Rialzarsi

di CastaDiva
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Secondo piano, terza stanza da sinistra. Ormai Mamoru Chiba conosceva a memoria l'ubicazione della stanza di Haruka tante erano le volte che aveva dovuta varcarla per i più disparati motivi. In quella attuale visto che a quanto pare la paziente ( sotto consenso del suo medico) non poteva sottoporsi alla riabilitazione il giovane tirocinante ne avrebbe approfittato per farle degli esami, pur essendo consapevole di tirarsi dietro l'antipatia della pilota.
" O la va o la spacca " si dette coraggio prima di entrare nella camera. Sorprendentemente però invece che una paziente accigliata si trovò una Haruka che dimostrava un ottimo umore. Al suo fianco un uomo sulla cinquantina intento a dimenarsi e a parlare di cose a lui sconosciute.
" Tenou-san, mi fa piacere vederti in forma " si congratulò il giovane tirocinante avvicinandosi.
" Oh giovanotto, non creda, è tutto merito mio " disse l'uomo a lui sconosciuto " Notoriamente in questo periodo del mese Haruka è ancora più scorbutica del solito "
" Problemi da donne? " chiese Mamoru.
" Problemi da donne " confermò l'altro.
" Ma prego, continuate a parlare di me eh, fate pure come se non ci fossi " intervenne Haruka. " Cosa vuoi Chiba? "
" Approfittare del tuo tempo libero per svolgere alcuni test psico-fisici " andò dritto al punto Mamoru mettendo immediatamente le mani avanti " Lo so che non ami questo genere di cose però... "
" Va bene " disse però sorprendentemente lei alzandosi dalla sedia " Cosa dobbiamo fare? "
Il tirocinante stentava a credere ai propri occhi. Quella ragazza così accondiscendente era la stessa che solo il giorno prima aveva piantato un casino immane per un semplice esame del sangue? Quale sorta di miracolo era avvenuto nel giro di ventiquattro ore per renderla così docile?
" Allora? ' Sti esami? " domandò spazientita Haruka riassumendo almeno in parte la propria verve.
" E..ero venuto solo per informarti preventivamente " rispose lui " Ora vado a prenotare le sedute, tornerò tra circa un'ora "
 
Haruka è sempre stata una persona solitaria e sicuramente la sua storia personale non l'ha aiutata ed essere più aperta agli altri. Dunque era piuttosto interessante per Yosuke assistere al relazionarsi della figlioccia con quella ragazza. Già anni prima aveva intuito che quella fantomatica Michiru Kaiou era speciale, mai la bionda aveva parlato in famiglia di qualcuno con così tanta foga ( sebbene non se ne rendesse conto ), mai con aria così sognante. Ricorda bene poi Yosuke come la partenza della violinista fosse stata un duro colpo, benchè Haruka non volesse darlo a vedere. Ora invece poteva dire che i suoi sentimenti fossero altalenanti, palese come, rispetto a  prima,  fosse  pienamente  consapevole di  ciò  che provava.
Era evidente dai suoi occhi che si illuminavano ogni qual volta posava lo sguardo sulla ragazza come Haruka fosse ancora innamorata di lei, così come era palese la paura che questo sentimento si portava dietro.
" Tenou-san, siamo pronti  per i test " annunciò Mamoru irrompendo nuovamente nella stanza rompendo il delicato ed idilliaco equilibrio che si era creato tra le due.
 
" Michiru-san, come mai qui? " domandò Chiba che dopo essere entrato bruscamente in camera, si accorge della presenza della ragazza. Non si immaginava di trovarla lì visto che Haruka non doveva fare il suo recupero e vedendola non sapeva se essere preoccupato o meno.
" Volevo solo sincerarmi della condizione di Haruka " rispose lei abbandonando gli occhi della bionda per rivolgersi al giovane medico " Mi ero allarmata inutilmente "
" Già, solo un piccolo imprevisto tipicamente femminile " le sorrise a questo punto Mamoru sentendo le su ansie andarsene. A quanto pare non vi era belligeranza tra le due, non in quel momento almeno.
" Per qualcuno però è un problema non indifferente " ribattè Michiru sorridendo a sua volta e l'uomo si ritrovò a pensare che il sorriso le donasse decisamente meglio rispetto all'espressione accigliata con cui era solito vederla.
" Su, continuate a prendermi in giro, tanto ormai pare che sia diventato lo sport nazionale" esclamò all'improvviso Haruka avvicinandosi al medico " Allora? Andiamo a fare 'sti test o no ?  "
" Meglio che colga l'attimo giovanotto prima che Haruka cambi idea " esclamò Yosuke prendendo la propria giacca posata sulla sedia per poi rivolgersi a Michiru " Signorina, credo che a questo punto lei sia di troppo, se non le dispiace potrei accompagnarla a casa visto che me ne sto andando "
" Va bene grazie " accettò la violinista, insolitamente ben disposta verso uno sconosciuto.
 
Quel giorno poteva dirsi proficuo per Michiru. Nonostante la lezione con Haruka fosse saltata l'atmosfera rilassata che si era creata con lei,così diversa rispetto a giorni prima, l'aveva messa di buon umore. Avrebbe voluto fermarsi per incontrare Hotaru ma la ragazzina in quel momento non si trovava alla clinica, una buona notizia in effetti visto che voleva dire che la sua condizione non si era aggravata.
" La vedo di buon umore signorina " disse l'uomo alla guida guardandola. Yosuke doveva ammettere che era una bellissima ragazza. Caratterialmente non la conosceva ( se non dai racconti di Haruka ) ma fisicamente poteva dire che era praticamente perfetta, alta ma non troppo, tratti delicati che ben si sposavano con la grazia dei suoi movimenti uniti ad un corpo adeguatamente formoso. Non c'era che dire, Haruka aveva buon occhio
" Diciamo che sono felice di avere una preoccupazione in meno " affermò lei voltandosi appena.
" Oh, è un'ottima cosa, una così bella ragazza non può avere il volto sfigurato da brutti pensieri " dichiarò lui prendendola alla sprovvista. Era abituata ai tanti, troppi, complimenti che riceveva da uomini e non ma questa era la prima volta, salvo suo nonno, che poteva avvertire la sincerità di quelle parole.
Stettero qualche minuto in silenzio ognuno perso nei propri pensieri. Michiru voleva saperne di più del rapporto dell'uomo con Haruka ma riteneva disdicevole porre una domanda così diretta ad un uomo nei fatti sconosciuto. Dall'altra parte Yosuke voleva saperne di più di quella ragazza che aveva rapito il cuore della sua figlioccia ma il suo istinto gli diceva che lei era esattamente come Haruka,  come un animale selvaggio che non si fida dell'uomo e se poteva già dire che a differenza di Haruka non mostrava le zanne per difendersi, presumeva invece che fosse più il tipo che svia dal discorso principale o si rinchiude in un serrato mutismo. Lui però doveva trovare una maniera per avere un contatto con lei. Chiederle il numero di telefono così all'improvviso era fuori discussione. Figuriamoci, magari veniva preso per un vecchio pervertito. Pensa Yosuke pensa, si ripeteva tra sè. Possibile che un grande conoscitore delle donne quale ti sei sempre vantato di essere non riesce a trovare la soluzione? All'improvviso l'illuminazione lo colse. Non era sicuro della riuscita di questa idea visto che si basava su eventi che non era certo fossero accaduti, ma era meglio tentare.
" Accidenti, mi sono dimenticato di telefonare a Setsuna prima di uscire dalla clinica " esclamò con tono fintamente tragico con la coda dell'occhio potè vedere come nel sentir nominare la figlia il corpo della ragazza al suo fianco sussultò leggermente. Ora l'amo era stato lanciato, doveva solo vedere se il pesce abboccava.
" Lei... conosce Meiou-san? " domandò Michiru non sapendo di provocare nell'uomo una felicità derivante dall'aver fatto centro. Come aveva sperato quella ragazza aveva incontrato Setsuna nel giorno in cui aveva preso parte alla prima lezione di recupero della bionda. Dunque giocare sulla primordiale difesa del territorio meglio conosciuta come gelosia femminile era stata una scelta più che azzeccata.
" Certo, è mia figlia " rispose lui sorridendo " Lei e Haruka si conoscono da quando erano bambine ed ora è praticamente una di famiglia, tanto che per me e mia moglie è naturale prenderci cura di lei.  " disse, omettendo molti dettagli essenziali, sperando che la violinista traesse le conclusioni più sbagliate possibile.
" Ah, capisco " mormorò la diciottenne " Haruka non mi aveva mai parlato di questo profondo legame quando eravamo insieme "
" Come sai è una persona riservata e più una cosa tocca la sua sfera privata più è restia a parlarne " disse l'uomo continuando ad infierire. Era però conscio che il teatrino non sarebbe andato avanti ancora per molto dunque decise di cambiare repentinamente argomento, cosa che tra l'altro avrebbe fatto nascere nuovi dubbi nella ragazza  " Ah, se mi dice dove abita posso accompagnarla a casa "
Michiru fu colta alla sprovvista ma fece modo di non darlo a vedere " Preferirei andare in un altro posto se non le dispiace, conosce il tempio Hikawa? "
" Ma certo. " rispose lui " E' dove io e mia moglie ci siamo sposati. Cerchi un conforto spirituale? "
" No " negò lei " Vado a trovare un'amica "
 
L'odore di disinfettante bruciava le narici. Essendo nei fatti la clinica Mugen un piccolo ospedale l'igiene era ovviamente un punto cruciale ma per Haruka in quella stanza si era decisamente superato il limite.
" L'altro giorno la direttrice ha fatto una lavata di capo agli addetti alle pulizie perchè a suo dire non erano state eseguite correttamente. A quanto pare si sono presi a cuore la questione " spiegò Chiba come a voler rispondere ad una sua tacita domanda. Per tutta la durata degli esami si era più volte grattato il naso, segno che anche lui aveva percepito quell'odore micidiale.
" Dunque non ha  il ruolo di direttrice solo perchè è la favorita del capo " si lasciò sfuggire con tono irriverente Haruka. La clinica era come una piccola città e le voci facevano presto a girare.
" Kaolinite-san ha polso, preparazione ed è un'ottima amministratrice " replicò lui finendo di scrivere le ultime cose sulla cartella della ragazza " E poi a differenza di quanto si dice nei corridoi il professor Tomoe non ha occhi che per la figlia. "
" Non è ricambiata dunque " sentenziò la bionda finendo di sistemarsi la camicia " Un vero peccato, ci sono parecchi uomini, e non solo, che pagherebbero per stare con una tettona del genere "
" E' da un pò che lo stavo notando " esclamò Mamoru posando la cartella sulla scrivania della stanza " Ma stai notevolmente aumentando le battute a sfondo sessuale e gli apprezzamenti... diciamo non molto ortodossi alle dottoresse ed infermiere "
" S...sono in un'età critica " rispose imbarazzata lei voltando appena lo sguardo, venendo decisamente colta in fallo da un'uscita del genere " Mi sembra normale no ? " esclamò poi ritrovando il proprio spirito, guardandolo fisso negli occhi.
" Infatti " convenne il giovane " Ed il fatto che qui ti sia preclusa qualsiasi attività sessuale ed al contempo tu abbia sotto gli occhi ogni giorno donne dall'indiscutibile bellezza spiega perfettamente il tuo linguaggio non esattamente galante. Clinicamente posso dire che è un buon segno.  " disse Mamoru omettendo però parte del suo pensiero. Aveva riscontrato infatti come quest'improvvisa carica sessuale fosse partita dal giorno della primo recupero in piscina e nella fattispecie, secondo lui, dal prolungato contatto avuto con Michiru. Anche oggi appena la ragazza era uscita questo atteggiamento da parte della pilota era riemerso.
Non che prima Haruka non facesse apprezzamenti ma questi erano più sul tono scherzoso, fatti per cercare una complicità con l'interlocutore piuttosto che sintomo di una frustrazione. Ultimamente la bionda era solita a sbalzi d'umore e ascoltando anche il suo compagno di stanza, era diventata decisamente più isterica. Era stato sincero prima, sebbene improvvisa questa scarica sessuale implicava che il suo corpo e la psiche stavano  ricominciando a sentire i bisogni in maniera tale che neanche l'apatia causata dall'incidente poteva placarli e dopo i bisogni primari non ci sarebbe voluto molto che anche le ambizioni, i sogni, in definitiva la voglia di vivere tornasse a far splendere gli occhi di una ragazza che per fin troppo tempo era ristagnata su un lettino d'ospedale.
Mamoru doveva riconoscere che l'intuizione di  Setsuna si era rivelata corretta ( nonostante tutt'ora non fosse pienamente d’accordo nel sfruttare l'avvenenza di una ragazza ignara ). Conscio di ciò, prese dal taschino del suo camice una penna per poi scrivere su un foglio trovato vacante sulla scrivania.
" Tieni " disse porgendolo ad Haruka una volta finito di scrivere " Sono gli orari ed i giorni in cui lo psicologo è disponibile. Avendo questa clinica un esiguo numero di pazienti sarebbe inutile averne uno fisso quindi per questo... "
" Non ho bisogno di uno strizzacervelli!! " sbottò stizzita lei interrompendolo " Almeno la mia mente è sana "
" Su questo non ho alcun dubbio, difatti ho parlato di psicologo, non psichiatra " spiegò calmo Mamoru che si aspettava una reazione del genere " E' però anche vero che certi traumi fisici hanno una forte influenza sulla psiche ed anche quando il fisico è ristabilito non è detto che lo stesso valga per la mente "
" Parla chiaro e tondo Chiba, qual è il problema ? " domandò dura Haruka prendendo con celerità le proprie stampelle, non voleva stare un minuto di più in quella stanza.
" Hai mai avuto rapporti sessuali? " chiese lui con tutta la calma del mondo. Meglio ostentare tranquillità con un soggetto che da lì a poco avrebbe perso le staf...
" Ma che cazzo di domanda è questa?! " strillò, come da programma, la pilota.
" La perdita di un arto rende di per sè insicuri nella vita " esordì lui appoggiandosi appena alla scrivania " In genere però chi non ha mai sperimentato una cosa ha meno problemi perchè appunto non sia ha conoscenza di questa con il proprio corpo integro. Nel fatto in specie, chi non ha mai avuto rapporti sessuali sarà magari intimorito dal fatto di mostrare il proprio corpo o di non essere all'altezza ma questi sentimenti non sono poi così diversi da quelli delle persone normodotate. Nel secondo caso si aggiunge però il fatto che magari la persona si auto-convinca di non essere più in grado di fare sesso, magari anche a causa di una prima esperienza disastrosa con il nuovo corpo, cosa che non è difficile che si verifichi tra l'altro. "
A seguito di queste parole la ragazza parve calmarsi. Fino a quel momento non aveva mai pensato a tutto ciò ed effettivamente ora che Mamoru gliel'aveva fatto notare, non aveva idea di come avrebbe potuto farlo. Beh, più o meno, la  parte superiore del proprio corpo era perfettamente sana dunque da quel lato era apposto ma per le altre cose... a pensarci alcune posizioni erano da rivedere, la spinta del bacino e poi...
" Non devi necessariamente metterti a pensare di questo ora  " esclamò Mamoru che aveva correttamente interpretato il suo silenzio " Anche perchè poi lo psicologo non ti può aiutare dal lato fisico ma da quello mentale, ad accettare che è normale essere spaesati "
" Per te come è stato ? " gli chiese la bionda ora decisamente più calma.
" Io ho perso il braccio che ero un bambino " rispose lui " E' stato molto più facile per me e a causa della giovane età non ho mai avuto problemi visto che comunque il braccio rispetto ad una gamba ha meno importanza. Credo. Beh, presumo...forse  " il medico iniziò ad impappinarsi pensando alla propria situazione rispetto a quella della diciottenne. Insomma, dalla sua parte poteva dire di sapere lo svolgimento di certe azioni ma dall'altra...solo qualche video visto durante i periodi più bui della sua adolescenza potevano schiarirgli le idee.
" E Usagi-chan invece? " domandò la bionda cercando di toglierlo d'impaccio.
Sul momento il tirocinante non capì dove volesse andare a parare l'altra, ma dopo poco comprese.
" Usagi è leggermente tonta " spiegò lui trattenendo a stento una risata " Anche dopo un pò che ci eravamo conosciuti non aveva ancora capito che il mio braccio sinistro era artificiale "
Entrambi si persero in una breve risata pensando alla bionda con i codini.
 
Il tempio shintoista Hikawa sorgeva su una collina obbligando i visitatori ad una notevole scalinata. Forse proprio per questo fatto, nonostante fosse l'unico tempio nelle vicinanze, era poco frequentato salvo per il primo dell'anno.
Con l'arrivo della primavera la scalinata era letteralmente ricoperta di petali rosa, probabilmente fiori di ciliegio. Michiru si stava apprestando a concludere la grande serie di scalini. Al suo arrivo ad attenderla la solenne figura del tempio. Ed un gatto bianco.
" Ma che carino " esclamò lei abbassandosi per accarezzarlo. Al tempio era normale trovare gatti randagi attirati dai numerosi volatili che si appollaiavano sugli alberi. Quante volte aveva visto Rei uscire dal tempio come una pazza furiosa brandendo una scopa per allontanare quegli animali da ciò che lei considerava i suoi coinquilini alati?
Quella ragazza aveva uno strano amore per gli uccelli e pareva essere ricambiata tanto che due corvi, da lei nominati Phobos e Deimos, erano ormai diventati i suoi animali domestici, tanto che arrivavano pure ad avvicinarsi per poi sostare sulle sue spalle ad un suo comando.
" Però tu non mi sembri un gatto selvatico " constatò Michiru mentre il felino, incurante delle sue parole continuava a reclamare carezze. Era un gattone decisamente in salute, nessun segno di lotta con altri gatti ed aveva una figura leggermente appesantita segno che veniva costantemente sfamato. Anche il pelo era ben curato salvo, lo notava solo in quel momento, una strana voglia a forma di mezzaluna sulla fronte.
" Bizzarro " disse la ragazza facendo per andare ma inaspettatamente il gatto le balzò addosso andando a posarsi sulle sue spalle. " Sei decisamente un gatto domestico "
Accompagnata dal felino Michiru entrò nell'abitazione dell'amica posta affianco al tempio. A quanto pareva il nonno di questa non era presente, nel caso avrebbe già ricevuto una proposta di lavoro come Miko al tempio. Mentre vagava per la casa in cerca dell'amica sentì alcuni mugolii provenire chiaramente dalla camera di questa. Titubante si mosse verso di essa mentre i rumori si facevano via via più forti. Arrivata sulla soglia della stanza fu colta dall'indecisione se bussare o meno.
" Meglio che me ne vada " pensò la violinista che sebbene priva di esperienza in campo amoroso non era così stupida da non comprendere chiari segnali. Peccato che il gatto non era della stessa opinione. L'animale infatti saltò dalle sue spalle lanciandosi letteralmente contro la stanza producendo un rumore ben udibile. Non contento, si mise a graffiare il delicato pannello scorrevole.
" Artemis!! " una voce nella stanza chiamò quello che evidentemente era il nome del gatto. All'improvviso il pannello venne spostato e davanti a Michiru apparve una ragazza a lei sconosciuta.
" S...salve " salutò questa con aria trafelata prendendo in braccio il gatto. " Stai per caso cercando... "
" Michiru-san " esclamò Rei arrivando alle spalle dell'altra ragazza.
" Rei...san " disse di rimando Michiru.
" Minako-san e Artemis " s'intromise la bionda.
 
Accadde all’improvviso. Haruka stava camminando per tornare nella sua camera quando un gatto, uscito chissà dove le saltò addosso rischiando di farla cadere. Fortunatamente il suo equilibrio era notevolmente migliorato in quei giorni e seppe reggersi benissimo con le stampelle. Passato il momento di pericolo il felino si posò sulla sua spalla, infischiandosene del fatto che poco prima stava per causare un serio problema. Haruka guardò l’animale. Era un gatto, o per meglio dire, una gatta nera dagli occhi scuri, sulla fronte una strana macchia che sembrava una mezza luna. La bionda non è mai stata una grande amante degli animali ma quel gatto aveva qualcosa che gliela faceva apprezzare.
Forse perché è una femmina? Scherzò fra sé la pilota.
“ Luna, dove sei? “ correndo trafelata davanti ad Haruka apparve una ragazza. Alta, molto alta, occhi di un verde splendente ed una coda a legarne la chioma bruna. Questa vedendo la bionda si fermò immediatamente prendendo al contempo fiato.
“ E’ tua questa gatta? “ domandò la diciottenne.
“ Sì “ rispose la più giovane arrossendo appena. Ora che guardava bene, quel ragazzo assomigliava al suo ex. “ Cioè no, la sto tenendo per un’amica. Doveva portarla dal veterinario ma si è scordata che oggi aveva un corso di nuoto infantile qui alla clinica.  Su Luna, vieni qui “ ordinò la ragazza ma la gatta non aveva la minima intenzione di obbedire. “ Eddai Luna!! “ continuò a pregarla “ Se ti vedono mi licenziano, non è consentito portare animali qui!! “
“ Facciamo così, vieni in camera mia insieme al gatto, se le infermiere o chicchessia la vedono dirò che è stata colpa mia. Nessuno si metterà contro ad un cliente pagante “ propose la bionda che vedendo la titubanza della ragazza si affrettò ad aggiungere “ Divido la camera con qualcuno, non ho intenzione di farti nulla di male e nel caso ci sono i pulsanti d’emergenza che chiamano immediatamente le guardie “
“ Ok “ rispose allora lei “ Ehm, non è che avevo dei dubbi su di te. E poi sei un bel ragazzo e… “
“ Capito, capito “ rise Haruka vedendo come si stava nuovamente emozionando.
La prima cosa che Haruka notò entrando nella stanza era il pannello divisorio posto davanti al suo letto. Strano, si disse, quando era uscita era certa che non fosse lì. Voltò appena lo sguardo verso Takeda vedendolo immerso nella lettura, decise di non disturbarlo.
Si avvicinò al pannello per spostarlo ed una volta che la visuale fu chiara…
“ Haruka-sempai, che piacere rivederti!! “ strillò Seya sdraiata sul suo letto “ Ti ho accolta con la mia posa più sexy “
“ Tu razza di idiota “ la bionda fece per aggredirla ma dietro di lei la bruna emise un grido assordante.
“ Ma… ma tu sei Seya delle three light!! “
“ La sola ed unica “ disse lei alzandosi dal letto “ E la mia energica fan si chiama? “
“ Makoto Kino “ rispose istantaneamente la bruna, solo in quel momento Haruka si accorse di non averle chiesto neanche il nome.
“ Sono una vostra fan e grazie ad una mia amica, Ami-chan ricordi? Ha detto di averti incontrata qui e che gli hai dato i biglietti per il concerto. Inizialmente non volevo crederci, io lavoro qui da mesi ormai e non ti ho mai visto dunque… ah sì, dicevo, vedrò sicuramente il vostro prossimo concerto “
“ Mi fa piacere “ le sorrise Seya abituata all’iperventilazione delle sue fan.
“ Cosa sei venuta a fare qui? “ domandò spazientita Haruka.
“ La tua amica Kaiou non ha chiamato la mia casa discografica, volevo sapere se hai il suo numero per contattarla, Yaten mi sta facendo una testa tanta “ spiegò lei.
“ Non ho il suo numero perché non è una mia amica, la clinica dovrebbe averlo visto che lavora con lei ma sicuramente non te lo daranno “ spiegò la bionda andandosi a sedere, Luna che ormai pareva aver preso permanentemente il possesso della sua spalla.
“ S… se vuoi posso procurartelo io “ intervenne Makoto “ Due mie amiche vanno a scuola con lei, ne sono sicura perché Rei-chan per settimane ci ha ripetuto che questa sua amica era una famosa violinista che ritornava ora in Giappone “
“ Ti ringrazio, mi salveresti e non scherzo “ affermò la cantante “ Mia sorella sta veramente diventando isterica con ‘sta Kaiou. Chiedimi qualunque cosa, non hai idea del favore che mi stai facendo “
“ Vorrei che venissi con me da Usagi-chan, è una tua grande fan e sarebbe felice di vederti “ disse la ragazza.
Sentendo il nome della sua padrona, Luna saltò dalla spalla di Haruka andando incontro a Makoto che la prese immediatamente in braccio onde evitare un’altra fuga. Doveva sospettarlo la diciottenne che solo una persona sarebbe stata così tonta da non ricordarsi due semplici impegni.
“ Dunque il favore sarebbe fare un piacere ad un’amica? “ domandò Seya “ Molto nobile da parte tua “ aggiunse con un sorriso smagliante.
La bionda dovette ammettere tra sé che Seya era portata quanto lei a flirtare con le ragazze. Certo, il suo era intenzionale mentre invece pareva che la più giovane lo facesse senza accorgersene. Forse era anche questo parte del suo fascino.
 
L'atmosfera nella camera della giovane miko era decisamente tesa. Minako si era offerta di preparare il tè dunque al momento solo Rei e Michiru erano presenti nella stanza, sedute l'una di fronte all'altra con il solo kotatsu a dividerle.
" Allora Michiru-san, cosa ti ha portato qui? " chiese la mora cercando di stemperare la situazione.
" Visto che negli ultimi tempi abbiamo avuto poche occasioni per stare insieme come due amiche sono voluta venire " rispose la più grande meccanicamente " Evidentemente avrei dovuto avvisare "
Il silenzio cadde nuovamente sulle due come un macigno, questa volta però non durò tanto visto che venne prontamente spezzato dal ritorno di Minako che portava un piccolo vassoio su cui erano poggiate tre tazze e una teiera, ai suoi piedi l'immancabile Artemis.
" Ragazze, il tè è pronto " annunciò sedendosi.
Ad una prima impressione Michiru poteva dire che quella ragazza era l'esatto opposto di Rei. Non solo per quanto riguarda l'aspetto, scura la sua amica, bionda quasi platino lei.
Rei in un certo senso le assomigliava. Aveva un carattere chiuso e poco avvezzo ad aprirsi agli altri ma quando succedeva mostrava la propria natura, solo ai più meritevoli in un certo senso. Su entrambe gravava il peso di un nome altisonante, sebbene i Kaiou fossero indiscutibilmente ad un livello superiore in quanto a fama gli Hino erano comunque una famiglia in vista, da sempre membri di spicco nella politica giapponese e così come la violinista, anche Rei doveva tenere un comportamento che non facesse sfigurare il suo cognome.
Minako invece dava l'impressione di essere una ragazza aperta, fin troppo rispetto gli standard giapponesi e priva di preoccupazioni. Che quello fosse un esempio del detto " gli opposti si attraggono " ?
" Come vi siete conosciute? " Michiru si maledisse mentalmente per quella che sembrava una tipica domanda " da genitore a cui viene presentato il ragazzo della figlia ". Beh, a parte l'inesistente vincolo di parentela tra lei e la mora effettivamente quella era la situazione.
" Quando ho cominciato a frequentare Usagi al di fuori del tempio sono venuta in contatto con le sue amiche. Ami che come ben sai si è anche iscritta alla nostra scuola, Makoto una ragazza che frequenta la stessa scuola di Usagi ed infine Minako. E' arrivata qualche anno fa da Londra insieme ai suoi genitori " spiegò Rei di tutta fretta senza riuscire a nascondere la propria tensione.
Londra eh? Pensò la violinista, dunque aveva intuito bene che la mancanza di riservatezza era indice di un sangue non, o non completamente, giapponese.
All'improvviso, senza che nessuno la interpellasse Minako fece un leggero inchino andando a toccare con la fronte il kotatzu.
" Il mio nome è Minako Aino, 17 anni. Sono nata a Londra da madre inglese e padre giapponese. Sono tornata in Giappone a seguito del lavoro di mio padre, un giornalista che è stato spostato da inviato estero al ruolo di vice-direttore, mia madre invece fa l'infermiera " esclamò facendo il verso alla tipica scena dell'incontro con i genitori.
" Minako, non c'è bisogno di fare questo cerimoniale " la sgridò la padrona di casa tirandola su per un braccio.
Michiru si ritrovò a riflettere che nonostante l'aria svampita quella ragazza era piuttosto acuta tanto si era comportata in quel modo plateale e poco consono alla situazione per stemperare l'atmosfera e far riacquistare a Rei almeno parte del suo carattere autoritario.
" Scusala, dopo tre anni non si è ancora abituata a come ci si comporta qui in Giappone " disse la mora.
" Figurati " replicò la violinista ora colta da un'altra curiosità " Come vi siete messe insieme ? "
Fu la bionda a prendere parola " Era una notte buia e tempestosa... "
" Minako, fa la persona seria!! " strillò Rei tirandole un leggero pugno in testa.
" Ma è iniziata veramente così " sbuffò l'altra assumendo un'espressione imbronciata " L'estate scorsa eravamo in vacanza al mare con le altre più la cuginetta di Usagi e come ogni vacanza che si rispetti ad un certo momento è toccata la prova di coraggio. Vicino allo stabilimento in cui alloggiavamo era presente una foresta e l'ultima notte decidemmo di percorrerla fino a raggiungerne la fine. Usagi e sua cugina erano insieme, Ami con Makoto ed infine io e Rei. La signorina qui presente " ho un ottimo senso dell'orientamento è impossibile perdersi con me " ci fece salire fino alle pendici della montagna e puntuale arrivò un temporale che immediatamente ci costrinse a cercare un riparo lontano dagli alberi. Fortunatamente trovammo una piccola grotta e lì ci riparammo. I nostri vestiti erano completamente fradici così ci siamo spogliate, abbiamo iniziato a parlare del fatto che sebbene fossimo delle bellissime ragazze fossimo ancora single, ci siamo consolate a vicenda su questo, da cosa nasce cosa e... "
" Ho capito " la interruppe Michiru non volendo sapere i più intimi dettagli della storia. " Le altre ragazze lo sanno? "
" No! " rispose con veemenza la mora tanto che il povero Artemis, che si era acciambellato sul letto di questa, saltò per lo spavento cadendo rovinosamente sul pavimento.
" Ehm, voglio dire... " esordì tossendo leggermente per riprendere il controllo di sè " Non è che stiamo proprio insieme... è più una relazione di convenienza ecco, finchè non troviamo un ragazzo.  "
" Usagi e le altre sono ancora troppo legate all'infanzia con il loro ideale di fidanzato-principe azzurro per poterci comprendere e sinceramente non vogliamo nessun biasimo da parte loro " spiegò Minako dando manforte all'altra ragazza.
" Sinceramente, se non ci avessi colto in fragrante l'avrei nascosto pure a te " ammise Rei " Non perchè ti reputo una ragazzina che pensa ancora alle favole, penso che tu non lo sia mai stata, però ecco, non ero certa che avresti accettato la natura della nostra pseudo-relazione "
" Non ho nulla in contrario al fatto che siate due ragazze " mise immediatamente le mani avanti la violinista " Però non sono del tutto favorevole ad una relazione senza sentimenti "
" Beh, non tutte hanno avuto la fortuna d'incontrare il principe azzurro come te ed Usagi " replicò Rei
" Haruka non è il mio principe azzurro!! " esclamò indispettita Michiru con un atteggiamento ben lontano dalla sua famigerata grazia.
" Io... " la mora tentava di parlare mentre al contempo cercava di trattenere le risate, cosa alquanto difficoltosa " Non ho mai menzionato Haruka "
Questa volta, fu Michiru ad avvampare sotto lo sguardo divertito dell'amica, curioso di Minako, totalmente incurante di Artemis.
 
 
 
Fine nono capitolo!! Alleluhia!! Mi scuso per l’eccessiva lentezza nel pubblicare ma d’estate la voglia di rimanere ore attaccata al computer mentre fuori ci sono quaranta gradi all’ombra è pari a 0. Proprio per questo motivo non sono certa della regolarità con cui verranno pubblicati i prossimi due capitoli. Portate pazienza e siate clementi. Ah, come avrete notato ho modificato la persona con cui scrivevo la storia. Dopo vari tentativi ho visto che con la terza facevo un lavoro migliore e con meno fatica, penso che poi modificherò i capitoli precedenti per adeguarli ai seguenti. Detto ciò, alla prossima.




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