Stella, mia unica stella

di Doomsday_
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Personaggi: Jace, Imogen, Celine
Timeline: Città di Cenere, battaglia sulla nave (+ flashback backstory)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste (Sad!Ending, Death Fiction)
Avvertimenti: Flash, Angst a palate, IC
Note: confronto tra il suicidio di Celine, e il sacrificio di Imogen. Tra il modo in cui Celine si abbandona alla morte (una volta resasi conto che non c'era più nessuno che l'avrebbe protetta), pronta a sacrificare anche la vita di suo figlio, in contrapposizione alla forza cieca di Imogen - o magari l'amore - per cui il sacrificio è stato naturale come respirare.







[478 parole]








Stella, mia unica stella.


Stella, mia unica stella,
Nella povertà della notte sola,
Per me, solo, rifulgi,
Nella mia solitudine rifulgi;
Ma, per me, stella
Che mai non finirai d’illuminare,
Un tempo ti è concesso troppo breve,
Mi elargisci una luce
Che la disperazione in me
Non fa che acuire.

(Ungaretti "Stella, mia unica stella")



Il sangue fluisce a fiotti dai miei polsi, il pugnale ancora stretto in mano. Lo lascio cadere, inorridita, mentre il mio corpo si abbandona a terra, esausto. Jonathan, la mia piccola stella.
I vestiti si macchiano di sangue, mentre la mano percorre la linea del ventre gonfio. Ti sento scalciare, ti sento vivo dentro di me, forte, pronto a lottare per questa vita da cui ti sto sottraendo.
Jonathan, non odiare tua madre. Un sorriso di scherno mi sfugge a quel pensiero. Una madre bambina, una madre troppo giovane che ha ancora lei stessa bisogno di cure.
Le lacrime inondano i miei occhi, oscurandomi la vista. Solo te, stella, vedo, mentre le forze abbandonano il mio corpo.
Stephen è morto. Non c'è motivo per cui io viva. Lui mi proteggeva, lui si prendeva cura di me anche se non mi amava. Non mi amava, ma avrebbe amato te.
Dovrei vivere, per te, per proteggerti, ma la verità è che non so proteggere neppure me stessa. Sono debole, una creatura inutile che non può salvare suo figlio. La morte è l'unica salvezza che posso donarti per tenerti al sicuro, mia unica stella.
Eri la luce della mia piccola felicità, una piccola fiamma di speranza di una futura vita fatta di affetto. Un affetto che non ho mai conosciuto.
Ora sei solamente la luce che illumina il mio più grande dolore.

Il figlio di Valentine, il mio odio che aveva trovato finalmente un capro espiatorio su quel ragazzo così sfacciato.
E poi la vedo. Vedo quella stella sulla sua spalla e tutta la mia vita acquista finalmente un senso.
Ecco il sorriso sfacciato del mio amato Marcus. Ecco la testardaggine del mio piccolo Stephen.
Un groppo si forma in gola. Valentine aveva tolto, aveva strappato, aveva distrutto e ucciso. Valentine mi aveva sottratto ogni cosa. Sentii la ormai familiare sensazione invadermi. Punte di spillo su nervi straziati: un tormento che mai trova requie.
La consapevolezza finalmente si dirama in me, come ghiaccio nelle vene. Ogni cosa rallenta, ogni battito scandisce il secondo e tutto si ferma d'un tratto quando mi accorgo che la morte ti soffia sul collo.
Un altro battito, nuovo ghiaccio dentro il cuore, un altro battito. E come un manto proteggo la tua luce. Un altro battito e la fitta più dolce dentro al cuore.
Il mio petto gronda sangue, colpito dal demone. Sento la vita lasciare queste mie membra stanche.
Una vita. Ti guardo mentre ti inginocchi accanto a me, i tuoi occhi spaventati che brillano dorati come stelle.
« Inquisitrice? » mormori. Neppure adesso riesci a pronunciare il mio nome. Una vita grigia.
Una vita di vendetta, che non ha portato in me alcun sollievo. Mai grande quanto avere la possibilità di salvarti. Mai come donare la mia vita a favore della tua. Quest'ultimo gesto vale più di ogni pena sopportata, più di mettere mano su Valentine stesso.
Quest'ultimo gesto è, per me, trovare finalmente pace in un dolore dissipato dalla tua luce.











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