveva
sempre trascorsa in quel modo, ma questo per Light rappresentava
soltanto un
incentivo in più a batterlo.
Watari
portò anche a loro una
tazza - che era quasi una pinta - di camomilla, sperando che si
calmassero.
Light non
aveva nessuna
intenzione di toccarla, in quel momento non avrebbe assunto
né cibo né acqua,
concentrato com'era a vincere quella muta competizione con
l'avversario,
figurarsi bere quella quantità assurda di camomilla che gli
avrebbe provocato
solo inutile sonnolenza.
Ma il
detective non sembrava
dello stesso avviso, perché ad un certo punto prese tra le
mani la sua tazza
fumante e la mandò giù tutta come se nulla fosse,
guardando l'altro con palese
aria di sfida.
Light
cercava di non mostrarsi
troppo turbato dal comportamento del detective. Voleva il gioco duro?
Lui
avrebbe fatto altrettanto, se non meglio.
Prese a
sua volta la sua tazza e
la scolò tutta in pochi sorsi, scottandosi la lingua e
reprimendo i conati per
il sapore dolciastro della bevanda.
Tuttavia
si sentì soddisfatto
quando batté la tazza vuota sul tavolo, sogghignando allo
sguardo
apparentemente impassibile di Ryuzaki.
Subito
dopo rientrarono gli
agenti, e i due ragazzi tornarono ai rispettivi lavori senza
più guardarsi.
Le ore
del pomeriggio trascorsero
più lentamente del solito, o almeno così parve a
Light, che strenuamente
resisteva al sonno provocato dalla camomilla e al fastidio dei muscoli
tutti
anchilosati. Ryuzaki, dal canto suo, non sembrava risentire
particolarmente di
quegli effetti collaterali, ma sotto sotto, anche lui cominciava ad
innervosirsi per quella situazione. Tuttavia, non avrebbe mai fatto il
primo
passo chiedendo a Light di smetterla con quella stupida competizione
senza
senso. Al massimo, avrebbe fatto qualcosa per spingerlo al limite delle
sue
possibilità e costringerlo alla resa.
Scoccò
uno sguardo obliquo in
direzione dell'altro e si accorse che anche lui lo stava osservando di
sottecchi. Sobbalzarono entrambi, per poi darsi un tono e ricomporsi.
«Qualcosa
non va, Light-kun?»
chiese il detective con fare casuale.
«È
tutto a posto, Ryuzaki,
grazie» rispose educatamente l'altro.
«Non
mi sembri molto in forma»
continuò il detective, «ecco, tieni, prendi un po'
d'acqua» disse porgendogli
un bicchiere colmo d'acqua fresca.
Il
ragazzo rifiutò garbatamente,
ma si vide costretto ad accettare quando l'altro cominciò a
sorseggiare il suo
bicchiere colmo, guardandolo nuovamente con aria di sfida.
Sfida che
Light immediatamente
raccolse.
«Ripensandoci...»
disse
afferrando un bicchiere, «un po' d'acqua non può
che farmi bene» disse dopo
aver riempito il suo bicchiere. Svuotò anche quello in pochi
sorsi, fissando
l'altro negli occhi, che a sua volta controllava che lo finisse tutto.
Light
sbatté il bicchiere vuoto
sul tavolo, ingoiando l'ultimo sorso d'acqua e asciugandosi le labbra
col dorso
della mano. Ryuzaki sollevò le sopracciglia con scettica
ammirazione, per poi
voltarsi e riprendere il lavoro che aveva lasciato.
Da quel
momento, la stessa scena
si ripeté circa ogni mezz’ora, sotto lo sguardo
preoccupato degli agenti, che
prudentemente si tenevano a una certa distanza dai due, lasciandoli
fare.
I minuti
scorrevano lenti, mentre
i due sfidanti resistevano eroicamente alla stanchezza, al sonno e alla
vescica
fin troppo piena. Tuttavia nessuno dei due sembrava voler cedere per
primo
dichiarando la resa e, benché entrambi avessero smesso da un
po' di lavorare,
rimanevano fissi ai loro posti in attesa che l'altro facesse una mossa.
Gli
agenti non provarono nemmeno
a dissuaderli da quella tortura priva di senso e, a tarda sera, uno
dopo
l'altro, si ritirarono rassegnati nei loro alloggi, lasciando Light e
Ryuzaki
da soli in preda ad atroci sofferenze.
«Allora,
Light...» lo chiamò il
detective con una smorfia, «siamo... ancora qui...»
«Già...»
disse soltanto l'altro,
incapace di aggiungere altro, essendo troppo impegnato a controllare la
propria
vescica. Forse avrebbe fatto meglio a rinunciare agli ultimi tre
bicchieri
d'acqua.
«Non
è che per caso... vuoi...
chiedermi qualcosa?» disse Ryuzaki interrompendo i suoi
pensieri.
Light
capì in quel momento di
avere la vittoria in pugno: Ryuzaki lo stava praticamente implorando di
rinunciare, avrebbe dovuto semplicemente resistere qualche altro minuto
e
finalmente lo avrebbe battuto definitivamente.
«Assolutamente
no» rispose sicuro
Light, incapace di trattenere uno sciocco risolino compiaciuto.
Fu quello
l'attimo fatale.
Light
sbiancò al pensiero di
quello che stava per succedere. Balzò in piedi e
cominciò a correre come un
forsennato verso il bagno, trascinandosi dietro per diversi metri il
detective,
caduto a terra nella sua corsa furiosa.
Ma ormai
era troppo tardi. Light
dovette fermarsi a metà strada, mentre un fiotto caldo gli
inzuppava i
pantaloni, facendolo tremare di sollievo e umiliazione al tempo stesso.
Non era
possibile, se l'era
davvero fatta addosso! E tutto per quella sua odiosa abitudine di
ridere prima
del tempo!
Si
preparò mentalmente ad
affrontare l'imbarazzante sconfitta prima di voltarsi verso Ryuzaki,
disteso da
qualche parte alle sue spalle.
«Ryuzaki...
io...» cominciò a
dire, ma le parole gli morirono in gola quando incrociò gli
occhi sbarrati
dell'altro. Una macchia più scura sui pantaloni di Ryuzaki
gli rivelò che anche
l’altro era nelle sue medesime condizioni.
«Light-kun,
non faremo parola di
questo con nessuno» disse il detective, passandosi una mano
nei capelli
scompigliati. «E d'ora in poi risolveremo le nostre
divergenze in maniera
diversa...»
Ryuzaki
non specificò come
avrebbero risolto le loro divergenze da quel momento in poi, ma le idee
non
mancavano di certo a due come loro.
Dopotutto,
non c’è niente di
meglio di uno sguardo d'intesa e di un imbarazzante segreto condiviso
per
siglare una tregua tra acerrimi rivali e inaugurare le nuove frontiere
della
competizione...
Se solo
avessero prima smesso di
fare a botte, ovviamente!
Avviso
ai gentili lettori
La presente raccolta nasce da uno
scambio di idee tra due stimate (?) autrici del fandom di Death Note,
Mirella__ e Scintilla19.
Le talentuose autrici hanno deciso
di unire le loro forze per ridare gloria e lustro a questo fandom e far
riscoprire ai lettori vecchi e nuovi le gioie della coppia
LxLight.
La presente raccolta
sarà divisa in due parti, la prima scritta da Scintilla19 e
la seconda da Mirella__; quest'ultima provvederà
più avanti a pubblicare la sua raccolta di shot col medesimo
titolo.
Le storie sono auto conclusive,
possono essere lette nell'ordine che più vi aggrada, ma le
autrici consigliano di rispettare quello da loro proposto.
Inoltre, saranno tutte incentrate
su L e Light nel periodo in cui sono ammanettati e finiranno tutte con
un bel calcio o un pugno in faccia, a dimostrare quanto questi due
(secondo le autrici emerite) si amino...
Le shot previste sono sette in
tutto, ma potrebbero aumentare in caso di delirio acuto delle autrici,
ispirazione divina, tempo a disposizione e successo riscosso nel fandom.
Mirella__ e Scintilla19 sperano che le storie siano di vostro
gradimento e vi augurano un buon proseguimento.
Note di Scintilla19
Ebbene, dopo quasi un anno di
latitanza, ritorno su questo fandom con qualcosa di nuovo... Ma nemmeno
tanto.
Questa shot è stata
scritta circa due anni fa per un'altra raccolta. Scartata
perché non mi convinceva al 100%, è rimasta a
decantare tra file e cartelle sperdute, aspettando il momento giusto
per venir fuori. E in tal modo ha trovato una collocazione certamente
più adeguata, dando vita a una nuova raccolta scritta in
collaborazione con Mirella__.
In realtà, se non fosse
stato per lei, non mi sarei mai convinta a pubblicare questa roba...
Quindi, se non vi piace, sapete con chi prendervela... :) :)
:)