Akatsuki's Memories
Ciao!!!
Finalmente
sono tornata con la "famosa" raccolta sull'Akatsuki, che vi
avevo annunciato in "A storm and a friendship"!!! So che vi ho fatto
aspettare un po', ma ho già pronti un po' di capitoli, e poi
c'è stata "My best friend" di mezzo ^///^
Comunque...
l'importante è che ora mi sia decisa a pubblicare...
Innanziutto
due parole su questa raccolta.
L'idea
iniziale era di raccogliere solo le 100 fanfic su Sasori. Poi ho
invece pensato di raccogliere racconti su tutta l'akatsuki, e l'unico
filo conduttore che avranno sarà appunto che ii protagonisti
di
ogni one-shot, drabble, o flashfic saranno proprio gli akatsukini.
Passando a
questo racconto...
è
piuttosto triste nella parte iniziale, ma proseguite fino al fondo, per
favore!!!
***
Titolo:
Nightmare
Raiting:
giallo, penso
Personaggi:
Sasori, Deidara
Genere:
Introspettivo, abbastanza triste nella prima parte.
Avvertenze:
nessuna in particolare, a prte che è una one-shot.
****Capitolo
1: Nightmare ***
La prima lama
trapassò il cuore del suo Danna, e lui non poteva far nulla
per aiutarlo.
Era come
vivere un'incubo.... osservava la scena da lontano, e non
poteva intervenire.
Sasori emise
solo un gemito, e un rivoletto di sangue uscì dalle sue
labbra.
-No...
danna...- mugolò Deidara.
Chiyo, la
nonna di Sasori, sorrise soddisafatta. La kuoichi dai capelli
rosa, Sakura, poggiò le mani a terra, quasi sfinita.
'Possibile che
non provino nemmeno un po' di... pietà?' si
chiese il biondo akatsukino. 'No, Sasori non vorrebbe che qualcuno
provasse pietà per lui' si disse poi, mentre sentiva gli
occhi
cominciare a bruciare per le lacrime.
Il suo Danna
aveva sempre detto che l'arte era eternità, che lui
stesso era arte, e che quindi sarebbe durato in eterno... quindi...
sarebbe sopravvissuto?
La seconda
lama trapassò il cuore di Sasori.
-No...-
esclamò Deidara, rendendosi conto che, per il suo Danna, era
giunta la fine.
Lo Scorpione
cadde in ginocchio, con gli occhi sgranati dallo stupore, lo sguardo
vacuo, e le labbra bagante di sangue.
Della terza
lama che trappassò il suo cuore non ne sarebbe stato
il bisogno, ma ugualmente il freddo acciaio trafisse l'ideogramma.
Improvvisamente
Deidara si sentì più leggero, e libero di
muoversi. Corse accanto al suo Danna, caduto ormai nella polvere.
La nonna di
Sasori, la kunoichi, tutto era sparito. L'unica cosa reale
era il sangue, che rapidamente inzuppò la divisa di Deidara
e
gli macchiò le mani.
-A...avevi
ragione... Deidara...- sospirò il rosso -L'arte...
è qulcosa che... termina... subito.... e io ne sono... la
prova...-.
Era chiaro che
Sasori faceva una gran fatica a parlare, e poi... il Danna che
ammetteva che l'arte era esplosione?
Fra l'essere
battuto da una nonnetta e da una ragazzina e l'ammettere
che si sbagliava sull'arte era indubbiamente la seconda, la cosa che
umiliava di più Sasori.
-Non
è vero, Danna! Io... posso salvarti! Tu mi hai salvato
tante volte... è ora che ricambi, no?- disse il biondino,
con un
sorriso tirato.
-è
inutile Deidara... come... come posso vivere col cuore trafitto?-.
Il biondo non
rispose. Solo una lacrima solcò la sua guancia.
-Ora....
ascoltami. Mi raccomando... sii allegro... non pensare
troppo... perchè pensare fa male...- lo Scorpione
esibì
l'ombra di un sorriso -Sono... queste... le cose importanti. E... non
abbandonare mai l'arte...-.
Deidara
strinse i pugni, disperato per la morte del suo maestro, e per non aver
potuto fare nulla per impedirla.
Sugli occhi
castani di Sasori scese un velo, e poi chiuse le palpebre. Per sempre.
Questo si che
sarebbe stato eterno... un sono eterno.
-Danna....-
mugolò il biondino, cercando di non piangere. Il Danna se ne
era andato.
Aveva sempre
contato sull'appoggio di Sasori, era come un fratello...
qualcuno con cui parlare, scherzare e qualche volta anche litigare...
Qualcuno che
c'è sempre... ma ora... ora...
Ora se la
sarebbe dovuta cavare da solo, nessuno con cui parlare di
arte, nessuno da chiamare Danna, nessun fastidioso rumore di carta
vetrata, niente odore di vernice, niente segatura che riempiva tutta la
camera...
L'unica cosa
che Sasori aveva lasciato al biondino era un gran vuoto nel cuore.
Le lacrime
cominciarono a rigare le guance di Deidara, copiose e amare. Non poteva
finire così...
-Sasori...-
...
...
-Deidara...-
...
...
-Deidara?-
-Deidara!!!-.
Lo Scorpione
scosse il compagno addormentato.... certo che dormiva come un ghiro...!
Il biondo
aprì gli occhi azzurri e lucidi.
-Sasori?-
chiese, con la voce impastate dal sonno.
-Hai avuto un
incubo! Stavi... mugugnado qualcosa... ma non ho capito cosa...-.
-Sei vivo,
Sasori!!- esclamò Deidara, improvvisamente felice.
-Certo che
sono vivo!! Cosa credevi? Che qualcuno mi avesse assassinato nel
sonno?!?-.
-Danna, a Suna
non ci dobbiamo andare! Rinunciamo alla missione!!-
esclamò il dinamitardo, ricordandosi del sogno, o meglio,
dell'incubo che aveva fatto.
Era stato
così... reale... gli aveva lascitato dentro una paura,
un'ansia, che lo stavano opprimendo.
-Ma, Deidara,
si parte domani! Mica possiamo andare da Pain e dirgli:
hem, non vogliamo più andare a Suna! Mandaci qualcun altro!-
disse, logicamnte, Sasori.
Deidara
strinse i denti. Aveva un bruttissimo presentimento... -Sasori, non
possiamo andare a Suna!-.
-Perchè?-.
A volte la
logica di Sasori era... esasperante. 'Non poteva accettare
semplicemente ciò che gli dico? No! Deve porre domande...'
pensò il biondo, che cominciava a sentirsi ancora
più
agitato.
-Ti prego,
Danna...- Deidara non avrebbe mai voluto subblicare Sasori,
ne andava del suo onore... ma quando Sasori era un testone che faceva
troppe domande...
Di certo non
poteva rivelare al suo compagno che non voleva
partire per colpa di un'incubo... Sasori gli avrebbe riso in faccia...
Sasori
borbottò qualcosa, poi attraversò la stanza e si
infilò sotto le coperte del suo letto, dando le spalle al
biondo
che continuò a fissarlo.
Lo Scorpione
si sentiva agitato. Vedere il suo compagno così...
impaurito... lo aveva lasciato... agitato, appunto.
E gli aveva
risposto male.
Ora sentiva
che il biondino lo stava osservando attentamente, e non riusciva a
stare tranquillo.
Lentamente si
alzò, e guardò il compagno rannicchiato nel suo
letto dall'altra parte della stanza.
-E va bene...
vado a parlare con Pain!!- sbuffò, aprendo la
porta. Poi si accorse che indossava ancora il pigiama azzurro e bianco
che usava
per dormire, prese allora la cappa dell'akatsuki e se la
gettò
sulle spalle, incurante dell'orlo del pigiama che sporgeva da sotto, e
uscì in corridoio.
Dopo pochi
istanti Deidara potè udire gli strilli di Pain,
buttato giù dal letto alle 3 di notte, e le urla di Sasori,
che
diceva di non voler andare a Suna e di affidare la missione a qualcun
altro.
Ci fu un
rumore di porte sbattute, e il cigolio dei cardini.
Lo Scorpione
tornò in camera dopo qualche minuto, e sorrise al compagno.
-Tutto a
posto... dal Demone Tasso ci vanno Itachi e Kisame....-.
Deidara non
potè fare altro che sorridere a sua volta e ritornare a
dormire.
****
Yeah!!! Sono
riuscita a finire questo capitolo... che sinceramente mi è
risultato un po' difficoltoso...
E,
sinceramente non sono ancora convinta al 100% della mia "creazione"....
forse l'atmosfera è un po'... cupa...
Comunque...
fatemi sapere cosa ne pensate, per favore... il vostro parere
è... importante... tanto importante... e
SI ACCETTANO
RICHIESTE!!!!!!
(non yaoi,
please!!!!).
Fatemi sapere
se avete qualche richiesta, please, ci terrei tanto *o*
Bye!!!
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