Non mi
dilungherò troppo dirò solo due cose:
1. Questa fic è stata scritta in base al fiore chiamato
Aquilegia che, a partire dalla sua figura - simile agli artigli di un
aquila - fino ad arrivare al suo significato - capriccio, esibizionismo
ed egoismo, era perfetto per i due personaggi protagonisti, Neji e Kiba.
2. Non sono soddisfatta del risultato, lo ammetto, perché
comprendo alcune cose ma la questione OOC mi è rimasta sul
cosiddetto 'groppo'. Ciò nonostante adoro questa fic e sono
soddisfatta della sua uscita.
Detto questo auguro a tutti una buona lettura e spero di rivedervi nei
successivi due capitoli!
1. Life in Aquilegia
Non importava che venissero prelevati dalle 'normali'
civiltà dove erano nati per essere protetti.
Non importava quanto quella società parlasse di uguaglianza
di diritti e di doveri per tutti gli 'Animali' - quelle persone dal
normale aspetto umano che possedevano la singolare
peculiarità di poter modificare il proprio corpo in quello
di un animale affino.
Non importava.
Perché sempre e ovunque ci sarebbe stato qualcuno di
privilegiato che avrebbe guardato con superiorità chi,
secondo il proprio metro di giudizio, era nato per essere uno schiavo e
Kiba Inuzuka, con la capacità di mutare il proprio corpo un
quello di un cane, era uno di quelli che venivano considerati feccia.
Il ragazzo viveva in quella comunità da ormai un anno e
avrebbe decisamente preferito la 'schiavitù', che gli
avrebbero imposto sua vecchia città, piuttosto che
continuare a vivere nel 'Covo degli Hyuuga' - nome da lui coniato per
chiamare la 'città-rifugio' degli Animali - a stretto
contatto con Neji, l'algido erede maschio dei padroni incontrastati di
quel rifugio.
Questo possedeva la capacità, come tutta la sua famiglia, di
trasformarsi in una maestosa aquila reale, elegante e bella.
Per tutti uno spettacolo per gli occhi, per l'Inuzuka una massa di
esibizionisti, a dimostrarlo anche il fatto che avessero chiamato
quella sorta di città 'Aquilegia' che non era solo il 'fiore
simbolo' degli Hyuuga ma che rievocava anche la loro trasformazione.
In ogni caso, Kiba in confronto a Neji non era niente.
Era il classico 'ultimo arrivato', che non aveva né un nome
importante né conoscenze di spessore: era uno dei tanti.
Eppure, era stato impossibile per Neji non notarlo così come
era stato impossibile per Kiba non finire nel suo letto alla prima
occasione.
Erano diversi come la terra - un carattere irremovibile e serio - e il
cielo - la spensieratezza e la libertà - ma attratti
immancabilmente l'uno dall'altro - nell'orizzonte dove finisce la terra
inizia sempre il cielo che sia stellato, nuvoloso, sereno o tempestoso.
E una sera lo Hyuuga si era fatto trovare sotto la casa del
più giovane e tutto quello che era successo dopo riguardava
soltanto gemiti e urla di dolore e piacere.
Da quel loro primo incontro fino a giungere ai numerosi successivi,
niente sembrava però cambiato.
Fin dall'inizio per Neji era stato solo sesso.
Un piacevole e divertente capriccio.
Sembrava quasi amare quel piegarsi di Kiba alla sua volontà,
accettando ogni suo ordine e ogni sua scelta.
Era esattamente come il cane che rappresentava nella sua
trasformazione. Fedele, sempre pronto ad abbassare la testa di fronte
al suo padrone e a restargli accanto nonostante i maltrattamenti.
E l'Inuzuka lo odiava e lo amava al tempo stesso - era un sentimento
contraddittorio e autolesionista, ma non poteva farne a meno.
Nonostante già sapesse che, presto o tardi, Neji si sarebbe
stancato di lui e che, con i suoi volubili desideri da bambino viziato,
le sue attenzioni si sarebbero spostate verso un altro giocattolo,
più attraente e appetibile, non riusciva a esserne felice.
Sapeva che sarebbe finalmente stato libero - odiava la 'reclusione' che
implicava quel rapporto con il moro.
Sapeva che non si sarebbe più dovuto piegare al volere dello
Hyuuga - odiava il dover accettare tutto a testa bassa.
Odiava tutto di Neji e sapeva che non avrebbe più avuto a
che fare con lui una volta che tutto sarebbe finito però a
Kiba piacevano quelle sensazioni che provava con lui, tanto da non
poterne fare a meno.
Adorava le mani che lo spogliavano, le labbra che lo baciavano, il
corpo che lo possedeva e anche il profumo fresco e dolce che lo
circondava e che gli restava addosso per ore dopo il rapporto e la
successiva fuga dello Hyuuga.
Gli piaceva da impazzire: una pura follia che l'aveva portato all'amore.
Voleva Neji solo per lui ed egoisticamente non voleva dividerlo con
nessun'altro.
Prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui lo Hyuuga l'avrebbe
lasciato e in quel preciso istante l'avrebbe fermato, legandolo
indissolubilmente a lui.
Come ancora non lo sapeva ma l'avrebbe fatto, perché anche
il più fedele dei cani ha sempre un momento di puro
squilibrio assassino.
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